Nel 2024 il settore delle costruzioni registra una contrazione del fatturato pari al 4%, pari a una perdita stimata di 8 miliardi di euro. A rivelarlo sono i dati dell’Osservatorio sui bilanci delle società di capitali del settore costruzioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che attribuiscono il calo all’esaurimento dell’effetto trainante del Superbonus e ad altri fattori congiunturali.
Calo nei primi mesi del 2024
Secondo i dati sulla fatturazione elettronica, nei primi otto mesi del 2024 l’imponibile IVA del settore si è ridotto del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Parallelamente, i dati Istat sulla produzione nelle costruzioni hanno registrato un calo del 4,6%.
Nonostante il rallentamento, i risultati del 2024 mostrano un’importante tenuta rispetto ai livelli pre-pandemia: rispetto al 2019, il fatturato del settore risulta comunque aumentato dell’82,4%, segnando un consolidamento dei risultati straordinari ottenuti nel periodo 2021-2023.
Dal boom post-pandemico alla flessione
Dopo la battuta d’arresto del 2020 a causa della pandemia, il settore aveva vissuto un vero e proprio boom. Nel 2021 il fatturato era aumentato del 33,4%, seguito da ulteriori incrementi significativi nel 2022 (+24,6%) e nel 2023 (+21,9%). Tuttavia, il rallentamento osservato a partire dal 2023 è attribuito in parte al ridimensionamento del Superbonus e in parte a una fisiologica stabilizzazione dopo anni di crescita senza precedenti.
Sfide all’orizzonte e prospettive di ripresa
Le previsioni per il 2025 delineano un ulteriore rallentamento degli investimenti in costruzioni, a causa di fattori come l’aumento dei costi di finanziamento, le restrizioni al credito e il progressivo smantellamento degli incentivi alla riqualificazione edilizia. Tuttavia, il settore potrebbe beneficiare di una nuova spinta nel 2026, grazie agli effetti espansivi dei programmi del PNRR, che dovrebbero favorire una ripresa del comparto edilizio.
Secondo i commercialisti, sebbene il contesto attuale ponga sfide significative, la solidità dimostrata dal settore nel periodo post-pandemico resta un indicatore positivo per il futuro.