«A nome delle piccole imprese che rappresentiamo, esprimiamo soddisfazione per l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale ligure e per tutte le attestazioni di attenzione e vicinanza ricevute in questi giorni. Ribadiamo che di per sé il bonus ristrutturazioni ha sicuramente finalità positive, ma nell’attuale formulazione metterebbe fuori gioco i nostri artigiani, che si troverebbero subito di fronte a seri problemi di liquidità. Confidiamo quindi che la legge possa essere cambiata in favore di un maggior equilibrio concorrenziale sul mercato». È questo il commento di Vito Mangano, presidente di Confartigianato Liguria Costruzioni, alla notizia dell’approvazione unanime dell’ordine del giorno (primo firmatario Pippo Rossetti (PD) e i consiglieri Giovanni Boitano (LcP), Angelo Vaccarezza (FI), Lilli Lauro (Gruppo Toti), Gabriele Pisani (Liguria Popolare), Francesco Battistini (ReteaSinistra), Augusto Sartori (FdI), Franco Senarega (Lega) e Fabio Tosi (M5S) che chiede al presidente Giovanni Toti di intervenire sul Governo per modificare l’articolo 10 del decreto Crescita che consente alle imprese di anticipare gli incentivi edili ai cittadini e penalizza le piccole imprese con liquidità ridotta. Analoghi interventi di piena disponibilità alle nostre istanze sono pervenute da parte di alcuni parlamentari liguri e, pur non avendo competenza diretta, anche da parte degli europarlamentari liguri Tiziana Beghin (M5S) e Patrizia Toia (PD).
Lo sconto in fattura per i lavori edili relativi a ecobonus rischia di distorcere la concorrenza del mercato, a danno dei piccoli imprenditori, anche secondo l’Agcm, Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha recentemente riconosciuto e condiviso le ragioni espresse da Confartigianato in merito a quanto prevede l’articolo 10 del decreto Crescita.
La misura, fortemente contestata da Confartigianato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in dieci anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Secondo il decreto, l’impresa potrà farsi rimborsare tale sconto dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Per l’azienda è anche possibile cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi, ma non potrà cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.
Per esempio, per una ristrutturazione da 20 mila euro, il proprietario della casa avrebbe diritto a una detrazione fiscale del 65%, pari a 14.300 euro (da recuperare in dichiarazione dei redditi in 10 anni). In base al dl Crescita, tale cifra potrebbe essere subito scontata, cedendo il credito a chi ha eseguito i lavori: di fatto, il committente pagherebbe “solo” 5.700 euro, mentre i restanti 14.300 euro rimarrebbero a carico dell’impresa.
Nel 2018, in Liguria, le detrazioni per ristrutturazioni ed ecobonus hanno incentivato investimenti per oltre un miliardo e 100 milioni di euro. Si tratta del settimo valore in Italia, su un totale di 28,6 miliardi di euro di investimenti nel Paese. Misure che hanno avuto un effetto positivo anche sull’occupazione nel settore edile.