“L'efficienza energetica ha alcuni problemi di replicabilità degli interventi e difficoltà da parte degli istituti finanziari ad erogare risorse sui progetti”.
Lo ha evidenziato il presidente dell'Enea, Federico Testa, durante l'audizione di ieri presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera sulla strategia Ue su riscaldamento e raffreddamento.
"Sul tema dell'efficienza energetica nessuno dirà mai di avere qualcosa contro, poi però bisogna interrogarsi sul perché in Italia, di efficienza energetica, se ne faccia molta meno di quella che bisognerebbe fare. C'è un problema, quello di trovare gli strumenti per rendere operative le cose che condividiamo tutti”, ha osservato Testa.
MANCA ANCORA TUTTO L'INTERVENTO SUI CONDOMINI ANNI '50 E '60. "Industria e privati hanno fatto qualcosa ma manca ancora tutto l'intervento sui condomini anni '50 e '60, che sono il grande problema che abbiamo in Italia anche per i meccanismi tipici dei condomini. C'è bisogno di individuare quali sono i motivi per cui finora non si è fatto e trovare la maniera con cui affrontarli e risolverli".
Per quanto riguarda l'ecobonus 65% e la cessione del credito per i condomini, “così la misura è inutilizzabile” ha avvertito il numero uno di Enea.
INTRODURRE UNA CERTIFICAZIONE DI AFFIDABILITÀ DEI PROGETTI. Per sostenere l'efficientamento energetico occorre rendere fruibili i meccanismi finanziari: "incentivi, fondo di garanzia del Mise e poi intervento della Cassa depositi e prestiti", ha spiegato il presidente dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. "Bisogna fare in modo che quegli interventi siano collegati a dei precisi standard tecnici finora mai presi in esame, altrimenti la cosa non funziona. In tal senso – ha aggiunto Testa - sarebbe estremamente importante, per fluidificare questi processi, inserire all'interno dei meccanismi una sorta di certificazione di affidabilità del progetto e dei risultati che si ottengono, una "bollinatura" effettuata da soggetti pubblici, soprattutto in presenza di fondi pubblici. Può farlo l'Enea, ma anche le Università o il Gse, con l'obiettivo di rendere bancabili i progetti, altrimenti anche se si fa il fondo di garanzia, se il soggetto che richiede non è bancabile di suo allora le banche i soldi non li danno. Si devono quindi cercare vie anche legislative per venirne fuori altrimenti si resta come adesso, cioè tutti dicono di voler fare ma i soldi non arrivano".