Se finora abbiamo pensato che aprire le finestre per favorire il ricambio d'aria all'interno della nostra abitazione fosse estremamente salutare, potremmo essere costretti a ricrederci. Uno studio di ricerca statunitense mette infatti in discussione quella che viene solitamente ritenuta una buona pratica, sottolineando come l'immissione di aria esterna può danneggiare la qualità di quella interna. Va subito sottolineato, per evitare fraintendimenti, che questo principio vale esclusivamente nel caso in cui sussistano condizioni climatiche estreme, ovvero quando piove, nevica o fa eccessivamente caldo. Aprire le finestre in questi casi potrebbe comportare l'ingresso di particelle nocive che, unite all'aria interna, possono provocare una particolare reazione chimica estremamente pericolosa per la salute.
Il primo studio di ricerca dell'ambito
Lo studio è ancora in fase preliminare ed è stato commissionato dall'Environmental Protection Agency (EPA) a Glenn Morrison (foto), professore di ingegneria ambientale alla Missouri University of Science and Technology con un assegno di ricerca triennale di circa 1mln di dollari. Il progetto, intitolato “Indoor exposure to pollutants associated with oxidative chemistry: field studies and window-opening behavior” è il primo nel suo genere e Morrison stesso, che ha lavorato molto con la chimica interna, è la prima volta che si 'cimenta' con questo argomento, ovvero con la relazione che può esserci fra l'immissione di aria esterna e il verificarsi di reazioni chimiche.
Confrontare le abitudini degli occupanti con i dati sull'indoor air quality
Parte dei fondi verranno utilizzati per commissionare a una società di sondaggi alcune indagini su un campione esteso e residente in ogni area degli Stati Uniti, in modo tale da conoscere le abitudini in materia di ricambio dell'aria nelle diverse zone geografiche, confrontandole con i dati sull'indoor air quality.
Reazioni chimiche pericolose
Avere una finestra aperta incide sul tasso di ricambio dell'aria e l'aria esterna altera la composizione di quella interna- spiega Morrison- Quando le sostanze chimiche entrano ed hanno una reazione chimica all'interno dell'abitazione, si crea un fenomeno inquinante molto complesso.
Obiettivo: contribuire a modificare alcune prescrizioni e a influire su alcune scelte progettuali più salutari
Le prime sperimentazioni inizieranno questa primavera e le prove di alta qualità sono previste per settembre 2015. Il professore spera, con i suoi risultati, di incidere sia da un punto di vista 'politico'per la diffusione di buone pratiche che possano aiutare tutte quelle persone che sono affette da problemi respiratori sia a un livello 'progettuale', aiutando architetti e progettisti a trovare le soluzioni giuste affinché le nostre abitazioni siano davvero salutari.