Il Parlamento Ue fa il punto su efficienza energetica e rinnovabili. L’Europarlamento ha votato, lo scorso 23 Giugno, due risoluzioni che hanno il duplice obiettivo di ‘scattare una fotografia’ sulla situazione attuale degli stati membri e di fissare obiettivi più stringenti in quei paesi in cui gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti e rischiano di non esserlo al 2020. Sono diversi infatti gli stati in cui, a causa di errori e ritardi, si è ancora indietro sul fronte dell’efficienza. Fra le misure incoraggiate dall’Ue vi è una spinta verso l’autoconsumo, nuovi criteri per i biocarburanti e un maggiore impegno per favorire i veicoli elettrici.
RINNOVABILI
L’Ue divisa in due fra paesi che hanno già raggiunto gli obiettivi al 2020 e altri che rischiano di non raggiungerli
Nella Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2016 sui progressi compiuti nel campo delle energie rinnovabili (2016/2041(INI)) [IN ALLEGATO] la buona notizia è che in molti paesi, tra cui l’Italia, l'obiettivo del 20% di aumento di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 è già stato raggiunto. Ma sono diversi invece i paesi ancora in forte ritardo, come Belgio, Francia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito (per la Gran Bretagna è tutto da rivedere alla luce della Brexit). Ecco perché, si legge nella risoluzione, il Parlamento «deplora che la relazione della Commissione sui progressi compiuti nel campo delle energie rinnovabili non presenti raccomandazioni specifiche per paese, per adeguare le loro politiche, onde garantire il conseguimento degli obiettivi al 2020».
Condividere le best practice europee
La Commissione suggerisce "di identificare e condividere le migliori pratiche in termini di politiche nazionali sulle energie rinnovabili e di promuoverne l'adozione conformemente a un modello europeo piu? convergente, favorendo una maggiore cooperazione e un maggiore coordinamento tra Stati membri".
Incentivi e ricerca
L’Ue invita poi a investire sia in meccanismi di sostegno che favoriscano investimenti a lungo termine e che diano una spinta al settore sia in attività di ricerca e sviluppo.
Obiettivo 2030: 30% di rinnovabili
E per il post 2020? Il passo successivo è guardare alla transizione energetica che superi il 2020, sulla scia degli impegni presi dalla comunità internazionale alla Cop21 di Parigi. Il Parlamento "invita la Commissione a presentare un pacchetto clima e energia per il 2030 piu? ambizioso, che innalzi l'obiettivo dell'Unione relativo alle fonti energetiche rinnovabili portandolo almeno al 30%".
Spinta all’autoconsumo
Uno dei punti fondamentali emersi dalla risoluzione Ue è quello sull’autoconsumo e autoproduzione energetica, definititi come un vero e proprio diritto dei cittadini. Il passo dovrebbe essere quello di promuovere un ruolo attivo di comunità locali, famiglie e singoli individui, chiamandoli a diventare sia produttori che consumatori di energia.
Verso la generazione distribuita
Diretta conseguenza dell’autoconsumo e autoproduzione è quello della generazione distribuita, che andrebbe incentivata con piccoli impianti abbinati a sistemi di accumulo elettrico, alle cooperative energetiche in grado di fornire assistenza tecnica e finanziaria su scala locale, gestendo tutte le pratiche necessarie per realizzare i progetti. Secondo gli europarlamentari, inoltre, «la produzione di elettricità da fonti rinnovabili dovrebbe essere integrata nei sistemi di distribuzione a tutti i livelli, come pure nei sistemi di trasmissione, visti i cambiamenti orientati verso un modello di produzione energetica più flessibile e decentrato».
Trasporti elettrici
Ultima tematica affrontata è quella dei trasporti, responsabili di un incremento delle emissioni di CO2 e per i quali l’obiettivo del 10% di energia rinnovabili è decisamente lontano. Gli europarlamentari suggeriscono di attuare misure più decise per favorire una transizione verso la mobilità sostenibile, puntando soprattutto sull’elettrificazione dei sistemi. Allo stesso tempo sarebbe necessario definire nuovi criteri di sostenibilità dei biocarburanti.
EFFICIENZA ENERGETICA
Le direttive sull’efficienza energetica non sono state recepite in molti paesi (Italia compresa)
Sul fronte dell’efficienza energetica le cose vanno decisamente peggio. Nella Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2016 sulla relazione sull'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica (2012/27/UE) (2015/2232(INI)) [IN ALLEGATO] emerge come sia la direttiva sull'efficienza energetica (2012/27/Ue) che quella sull'efficienza energetica degli edifici (2010/31/Ue) non hanno ancora trovato piena attuazione in molti Paesi europei, tra cui anche l'Italia. L’Europarlamento esprime preoccupazione perché se si continua di questo passo è molto difficile che si possa raggiungere l’obiettivo di riduzione dei consumi di energia del 20% entro il 2020.
Dare attuazione alle direttive e favorire investimenti
Per invertire la rotta la Commissione suggerisce di dare piena attuazione alla legislazione UE vigente, di accelerare gli sforzi e di rimuovere gli ostacoli agli investimenti. Occorrerebbe, inoltre, "intervenire prontamente, se necessario con richieste di adattamento dei piani nazionali in linea con gli obiettivi della direttiva e avvalersi di tutti gli strumenti giuridici per assicurare che gli Stati membri forniscano informazioni aggiornate e precise".
Per il post 2020 il Parlamento Ue ha infine ribadito l’urgenza di fissare un obiettivo vincolante in tema di efficienza pari al 40% per il 2030.