“L'Italia è vicina a un risultato epocale: l'introduzione nel codice penale dei reati contro l'ambiente. Dopo l'approvazione a larghissima maggioranza della Camera, segno di grande sensibilità sul tema da parte del Parlamento, il testo sugli Ecoreati sarà legge entro fine mese”.
Così Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, ha commentato il via libera ieri della Camera al disegno di legge sugli ecoreati.
STRALCIATA LA NORMA CHE VIETAVA L’USO DELLA TECNICA DELL’AIR GUN. Montecitorio ha stralciato la norma, introdotta dal Senato (art. 452-quaterdecies), che puniva con la reclusione da 1 a 3 anni chiunque utilizza la tecnica dell'air gun o altre tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi.
“Senza la zavorra di una norma sbagliata come quella che vietava la tecnica 'Airgun' per le esplorazioni in mare - spiega Galletti - il provvedimento è finalmente pronto all'approvazione definitiva al Senato: sarà un iter spedito, che partirà già dalla prossima settimana e che in pochi giorni consegnerà al Paese strumenti di fondamentale importanza per il contrasto agli scempi del nostro ambiente”.
“Il Governo non indietreggia di un passo sugli ecoreati, anzi, ritengo del tutto pretestuose le polemiche sulla soppressione della norma che vieta l’uso della tecnica dell’air gun”, ha dichiarato Silvia Velo, Sottosegretario di Stato all’Ambiente.
GLI AMBIENTALISTI: “IL GOVERNO FAVORISCE I PETROLIERI”. “Era la volta buona ma a pochi metri dal traguardo il governo cambia idea e, dopo tante rassicurazioni e prese di posizione pubbliche da parte di diversi ministri, sostiene l'emendamento per togliere subito il comma sull'air gun dal disegno di legge sugli ecoreati e lo rispedisce al Senato dove rischia l'affossamento, vista la maggioranza risicata, l'ostracismo delle Commissioni giustizia e ambiente a partire dai loro presidenti e visto che una parte dei senatori Pd non vogliono i reati ambientali nel codice penale. È un atto davvero incomprensibile che rischia di far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che il Paese attende da 21 anni, per fare un favore alle società petrolifere, soprattutto straniere, interessate a cercare nei fondali marini quantitativi insignificanti di petrolio”, commentano Legambiente e Libera, promotrici dell'appello "In nome del popolo inquinato: subito gli ecoreati nel codice penale", sottoscritto da altre 23 associazioni di cittadini, medici, studenti e di categoria.
Le due associazioni sottolineano che “I dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un'assoluta irrilevanza ai fini dell'indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane. Le compagnie petrolifere interessate all'uso dell'air gun e che hanno presentato istanze di permesso di prospezione e di ricerca sono in totale 17, di cui 12 straniere (5 britanniche, 3 australiane, 2 norvegesi, 1 irlandese, 1 statunitense)”.
INTRODOTTI 5 NUOVI DELITTI AMBIENTALI. Il disegno di legge - testo unificato delle proposte di legge C. 342-957-1814-B - conferma le contravvenzioni previste dal Codice dell'ambiente ma aggiunge - con un nuovo Titolo VI-bis del codice penale - ulteriori fattispecie, aventi natura di delitto.
INQUINAMENTO AMBIENTALE (ART. 452-BIS). Punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili dello stato preesistente «delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo» o «di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna»; aggravanti di pena sono previste se l'inquinamento riguarda specifiche aree protette nonché (art. 452-ter) provochi lesione o morte di una o più persone.
DISASTRO AMBIENTALE (ART. 452-QUATER). Sanziona con la reclusione da 5 a 15 anni, alternativamente, un'alterazione irreversibile dell'equilibrio di un ecosistema; un'alterazione dell'equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; l'offesa all'incolumità pubblica determinata con riferimento sia alla rilevanza del fatto per l'estensione della compromissione ambientale o dei suoi effetti lesivi, sia al numero delle persone offese o esposte al pericolo. La nuova norma prevede una clausola di salvaguardia ("fuori dai casi previsti dall'articolo 434"), volta a differenziare il disastro ambientale dal delitto relativo al crollo di costruzioni o altri disastri dolosi (cd. disastro innominato) che ha finora svolto funzione di supplenza per la mancanza di uno specifico delitto di disastro ambientale. Anche il disastro ambientale prevede un'aggravante ove il danno si produca in specifiche aree protette.
TRAFFICO E ABBANDONO DI MATERIALE AD ALTA RADIOATTIVITÀ (ART. 452-SEXIES). Punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro il reato di pericolo di chiunque abusivamente «cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente»; specifiche aggravanti sono previste in relazione all'entità del possibile danno per l'ambiente.
IMPEDIMENTO DEL CONTROLLO (ARTICOLO 452-SEPTIES). Punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni chiunque impedisce, intralcia o elude l'attività di vigilanza e controllo ambientale e di sicurezza e igiene del lavoro ovvero ne compromette gli esiti.
OMESSA BONIFICA (ART. 452-TERDECIES). Introdotto dal Senato, punisce con la reclusione da 1 a 4 anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro chiunque, essendovi obbligato, non provvede alla bonifica, al ripristino e al recupero dello stato dei luoghi. L'obbligo dell'intervento può derivare direttamente dalla legge, da un ordine del giudice o da una pubblica autorità.
AGGRAVANTE AMBIENTALE. Un nuovo articolo 452-novies (aggravante ambientale) è introdotto nel codice penale per prevedere un aumento di pena quando un fatto-reato sia commesso per la commissione di un delitto contro l'ambiente.
LE ALTRE NOVITÀ. Il provvedimento, inoltre, stabilisce diminuzioni di pena per l'ipotesi colposa di inquinamento ambientale e di disastro ambientale (art. 452-quinquies) nonché per coloro che collaborano con le autorità ed evitano che i delitti contro l'ambiente siano portati a conseguenze ulteriori (ravvedimento operoso, art. 452-decies); prevede un aggravamento di pena per i reati associativi connessi ai delitti contro l'ambiente (art. 452-octies); prevede che, in caso di condanna o patteggiamento per uno dei nuovi delitti ambientali nonché per associazione a delinquere (tanto comune quanto mafiosa) finalizzata alla commissione di delitti ambientali, il giudice debba sempre ordinare la confisca dei beni prodotto o profitto del reato o che servirono a commetterlo, salvo che appartengano a terzi estranei al reato (art. 452-undecies); stabilisce che, se la confisca non è possibile, il giudice debba ordinare la confisca per equivalente (analoga disposizione è inserita nel Codice dell'ambiente, per il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, art. 260, comma 4-bis); obbliga il condannato al recupero e - ove possibile - al ripristino a proprio carico dello stato dei luoghi (art. 452-duodecies); prevede per i nuovi delitti ambientali il raddoppio dei termini di prescrizione e che alla condanna per tali delitti consegua l'incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione; impone al pubblico ministero procedente di dare comunicazione al Procuratore nazionale antimafia delle indagini per i nuovi delitti contro l'ambiente; coordina la disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in caso di reati ambientali; introduce nel codice dell'ambiente un procedimento per l'estinzione delle contravvenzioni e degli illeciti amministrativi ambientali ivi previste, collegato all'adempimento da parte del responsabile della violazione di una serie di prescrizioni nonché al pagamento di una somma di denaro.