Nuove costruzioni

Edificio Zero Energy che mixa progettazione passiva e attiva

Camini solari, vetri intelligenti, dispositivi di ombreggiamento, verde pensile, fotovoltaico e sensori di movimento per la BCA Academy di Singapore. Una struttura-modello per la progettazione eco-sostenibile

martedì 24 marzo 2015 - Erika Seghetti

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Sebbene la sua realizzazione risalga a qualche anno fa, la struttura che ospita, e di proprietà, della BCA (Building and Construction Academy) di Singapore è tutt'ora un modello per la progettazione ZEB, Zero Energy Building. Realizzato per testare alcune fra le tecnologie più innovative nel campo dell'efficienza energetica e per dimostrare che è possibile raggiungere obiettivi di ecosostenibilità e di riduzione dei consumi energetici grazie ad una progettazione attenta, l'edificio, progettato da DP Architects, produce di fatto più energia di quanto consumi, e il surplus viene immesso nella rete della città, a beneficio delle strutture adiacenti.

Progettazione passiva a attiva
Ideata coniugando due principi- quello della progettazione passiva, con l'obiettivo di limitare le dispersioni e di ottimizzare i consumi, e quella attiva, per produrre l'energia necessaria in loco- la struttura subisce un monitoraggio e un aggiornamento costante a livello strutturale e gestionale, realizzato di pari passo al mutare del funzionamento interno e delle condizioni climatiche esterne.  

Vetri intelligenti
La facciata è ricoperta da vetri basso emissivi a controllo selettivo e finestre fotovoltaiche che azzerano il carico termico e riducono l'irraggiamento eccessivo e diretto. 


Fotovoltaico

Oltre al grande impianto in copertura, 1540 mq, piccoli inserti fotovoltaici sono presenti anche nelle schermature in facciata, che creano la giusta ombreggiatura per ridurre la luce diretta, senza compromettere l'azione di una illuminazione e ventilazione naturale.


Tunnel e camini solari
Sempre per consentire una corretta illuminazione naturale sono stati installati dei 'tunnel', o condotti, solari che, attraverso un gioco di specchi, riescono a illuminare in modo corretto anche gli angoli più bui della struttura. 



Una serie di camini solari installati sulla copertura permettono, oltre a un migliore irraggiamento interno, di migliorare la ventilazione naturale degli interni sfruttando la convenzione di aria riscaldata con l’energia solare passiva. Grazie ai pannelli fotovoltaici della copertura ed il loro   naturale surriscaldamento, i camini solari sfruttano la differenza di temperatura tra interno ed esterno per aspirare, ventilare e far raffreddare l’ambiente al di sotto del camino stesso, migliorando oltretutto l’efficienza del fotovoltaico.


Ventilazione dislocata, personalizzata e con sensori di presenza

Grazie a un sistema di ventilazione dislocata e personalizzata, l'aria viene immessa negli ambienti attraverso dei diffusori installati sul pavimento. In questo modo, sfruttando il principio della gravità, l'aria si diffonde in modo uniforme: l'aria calda sale verso il soffitto, quella fresca proviene dal basso e il ciclo continuo consente un ottimo comfort degli ambienti. 


Senza considerare, poi, che in ciascuna postazione di lavoro la ventilazione, così come il riscaldamento, è gestibile dall'occupante, cercando in questo modo di soddisfare le singole esigenze personali. Oltre a questa personalizzazione è stato installato un sistema di sensori che consente un funzionamento degli impianti solo nel caso in cui siano occupati.
La qualità dell’aria interna è inoltre costantemente monitorata grazie a un sistema di sensori e connessa all’impianto di ventilazione naturale che si aziona per mantenere gli ambienti sempre freschi e salutari.

Verde, in copertura e sulle pareti
Ovviamente non manca il verde. In copertura è stato realizzato un tetto verde, che consente di calmierare l'azione dell'irraggiamento diretto, e lo stesso principio vale per alcune aree in facciata coperte da pareti verdeggianti.


I risultati in numeri

Stando alle ultime rilevazioni, l'edificio riesce mediamente a risparmiare 85mila dollari di energia elettrica all'anno, rispetto a un edificio 'tradizionale' e a ridurre le emissioni di CO2 di circa 200 tonnellate. E' uno dei simboli chiamati in causa per il raggiungimento dell'obiettivo che Singapore si è posto per il 2030, quello di convertire l'80% degli edifici in strutture ZEB.

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