Al MiSE si è svolto ieri il tavolo sull’edilizia, presieduto dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui hanno partecipato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le associazioni e i sindacati del settore edile.
In apertura, il Ministro Patuanelli ha sottolineato come “l’obiettivo di questo incontro è quello di avviare un confronto al fine di individuare nuove misure e verificare gli strumenti esistenti, attraverso il coinvolgimento sinergico sia del MEF che del MIT, in modo da dare risposte funzionali al rilancio di un settore da anni in difficoltà.
L’edilizia rappresenta, sia per numero di imprese e lavoratori coinvolti, sia per il volume di fatturato prodotto, uno dei settori di traino dell’economia italiana e quindi parte importante della politica industriale del nostro Paese”.
Per supportare questo settore, nell’ambito delle trasformazioni tecnologiche in atto nel sistema produttivo e infrastrutturale, sempre più toccato dai processi di riconversione ecosostenibile e riqualificazione ambientale, sono già state confermate nella legge di bilancio in corso di approvazione in Parlamento le misure relative al Piano Casa, con la proroga al 31 dicembre 2020 delle detrazioni fiscali per interventi di riqualificazione degli edifici, e la proroga degli incentivi del Piano Impresa 4.0, ulteriormente potenziato e semplificato al fine di ampliare la platea dei beneficiari. E’ stata inoltre resa strutturale la cosiddetta norma Fraccaro, che sostiene investimenti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile dei comuni. Riguardo alla realizzazione di opere infrastrutturali, pubbliche e private, è necessario intervenire affinché agli investimenti stanziati si accompagnino processi di semplificazione burocratica per garantire certezza dei tempi.
E’ stato anche avviato un approfondimento sulla possibilità di modificare alcune misure agevolative, al fine di meglio adattarle alle esigenze del settore dell’edilizia.
Nei loro interventi, sia le associazioni di categoria che i sindacati hanno manifestato apprezzamento per la convocazione e l’attenzione dimostrata per un settore che si trova in difficoltà da molti anni e che adesso necessita di interventi immediati, per i quali tutti si sono detti disponibili a proseguire il confronto.
Al termine dell’incontro, i partecipanti sono stati invitati dal Ministro ad inviare i loro contributi entro la metà di gennaio, in modo da permettere la definizione di un calendario di tavoli tecnici che vedano il MiSE e gli altri Ministeri coinvolti nella definizione di proposte operative.
LA NOTA DI FINCO
Premessa
Il Tavolo dovrebbe avere un orizzonte più ampio e guardare al settore delle costruzioni nel suo complesso. L’edilizia è solo una parte del più vasto e articolato sistema delle costruzioni.
Il Ministro nell’ambito dell’informativa sulle crisi aziendali alla Camera dei Deputati ha preso in considerazioni due tipi di crisi:
1. quella che riguarda i settori obsoleti
2. quella che riguarda la singola azienda
non ha preso, però, in considerazione un terzo tipo di crisi:
3. quella che riguarda i settori che sono in crisi per un blocco globale del sistema economico causato da una spirale recessiva complessiva e che non ha trovato sostegno in una politica industriale di settore di lungo corso.
L’assenza di una politica industriale per il settore delle costruzioni è stata, probabilmente, accentuata dalla bipartizione delle competenze tra MIT e MISE. La “diarchia ” ha fatto verosimilmente passare in secondo piano il ruolo di supporto e di “sviluppo economico” che il MISE dovrebbe avere anche nei confronti di questo settore, accentuando il solo ruolo di “regolazione” del MIT.
Necessità di un piano di investimenti su infrastrutture, manutenzioni e messa in sicurezza del territorio che sia ben più ampia della spesa corrente dello Stato.
Necessità di recuperare la centralità della funzione del Ministero che deve essere di sviluppo economico, lasciando al MEF l’onere della copertura della spesa. Spesso si è assistito, nel corso degli anni, a “preoccupazioni” di spesa per la crescita da parte del MISE che andavano molto al di là delle remore del MEF stesso.
Tematiche di interesse
Riqualificazione energetica: Bene l’ipotesi di conferma nella Legge di Bilancio per il 2020 * (art 19) del bonus per efficienza energetica e sismica (anche se limitato ad un solo anno). Sarebbe, però, necessario:
1. Stabilizzazione delle detrazioni fiscali nel tempo (anche con graduazione del tempo di ritorno dell’intervento in maniera inversamente proporzionale alla detrazione conseguita – più è lungo il tempo di recupero, più è alta la percentuale di detrazione);
2. Ripristino 65% per serramenti e schermature solari (ora 50%), a prescindere dai lavori condominiali. Sono misure semplici, alla portata economica dei consumatori e facilmente riconoscibili nel panorama degli interventi;
3. Percentuale di detrazione per riqualificazione energetica, comunque superiore a quella per le ristrutturazioni “semplici” per stimolare gli interventi di efficienza energetica.
Sisma bonus – stabilizzazione ma anche miglioramento dei meccanismi di funzionamento.
Bonus facciate: (detrazione al 90% in via di definizione nell’ambito della Legge di Bilancio 2020). Presentato emendamento 25.2000 da parte dei Relatori Accoto e Stefano per applicazione alla sola parte opaca delle facciate nelle zone A e B **, con applicazione limitata alle persone fisiche; prevista anche riduzione al 50% per gli altri soggetti.
Se è comprensibile l’applicazione alla sola facciata esterna, non si comprende, viceversa, ostracismo verso la parte trasparente: rappresenterebbe una grande complicazione applicare due diversi bonus a trasparente ed opaco.
Legge Crescita (L58/19) Art. 10, non condivisibile lo sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione energetica e sismica. Andrebbe abolito.
Positiva la Risoluzione presentata dal sen. Girotto, ed approvata dalla Commissione 10^ del Senato: sospensione transitoria del meccanismo dello sconto in fattura nell’attesa che vengano trovati meccanismi che consentano anche alle PMI di potervi fare fronte. Se ne attende applicazione e si auspicano cambiamenti sostanziali all’art. 10.
Emendamento Toffanin 19.08.48 del 11.12.19 dovrebbe aver eliminato (in Commissione Bilancio del Senato). Si attende l’Aula e la seconda lettura della Camera dei Deputati.
Ecoprestito come alternativa all’art. 10 del DL Crescita per stimolare interventi su vasta scala anche per soggetti fiscalmente incapienti.
Ritenuta 8% sui bonifici per gli interventi di riqualificazione energetica (ex L 194/2014 - Legge di Stabilità per il 2015). E’ un anticipo di tassazione su futuri (ipotetici guadagni). Prelievo ingiustificato anche alla luce della fatturazione elettronica intesa quale strumento per verificare le transazioni ed evitare lavoro nero . Si applica solo alle imprese italiane, con che vengono, quindi penalizzate rispetto ai concorrenti esteri. Andrebbe abolito o ridotto all’originario 4%.
Anticipazione alla SA dei contributi previdenziali sulle retribuzioni dei dipendenti di appaltatori e subappaltatori (art. 4 DL 26 ottobre 2019, n. 124 - Decreto Legge c.d. Fiscale) per appalti superiori a 200.000 euro: rappresenta un appesantimento ed una grave complicazione per le imprese.
Appalti – regole applicative in via di definizione (Regolamento Unico).
Per evitare crisi aziendali negli anelli più deboli della catena è necessario:
1. Valorizzare le imprese seriamente qualificate sulla base di evidenze oggettive legate a know-how, attrezzature ed idonee professionalità. Se non si cerca la qualità nell’impresa e non si sgombra il campo dalla concorrenza sleale di imprese che si qualificano senza alcun requisito di “materialità”, quelle che sono maggiormente strutturate sono destinate ad entrare in crisi per i maggiori costi che devono affrontare;
2. Formalizzare un modello di “contratto di subappalto tipo” che ripercuota sul subappaltatore gli stessi oneri che l’appaltatore ha nei confronti della SA; la richiesta, infatti di oneri e garanzie supplementari non richieste dalle SSAA assieme ai pesanti ritardi nei pagamenti (anche quando la SA ha già saldato), spesso mettono il subappaltatore in gravissime difficoltà;
3. Procedere al pagamento diretto, generalizzato e puntuale da parte della SA al subappaltatore e ad ogni altro soggetto subcontraente – come i noleggianti a caldo o i membri dei RTI ;
Split payment - che la PA versi IVA direttamente all’Erario e non al fornitore/prestatore di lavoro rappresenta un problema per le imprese che, nella maggior parte dei casi, sono sempre a credito IVA nei confronti dell’Erario, non avendo un giro d’affari sufficiente a compensare l’IVA in eccesso.
Problemi specifici si creano negli appalti anche nel caso di Raggruppamenti Temporanei di Impresa in cui la mandataria riceva pagamento senza IVA da parte della SA, ma deve poi versare con IVA alle mandanti il dovuto.
Reverse charge – molte delle attività di costruzione sono soggette al meccanismo dell’inversione contabile dell’IVA che prevede uno spostamento del carico tributario IVA dal venditore all’acquirente /dal cedente al cessionario/ dal prestatore al committente (attività di installazione e finiture tra queste), con conseguente pagamento dell’imposta da parte di quest’ultimo.
Posto che il meccanismo si applica solo a soggetti residenti in Italia, di fatti rappresenta un appesantimento dell’attività di impresa.
Altri temi di interesse generale:
- riduzione pressione fiscale,
- snellimento adempimenti burocratici,
- riduzione tempi della giustizia
* Legge di Bilancio (AS 1586 art. 19 detrazioni riqualificazioni, art. 25 bonus facciate)
** DM 1444/68- art. 2 Zone Territoriali Omogenee : A = centro storico; B = territorio totalmente o parzialmente costruito.
SINDACATI: "SUBITO AZIONI PER IL RILANCIO DEL SETTORE". “Accolta la nostra proposta al ministro Patuanelli di coinvolgere gli altri ministeri per sviluppare i temi dell’edilizia. Le prossime settimane vedremo nel merito se vi saranno proposte ed azioni condivise, in linea con le richieste che abbiamo avanzato per un rilancio del settore che valorizzi occupazione, qualità, salari, tutele".
È il commento di Cgil, Cisl, Uil, Feneal, Filca, Fillea al termine dell’incontro al Mise con il ministro Patuanelli per l’avvio di un tavolo sul rilancio del settore delle costruzioni.
Nel corso dell’incontro, i sindacati hanno illustrato la drammatica situazione del settore - persi 800mila posti di lavoro e chiuse 120mila imprese - e consegnato alcune proposte di lavoro, sottolineando la necessità che il governo avvii una “politica industriale nuova per l’edilizia, con una visione di sistema, che non disperda un patrimonio produttivo ed occupazionale ancora importante e accompagni la trasformazione del mercato, l’innovazione di processo e di prodotto, una sua maggiore sostenibilità ambientale, in coerenza con gli stessi obiettivi ONU e dell’UE per un nuovo modello di sviluppo.”
Dai sindacati la proposta che il Mise si faccia promotore di specifici tavoli tecnici tematici “coinvolgendo altri Ministeri ed Istituzioni e rendendo permanente il tavolo per il rilancio del settore, con il coinvolgimento delle parti sociali più rappresentative e delle diverse istituzioni interessate” e che si attivino tutte le sinergie necessarie per affrontare le grandi priorità del settore che coinvolgono oltre al Mise anche altri dicasteri, come ad esempio il tema della rigenerazione urbana e la corretta implementazione del Codice degli Appalti.
Dai sindacati infine un pacchetto di “proposte di lavoro” da affrontare al tavolo. Prima fra tutte la crisi di alcuni grandi imprese e dei relativi indotti (da Astaldi a Cmc, da GLF a Tecnis, ecc.) che, interessando decine di opere grandi e medie, “ha di fatto bloccato o rallentato il programma pluriennale “Connettere l’Italia” e la realizzazione di grandi opere necessarie al Paese” spiegano i sindacati, che chiedono di “generalizzare la politica di intervento delle banche (conversione dei crediti in partecipazione) e soprattutto di Cassa Depositi e Prestiti, allargando il perimetro di Progetto Italia.
Quest’ultimo non deve essere solo un intervento a favore di Salini-Impregilo, ma un progetto di sistema, aperto - anche attraverso la creazione di uno specifico Fondo di Garanzia - alla partecipazione di altre imprese del settore, da cooperative che già operano da anni in grado di specializzarsi e crescere ad imprese (specialistiche e non) di medie dimensioni che intendano partecipare al salvataggio di imprese in difficoltà e relativi cantieri pubblici.”
Dai sindacati poi la richiesta di mettere in campo specifiche azioni per una politica mirata alla transizione tecnologica ed ambientale, di rafforzare gli strumenti utili alla qualificazione del settore, delle imprese e al rispetto del Ccnl e della correttezza contributiva, di qualificare le stazioni appaltanti e contrastare lo sciopero della firma, di incentivare la fusione tra le aziende con incentivi ad hoc per consentire una crescita dimensionale del sistema delle imprese, di avviare una politica di incentivi per la rottamazione ed il recupero dei capannoni industriali abbandonati, di mettere in campo misure a sostegno dei Comuni che intendono investire risorse nella messa in sicurezza del territorio, attraverso finanziamenti a tassi agevolati e procedure più semplici e celeri.