“Mentre al Consiglio europeo dei Trasporti i ministri hanno lavorato per posizioni comuni su mobilità nuova e ciclabile e sulle emissioni auto, va salutato con soddisfazione il report sull'ecobonus in edilizia fino al 2015, che ha prodotto risultati sia sull'economia, sia sulla qualità dell'abitare”.
Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio commenta i dati pubblicati ieri dalla Commissione Ambiente della Camera sull'ecobonus per le riqualificazioni energetiche degli edifici.
Il documento (qui sotto in allegato) fornisce una stima dell’impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Rispetto alla precedente edizione, è stato aggiornato il dato a consuntivo relativo al 2014, mentre i dati riguardanti il 2015 si basano su rilevazioni riguardanti i primi otto mesi dell’anno.
È evidente, dall'efficace lavoro del Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, che le detrazioni non hanno avuto solo effetto positivo sui fruitori della misura dell'ecobonus, ma su posti di lavoro, ambiente, costi energetici, riqualificazione urbana, sviluppo delle imprese innovative. Questa – sottolinea Delrio - è una strada da proseguire, ampliare e consolidare come misura per portare il Paese a una conversione ampia verso le scelte sostenibili che non è ancora avvenuta appieno e che va consolidata nel primo interesse della qualità di vita dei cittadini.
I DATI CRESME-SERVIZIO STUDI CAMERA. Secondo i dati e le analisi presentati ieri in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dal Cresme e dal Servizio studi della Camera sugli effetti del credito di imposta e dell’ecobonus, nell’edilizia, che dall’inizio della crisi ha perso migliaia di imprese e oltre 500 mila addetti, il credito di imposta per ristrutturazioni e risparmio energetico ha rappresentato una straordinaria misura anticiclica: nel 2014 ha prodotto 28,5 miliardi di investimenti e 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto, qualificando il sistema imprenditoriale del settore, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie. Gli stessi incentivi dal 1998 al 2015 hanno interessato oltre 12.5 milioni di interventi e milioni di famiglie.
ATTIVATI INVESTIMENTI PER 207 MILIARDI DAL 1998 AL 2015. Dal 1998 al 2015 le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 207 miliardi di euro (una media di 11 miliardi di euro all’anno a valori correnti), di cui 178 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 30 miliardi la riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2014 indica un volume di investimenti pari a 28,5 miliardi di euro, di cui 24,5 miliardi di euro sono relativi al recupero e 3,9 alla riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2014, che rappresenta il valore più elevato nell’intero periodo di applicazione degli incentivi, è lievemente superiore alla stima di 28,2 miliardi di euro riportata nella precedente edizione.
FLESSIONE NEL 2015. Per quanto riguarda il 2015, i dati ricavati sulla base dell’andamento dei primi otto mesi segnalano una flessione rispetto ai valori del 2013 e del 2014, anni in cui si è registrato un livello massimo degli investimenti. Su tale dato va comunque considerato il possibile impatto determinato dalle modifiche legislative derivanti in particolare dal raddoppio della ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti dei bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici. Il dato comunque conferma un livello decisamente superiore rispetto alla media degli anni precedenti.
2 MILIONI DI OCCUPATI NEL PERIODO 2008-2015. Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno avuto un impatto importante sull’occupazione che, nel periodo 2008-2015, ha riguardato oltre 2 milioni di occupati, con una media di 111.000 occupati diretti all’anno. Nel 2014 le stime riguardano 424.800 occupati comprensivi anche dell’indotto.
L’incidenza delle agevolazioni appare particolarmente rilevante tra il 2011 e 2015, nonostante la fase di crisi che ha colpito pesantemente il settore dell’edilizia: le stime infatti evidenziano una quota di lavori incentivati pari a 116 miliardi di euro di lavori, 79 miliardi nel solo triennio 2013-2015. Nel 2013 e nel 2014 il 60% degli investimenti in ristrutturazione in Italia è stato incentivato fiscalmente. Dal 2011 al 2015 la quota di lavori incentivati ha attivato un impatto occupazionale pari mediamente a 349.000 addetti all’anno, di cui 232.000 diretti e 117.000 nell’indotto. Dai dati Istat tra il 2011 e il secondo trimestre del 2015, a causa della crisi delle nuove costruzioni, il settore delle costruzioni ha perso 228.000 addetti.
IMPATTO SULLA FINANZA PUBBLICA. Una stima dell’impatto sulla finanza pubblica delle misure di incentivazione fiscale nel periodo 1998-2015 evidenzia, a fronte di minori introiti conseguenti la defiscalizzazione stimati in 90,2 miliardi di euro, un gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 77,7 miliardi di euro con un saldo totale negativo di 12,5 miliardi di euro, pari a 694 milioni di euro medi annui dal 1998 al 2015.
Occorre considerare, peraltro, che l’introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria legati alla considerazione che lo Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori, e distribuisce la maturazione dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni, e basati sull’attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando flussi di cassa positivi e una plusvalenza di 4 miliardi di euro.
SALDO POSITIVO PER LO STATO. Un ulteriore affinamento dell’analisi, da un lato, introducendo i minori introiti legati agli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e, dall’altro, considerando la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (quota ricavata dalla Matrice di contabilità sociale) determinerebbe un saldo positivo per lo Stato di 10,5 miliardi di euro.
Un ampliamento della valutazione, che dovesse riguardare gli attori che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le agevolazioni, ossia Stato, Famiglie e Imprese, nel periodo 1998-2015, potrebbe determinare un saldo per il sistema Paese di poco più di 15 miliardi di euro. Il saldo per lo Stato di circa +10,5 miliardi di euro deriverebbe dall’incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni (negativi), dalle maggiori entrate derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo). Andrebbero poi considerati: le famiglie, o più correttamente gli investitori, il cui risultato “negativo” di quasi -158 miliardi di euro è conseguente al saldo tra l’investimento effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle bollette energetiche (positivo); le Imprese e il fattore lavoro, che vantano un saldo positivo di +163 miliardi di euro, risultato di un fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi).
EMERSIONE DEL NERO E RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI E DELLE EMISSIONI. Oltre a quanto precedentemente evidenziato, nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati due aspetti importanti, che allo stato appare complesso quantificare. Si tratta, da un lato, degli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare” e, dall’altro, della riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di Co2. Quest’ultimo aspetto si connette al dibattito in corso sui cambiamenti climatici anche in vista dei prossimi appuntamenti internazionali.
ESTENSIONE DELL'ECOBONUS. “C’è consenso in Parlamento sulla necessità di confermare ed allargare questa misura ad altri soggetti: edilizia sociale, condomini, imprese. E di ampliarla anche ad altri campi, quali il consolidamento antisismico e la bonifica dell’amianto”, sottolinea il presidente della commissione Ambiente di Montecitorio, Ermete Realacci. “Su questo più volte ha confermato il proprio consenso e impegno il ministro delle Infrastrutture Delrio. La Legge di Stabilità è la sede adeguata per queste scelte”.
Oltre che per rilanciare la nostra economia investendo su un’edilizia di qualità che non consumi nuovo territorio ma punti su innovazione, sicurezza e bellezza, è anche una strada – aggiunge Realacci - per affrontare i problemi posti dai mutamenti climatici in atto, considerando che circa un terzo dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 si devono agli edifici. Estendere e confermare l’ecobonus significa ridurre i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette. Con vantaggi sia per le famiglie che per le casse dello Stato. Basti pensare che tra una casa costruita bene e una costruita male passa una bolletta energetica di 1.500-2.000 euro l’anno e che nelle sole scuole i consumi di energia valgono 1.300 milioni l’anno. Investendo in efficienza energetica questa cifra può essere ridotta di almeno un terzo.