La rete elettrica italiana ha superato a pieni voti il test per le “smart grids” rappresentato dall’eclissi del 20 marzo.
In una nota, Terna sottolinea che la strategia messa a punto nei mesi scorsi dalla task force congiunta dei vari gestori di rete europei, tra cui Terna per l’Italia, si è rivelata lungimirante ed efficace, come ha rimarcato la stessa associazione dei Gestori di rete europei Entso_E: “European citizens and businesses – si legge in una nota - could rely on a secure supply of electricity this morning. The fast variations in solar generation and difficult to anticipate impact on demand were successfully managed by Transmission System Operators (TSOs) thanks to meticulous preparation, and strong regional and European cooperation.”
GERMANIA E ITALIA I PAESI PIÙ COLPITI DALL'ECLISSI. Come era nelle previsioni di Entso_E, i Paesi maggiormente colpiti dall’eclissi sono stati la Germania e l’Italia, che hanno fatto fronte al fenomeno adottando ciascuno le misure più idonee nei rispettivi sistemi elettrici. Nella fase iniziale dell’eclissi, a livello europeo la produzione fotovoltaica era di 27.000 megawatt, poi scesa a 12.000 megawatt nel momento di massimo oscuramento, per poi risalire a 37.000 megawatt quando il sole è tornato a irraggiare il continente.
In Italia, il fenomeno astronomico ha comportato nella prima fase dell’eclissi la perdita di 3.000 megawatt di produzione fotovoltaica, cui ha fatto seguito nella seconda fase una risalita di oltre 5.000 MW. Le contromisure messe in campo da Terna e condivise nei mesi scorsi con gli altri gestori di rete - la massimizzazione di tutte le risorse di riserva, il controllo dello scambio con l’estero e la gestione in tempo reale dei pompaggi - hanno consentito di gestire il fenomeno senza contraccolpi per gli utenti del sistema elettrico.
Per tutta la durata dell’eclissi sono stati raddoppiati i turni nella sala comandi del Centro Nazionale di Controllo del sistema elettrico nazionale, dove i tecnici di Terna presidiano 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, l’andamento dei flussi di energia elettrica sulla rete. Una misura resasi necessaria per poter fronteggiare nel modo migliore un evento che, tra le altre cose, avviene con una velocità circa 4 volte superiore a quella con la quale il sole sorge all’alba e scompare al tramonto, richiedendo perciò una elevata operatività.
PROCEDURA RIGEDI-GDPRO DALLE 07.00 ALLE 14.00. Di particolare efficacia – prosegue la nota di Terna - si è rivelata, in questo contesto, l’attuazione della procedura RIGEDI-GDPRO, sperimentata sul campo per la prima volta proprio in questa occasione, dalle 07.00 alle 14.00, e che ha interessato circa il 25% della potenza fotovoltaica installata in Italia. Prevista dal Codice di Rete, la procedura è un provvedimento che, caso unico in Europa, ha consentito a quasi 10.000 impianti fotovoltaici italiani di contribuire, simultaneamente, alla gestione della sicurezza del sistema elettrico, coerentemente con l’evoluzione in atto verso un modello di smart grids che fa dell’Italia un paese all’avanguardia, anche grazie ad un quadro normativo-regolatorio che spinge in questa direzione. Per via della grande quantità di produzione di energia solare coinvolta, la gestione dell’eclissi di sole all’interno della rete elettrica europea – la rete interconnessa più grande del mondo - ha costituito una sfida nuova per i gestori di rete europei, che hanno lavorato per più di un anno gestire in sicurezza il fenomeno naturale e garantire il livello della fornitura di qualsiasi altro giorno lavorativo.
Fondamentale in tal senso è stato il costante coordinamento con le sale controllo degli altri paesi europei, sia attraverso teleconferenze periodiche per l’analisi della situazione e la condivisione delle azioni da intraprendere, sia grazie all’utilizzo di un avanzato sistema di monitoraggio, denominato EAS (European Awarness System), che consente di osservare in tempo reale gli scambi fisici di energia elettrica non solo con i paesi confinanti ma anche tra tutti i paesi dell’area continentale.
I COSTI PER IL MERCATO DELL'ENERGIA. L’assenza del fotovoltaico ha fatto registrare un incremento alla punta (intorno alle 11.00) di quasi 40 € a MWh portando il prezzo a 90 € a MWh (circa l’80% in più del giorno precedente). Su base giornaliera le stime di assoRinnovabili dicono che l’approvvigionamento di energia elettrica abbia comportato per gli acquirenti un esborso pari a circa 12 milioni di euro in più rispetto al giorno precedente, con un incremento del 30% sul costo totale, passato da 40 a 52 milioni di euro.