Alcuni aspetti dei tre decreti del Mise in materia di risparmio energetico in edilizia, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2015, “rischiano non solo di provocare gravi conseguenze per il comparto industriale italiano delle facciate continue (un settore che vale 500 milioni di euro di fatturato del Made in Italy nel mondo) e, più in generale dell’Involucro Edilizio, ma anche di porre enormi limiti progettuali all’architettura e di condizionare i valori del mercato immobiliare italiano”.
Lo sostiene Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti) con una lettera del Presidente Riccardo Casini ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, e con un Dossier dedicato (qui sotto in allegato).
INTRODOTTO IL COEFFICIENTE GLOBALE DI SCAMBIO TERMICO HT’ PER LE PARTI DI INVOLUCRO VETRATO. “Con l’introduzione (solo nel recepimento italiano peraltro) del coefficiente globale di scambio termico HT’ per le parti di involucro vetrato e con l’impostazione data al Fattore di Trasmissione Solare Totale, si rischia davvero – avverte Unicmi - di limitare in Italia la libertà per l’edilizia di perseguire gli obiettivi di risparmio energetico scegliendo fra i diversi mix tecnologici possibili ed adattandoli ai bisogni della committenza e alle caratteristiche del territorio, per seguire una serie di binari forzati che finiranno con il compromettere sia l’utile che il bello di ciò che potrà essere costruito”.
Inoltre, Unicmi evidenzia anche “il grave pericolo che corrono gli attuali valori immobiliari di quanto è stato appena costruito o dei cantieri in corso di progettazione ma non ancora arrivati al completamento delle pratiche autorizzative, che rischiano di dover subire pesanti, onerose e ingiustificate modifiche. Basti pensare che, se fossero applicati i nuovi requisiti alle sedi istituzionali degli enti regionali (il nuovo Palazzo Lombardia e il Grattacielo Pirelli, la cui facciata è stata recentemente riqualificata, ma anche la nuova Sede Unica della Regione Piemonte a Torino – ancora in costruzione), queste non risulterebbero in regola”.
L'Associazione “in questi giorni sta provvedendo a condividere le proprie preoccupazioni con le principali Associazioni industriali e professionali coinvolte e si augura di avere presto un segnale di Dialogo dal Ministero, nella certezza che non possa che trattarsi di un incidente di percorso al quale verrà presto trovato rimedio”.