Obiettivo vincolante di riduzione aggiuntiva dei consumi energetici finali (rispetto alle previsioni del 2020) dell’11,7% al 2030.
Lo prevede l'accordo preliminare sulla nuova direttiva di efficienza energetica raggiunto questa mattina dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue. L’accordo sarà prima sottoposto all’approvazione del Comitato dei rappresentanti permanenti al Consiglio e della commissione ITRE del Parlamento Ue. Quindi, la direttiva dovrà essere adottata formalmente dal Parlamento e dal Consiglio e pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Il nuovo target è inferiore rispetto a quello del 14,5% approvato a settembre 2022 dall'Europarlamento (la Commissione europea aveva proposto un target del 13% nel piano REPowerEU).
L’obiettivo dell'11,7% dovrà essere raggiunto collettivamente da tutti gli Stati membri dell'Unione europea.
Si è convenuto che tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento del target attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti dagli Stati membri nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pniec), i cui aggiornamenti sono previsti per il 2023 e il 2024.
La formula per il calcolo dei contributi nazionali sarà indicativa, con la possibilità di scostarsi del 2,5%, e terrà conto di vari fattori tra cui l'intensità energetica, il Pil pro capite, lo sviluppo delle rinnovabili e il potenziale di risparmio energetico.
Consiglio e Parlamento hanno concordato un graduale aumento dell’obiettivo di risparmio energetico annuale, per il consumo finale di energia dal 2024 al 2030. Gli Stati membri assicureranno nuovi risparmi annuali dell’1,49% in media durante questo periodo, raggiungendo gradualmente l’1,9% il 31 dicembre 2030.
Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolo verso l’obiettivo, dei risparmi energetici realizzati attraverso misure ai sensi della nuova direttiva sul rendimento energetico degli edifici, oltre che sulle misure derivanti dal mercato ETS.
Per quanto riguarda il settore pubblico, è stato concordato l'obbligo di conseguire una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9%. Gli Stati membri sono tenuti a rinnovare annualmente almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà di enti pubblici.