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E se l'aria della palestra fosse più inquinata di quella urbana?

Dal monitoraggio di 11 palestre sono emersi valori di polveri, formaldeide e anidride carbonica oltre i limiti. Le cause? Una scarsa ventilazione e un'inadeguata manutenzione igienica degli impianti

mercoledì 14 gennaio 2015 - Erika Seghetti

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Fare attività fisica all'aperto, specie se si abita in città, può essere più dannoso che salutare al nostro organismo per via delle particelle inquinanti che vengono respirate 'a pieni polmoni'. E questo è uno dei motivi che spinge gran parte delle persone ad andare in palestra. Ma siamo sicuri che l'aria della palestra sia meno inquinata?
Se lo sono chiesti alcuni ricercatori delle Università di Lisbona e di Delft in Olanda, che hanno condotto uno studio, i cui risultati verranno pubblicati sul prossimo numero della rivista Building and Environment, monitorando la qualità dell'aria di 11 palestre della capitale portoghese. 

Livelli di particelle nocive superiori agli standard per gli ambienti chiusi
I dati emersi sono a dir poco allarmanti: ciascuna struttura ha mostrato livelli di particelle inquinanti in sospensione, in concentrazioni superiori agli standard europei previsti per gli ambienti chiusi. Con un picco di presenza durante le ore di maggiore affluenza, quelle pomeridiane e serali.

Parliamo di monossido di carbonio, anidride carbonica, ozono, polveri, sostanze chimiche e formaldeide. Le alte concentrazioni di polveri e sostanze chimiche, come la formaldeide, che si sprigionano da tappeti, prodotti per la pulizia, mobili e vernici, ''rappresentano la maggiore preoccupazione - commenta Carla Ramos, coordinatrice della ricerca - In sufficienti concentrazioni queste sostanze possono infatti contribuire all'asma e altri problemi respiratori, mentre l'anidride carbonica, ad alti livelli, può contribuire all'affaticamento del corpo''.

Scarsa ventilazione degli ambienti e inadeguata manutenzione igienica degli impianti

Il problema è quindi quello che accomuna molte strutture: una scarsa ventilazione degli ambienti e una insufficiente o inadeguata manutenzione igienico-sanitaria degli impianti di ventilazione o di condizionamento. La soluzione non deve essere quella di rinunciare a fare attività fisica ma, come conclude Ramos, di chiedere ai diretti interessati dei test dell’aria, una maggiore ventilazione e informazioni sui prodotti utilizzati per la pulizia. 

L’importanza della qualità dell'aria

Il caso riporta necessariamente l'urgenza di riflettere sulla mancanza di una corretta e costante manutenzione igienica degli impianti aeraulici, di interventi di controllo e del rispetto della vigente normativa, ma anche sulla necessità di sviluppare un approccio progettuale più moderno. A questo proposito ci sembra interessante citare l'intervento pubblicato dal dott. Franco Innocenzi sul volume di Febbraio 2013 della rivista Aicarr Journal dedicato alla Manutenzione igienica degli impianti aeraulici. Il lavoro di Innocenzi era appositamente dedicato al panorama delle strutture ricettive, ma i principi sono assolutamente validi per qualsiasi struttura pubblica  e dedicava ampio spazio al rischio legato alla legionella, ma una corretta manutenzione permette di evitare la profilicazione di qualsiasi microrganismo e particelle nocive.

Ispezioni igieniche
Il mantenimento di condizioni igieniche accettabili dei circuiti aeraulici, spiega Innocenzi, contribuisce a mantenere ridotti livelli di rischio di contrarre infezioni.  In questo scenario le ispezioni tecniche possono aiutare a sostanziare il corretto funzionamento e l’efficacia degli interventi di manutenzione igienica sugli impianti aeraulici; per contro le indagini, oltre che rappresentare un costo aggiuntivo rispetto alla normale conduzione degli impianti, sono spesso complicate dall’incertezza dei riferimenti e dei parametri da adottare per la valutazione dei risultati e da una conoscenza poco approfondita dei problemi. 


E’ indubbio, tuttavia, che il miglior modo di tenere sotto controllo il ruolo che svolge un sistema aeraulico è quello di indagare i suoi parametri, con una verifica periodica riferita alla sua integrità strutturale (stato di conservazione dei suoi componenti come l’unità di trattamento dell’aria, il circuito di condotte, l’isolamento termico, i componenti di linea intermedi ed i terminali di diffusione e ripresa dell’aria), così come la sua capacità funzionale (verifica dei parametri di temperatura e di umidità relativa e, in alcuni casi, del livello di filtrazione dell’aria) e, infine, analizzando se nel tempo il sistema ha subito cambiamenti in merito al livello di contaminazione biologica (analisi in punti critici del livello di carica batterica, micetica o di altre specie che una corretta ispezione tecnica può aver fatto supporre di cercare).


Per approfondire l'argomento vi invitiamo a leggere:
Franco Innocenzi sul volume di Febbraio 2013 della rivista Aicarr Journal dedicato alla 

Manutenzione igienica degli impianti aeraulici

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