Le costruzioni in legno rappresentano il 7% delle nuove abitazioni costruite nel 2017, con un numero di edifici stimati realizzati sul territorio nazionale pari a 3.224, di cui il 90% destinato al residenziale, per una stima di valore complessivo del costruito pari a circa 700 milioni di euro. Le imprese che operano nella realizzazione di edifici in legno sono spesso diversificate anche in altri segmenti del mercato del legno (grandi costruzioni, ponti, coperture in legno eccetera) e complessivamente generano un mercato che si stima in 1,3 miliardi di euro. Sono alcuni dei dati che emergono dal terzo “Rapporto Case ed Edifici in Legno” di FederlegnoArredo, relativo agli anni 2016-2017.
Numeri che evidenziano un trend in controtendenza rispetto a un settore dell’edilizia ancora sofferente, a conferma dell’interesse crescente di committenti privati e pubblici per questa tipologia di costruzioni, grazie ai vantaggi che possono garantire in termini di consumi energetici, sostenibilità, costi e sicurezza sismica.
Basata sull’elaborazione dei dati forniti da 239 aziende – ovvero i principali player del settore – l’indagine ha analizzato l’edilizia in legno in Italia in termini di numero di edifici costruiti (residenziali e non residenziali), stima del mercato nazionale, distribuzione territoriale delle aziende e del loro fatturato, nonché la distribuzione delle soluzioni abitative realizzate per singola Regione.
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, la maggior concentrazione di imprese (il 24%) è nel Trentino Alto-Adige, seguito dalla Lombardia (22%) e dal Veneto (15%). In relazione alla distribuzione territoriale delle abitazioni in bioedilizia, troviamo in testa la Lombardia (con il 23% delle abitazioni), seguita da Veneto (19%), Trentino-Alto Adige (12%) ed Emilia-Romagna (11%), mostrando così come la tecniche costruttive in legno si stiano progressivamente diffondendo anche in territori tradizionalmente meno legati all’utilizzo di questo materiale a uso strutturale.
Il confronto con la produzione di edifici in legno degli altri Paesi europei conferma inoltre il nostro paese al quarto posto come capacità produttiva e volumi di mercato gestiti, dopo Germania, Regno Unito e Svezia, segnando una costante crescita dimensionale.
Anche in assenza di eventi eccezionali come Expo 2015 – che aveva inciso in modo rilevante sulla produzione di strutture in legno, per la realizzazione dei padiglioni – in Italia il settore della bioedilizia in legno ha mantenuto anche nel 2017 lo stesso peso percentuale di mercato del 2015. I dati analizzati su serie storica evidenziano una progressiva crescita del comparto industriale (la cui produzione stimata era di circa 440 milioni di euro nel 2005)
Esprime soddisfazione Marco Vidoni, presidente di Assolegno:
Il settore delle costruzioni in legno ha le potenzialità per divenire un riferimento qualitativo a livello comunitario, coniugando eccellenza progettuale a quella realizzativa. È compito dell’associazione accompagnare il comparto industriale verso principi di tutela delle maestranze e logiche di espansione sul mercato nazionale e internazionale.
Privato e non solo: si stima infatti dai primi dati del 2018, una crescita dei bandi pubblici (oltre 76 interventi edili, considerando solo i le gare entro i quali la categoria OS32 “Strutture di legno” è stata inquadrata prevalente). Anche Angelo Marchetti, consigliere incaricato al Gruppo case ed edifici in legno di Assolegno, rimarca la posizione del settore all’interno del comparto edile: “È innegabile che le costruzioni in legno stiano progressivamente abbracciando realizzazioni complesse in ambito urbano. La velocità realizzativa, la sostenibilità e i pochi spazi di ingombro di cantiere possono e devono diventare nel tempo un elemento di scelta consapevole per il committente, sia questo privato o pubblico”.