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Efficienza energetica, l'analisi del mercato italiano

Dall'Energy Efficiency Report 2015 emergono significative differenze fra le ESCo che realizzano interventi di efficienza energetica su clienti industriali e quelle volte ad efficientare anche gli ambiti del terziario e del residenziale

mercoledì 10 giugno 2015 - Redazione Build News

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Fornire un quadro esaustivo del contesto competitivo che caratterizza il mercato dell’efficienza energetica in Italia, e identificare ed analizzare le peculiarità strategico-organizzative degli operatori europei dell’efficienza energetica ed i mercati esteri più interessanti.

È questo il duplice obiettivo della quinta edizione dell’Energy Efficiency Report, realizzata dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, che sarà presentata Giovedì 18 Giugno presso il PoliMi.  

TRE CONFIGURAZIONI TIPICHE DI FILIERA. L’analisi della filiera italiana dell’efficienza energetica ha l’obiettivo di fare chiarezza sulle fasi e sulle tipologie di operatori che caratterizzano gli interventi di efficienza energetica sul panorama nazionale. Questo studio ha permesso di identificare 3 configurazioni “tipiche” di filiera, determinate in funzione degli operatori coinvolti e dei ruoli che essi assumono all’interno delle varie fasi di realizzazione di un progetto volto a razionalizzare i consumi energetici.

La prima configurazione, che contraddistingue particolarmente il mercato residenziale e per cui transitano ogni anno circa 2.700 milioni di € in interventi, è caratterizzata dalla presenza di operatori non specializzati in materia di efficienza energetica, che spesso afferiscono ad altri comparti industriali (ad esempio termo-idraulico o delle costruzioni). La seconda configurazione, che contraddistingue sia il mercato terziario (sia pubblico che privato) che quello industriale e per cui transitano ogni anno circa 1.700 milioni di €, è caratterizzata dalla presenza di player specialisti in materia di efficienza energetica, per cui è stato coniato il termine di Energy Efficiency Service Provider (EESP), ovvero imprese che possono realizzare alcune o tutte le peculiari attività di un intervento di efficienza energetica senza disporre di capacità produttiva sulle soluzioni per l’efficienza energetica (ad es. sistemi di illuminazione efficienti, CHP, ORC, motori elettrici, inverter, ecc.). Infine, la terza configurazione, tipica del mercato industriale e per cui transitano ogni anno circa 850 milioni di € di interventi, è caratterizzata anch’essa da dalla presenza di player specialisti in materia di efficienza energetica ma che a differenza degli EESP dispongono di capacità produttiva sulle soluzioni per l’efficienza energetica. Per questi soggetti è stato coniato il termine di Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM). Dall’analisi della filiera italiana dell’efficienza energetica emerge come ad EESP e ad OEEM sia imputabile il ruolo di soggetti “chiave” per la diffusione dell’efficienza energetica sul panorama nazionale.

CLASSIFICAZIONE DEGLI OPERATORI. Focalizzando l’attenzione sulla fase di realizzazione degli interventi di efficienza energetica, è stata condotta un’analisi sui modelli di business dei soggetti “chiave”, coinvolgendo 320 imprese operanti sul mercato italiano dell’efficienza energetica (300 EESP e 20 OEEM). Tale indagine ha portato innanzitutto alla classificazione dei vari soggetti in due classi in base al livello di integrazione sulle attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica (Audit energetico e studi di fattibilità, Progettazione, Installazione, Monitoraggio e manutenzione e Gestione degli incentivi), ovvero le attività di cui l’impresa si assume la responsabilità dei risultati, siano essi raggiunti da risorse “proprie” o “esterne”.

Non si è seguita la “tradizionale” classificazione degli operatori che prevede un raggruppamento in funzione della principale attività caratteristica degli interventi di efficienza energetica svolta da ciascuna impresa e che definisce soggetti quali le “ESCo consulenziali” che si occupano solamente di “Audit e studi di fattibilità” e “Progettazione”. Si è infatti preferito adottare un approccio di clusterizzazione “market driven”, ovvero che emerga dal mercato, andando a raggruppare gli operatori italiani dell’efficienza energetica in funzione del grado di copertura delle attività tipiche di un intervento di razionalizzazione dei consumi. Tale approccio ha permesso di fornire un quadro reale del mercato italiano dell’efficienza energetica, facendo emergere aspetti molto interessanti.

IMPRESE SPECIALIZZATE. In particolare, il 56% del campione risulta essere formato da imprese “specializzate”, ovvero che presentano un’integrazione sulle attività “a monte” del processo di realizzazione di un intervento di efficienza energetica, prediligendo le attività di audit energetico e studi di fattibilità e di Progettazione, che nella quasi totalità dei casi vengono realizzate da risorse interne all’impresa. Fra questi, gli operatori che si integrano sull’attività di installazione, nella quasi totalità dei casi ne assumono la responsabilità, demandando tuttavia all’esterno l’attività operativa a soggetti esterni. Non mancano operatori (il 20% del totale) che si occupano essenzialmente della gestione degli incentivi, dando la possibilità ai propri clienti di ottenere le sovvenzioni statati (ad esempio Titoli di Efficienza Energetica). È interessante sottolineare come le cosiddette “società di consulenza energetica” rappresentino invece una “minoranza” del campione, mettendo in evidenza come sia questo un mercato ancora poco “noto”.

IMPRESE INTEGRATE. Il restante 46% del campione è formato da imprese “integrate”, che tendono ad assumersi la responsabilità di tutte le attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica, demandando tuttavia l’operatività dell’attività di installazione a soggetti terzi. Come per gli operatori “specializzati”, quelli che si integrano sull’attività di installazione, nella quasi totalità dei casi ne assumono la responsabilità, demandando tuttavia all’esterno l’attività operativa a soggetti esterni. Non mancano operatori (il 15% del totale) che lasciano al cliente finale la responsabilità sul monitoraggio e sulla manutenzione. Questo capita in particolar modo nel caso di interventi caratterizzati da soluzioni tecnologiche “standard” (motori elettrici, inverter, ecc.) che possono essere gestite dalle risorse afferenti al cliente finale anche in assenza di competenze specialistiche.

Ciascun cluster di soggetti è stato poi analizzato in funzione di alcuni elementi caratteristici dei modelli di business: (i) Core business, che indica l’area di business responsabile della maggior parte del fatturato dell’impresa; (ii) Target market, che indica la tipologia di cliente a cui l’impresa principalmente offre i propri servizi; (iii) Financing, che indica la tipologia di finanziamento tipicamente utilizzata dall’impresa e (iv) Contratto, che indica la tipologia di contratto che l’impresa principalmente offre.

ESCO. Dall’analisi delle imprese “specializzate” emerge che queste siano per la maggior parte ESCo, avendo come core business l’efficienza energetica, ma la presenza di imprese di Facility and plants management è indubbiamente interessante. Questi soggetti offrono servizi di efficienza energetica per ampliare la propria offerta ed ottenere un miglior rendimento degli impianti che gestiscono ed incrementare così la loro marginalità. Gli operatori “specializzati” offrono i propri servizi di efficienza energetica prevalentemente ai mercati terziario ed industriale, prediligendo interventi di media “taglia” e li erogano senza nessuna preferenza sulla forma contrattuale. All’interno di questo cluster, gli Efficiency Service Provider (EESP) tendono a reperire le risorse finanziarie per gli interventi di efficienza energetica che realizzano attraverso l’accensione di debiti presso istituti di credito “partner”. Al contrario, gli Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM) specializzati prediligono invece che sia il cliente ad accollarsi direttamente l’onere del finanziamento del progetto.

Dall’analisi delle imprese “integrate” risulta come queste siano sostanzialmente ESCo, avendo come core business l’efficienza energetica, ma la presenza di imprese di Facility and plants management e di Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM) è indubbiamente interessante. Questi soggetti offrono i propri servizi di efficienza energetica prevalentemente al mercato industriale, non tuttavia tralasciando il segmento del terziario, e li erogano attraverso contratti basati sulla garanzia del risparmio, che, in alcuni casi, assumono requisiti da Energy Performance Contracts. Gli Efficiency Service Provider (EESP) integrati tendono a reperire le risorse finanziarie per gli interventi di efficienza energetica che realizzano attraverso l’accensione di debiti presso istituti di credito che hanno già una relazione con il cliente finale. Gli Original Equipment and Energy Efficiency Manufacturers (OEEEM) integrati finanziano i propri progetti di efficienza energetica sia attraverso l’accensione di un debito che richiedendo capitale al cliente finale.

MODELLO DI BUSINESS. La focalizzazione sulle Energy Services Companies (ESCo) italiane ha l’obiettivo di definire ed analizzare gli elementi che caratterizzano i modelli di business adottati. A tale scopo, il modello di business delle ESCo operanti in Italia è stato declinato in 6 elementi: (i)Tipologia di contratti, ossia la tipologia di contratto che le ESCo principalmente offrono; (ii)Attività, ossia le attività caratteristiche degli interventi di efficienza energetica su cui le ESCo sono integrate; (iii) Tipologia di interventi di efficienza energetica realizzati, ossia le tipologie di soluzioni di efficienza energetica che le ESCo utilizzano negli interventi presso il cliente finale; (iv) Canali commerciali, ossia tipologia di canali perseguiti dalle ESCo al fine di rendere “visibile” la propria offerta sul mercato; (v) Risorse interne, ossia le tipologie di competenze che le ESCo sviluppano al proprio interno; (vi) Partner, ossia le tipologie di soggetti con cui la ESCo instaura una “relazione”. L’indagine, che ha convolto 82 ESCo di cui l’89% certificate UNI CEI 11352 e la restante parte in fase di certificazione, ha mostrato come le imprese si possano clusterizzare secondo 3 archetipi di modelli di business, in funzione la tipologia di cliente a cui l’impresa principalmente offre i propri servizi (industrial, terziario e residenziale).

INDUSTRIAL. In primo luogo, le ESCo “industriali”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica su processi produttivi ed edifici industriali, rappresentano il 25% del campione analizzato. Esse risultano essere totalmente integrate, instaurano partnership con i fornitori delle soluzioni tecnologiche di efficienza energetica al fine di perseguire differenziali di qualità, investono in tipologie di risorse molto eterogenee fra loro (tecniche, economico/manageriali e legali), perseguono quasi tutti i canali di comunicazione e commerciali, offrono contratti “evoluti” basati sulla condivisione dei risparmi energetici con il cliente.

BUILDING. In secondo luogo, le ESCo “building”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica su edifici del terziario (sia pubblico che privato) e del residenziale, rappresentano il 22% del campione analizzato. Esse risultano essere maggiormente integrate sulle prime attività caratteristiche dei progetti di efficienza energetica (audit, progettazione e installazione), instaurano partnership con i fornitori delle soluzioni ma al fine di perseguire differenziali di costo, investono essenzialmente in competenze tecniche e economico/manageriali, veicolano la loro offerta attraverso una rete commerciali, offrono principalmente contratti basati su una remunerazione forfettarie del servizio di efficienza energetica.

FULL SCOPE. Infine, le ESCo “full scope”, ovvero quegli operatori che realizzano principalmente interventi di efficienza energetica sia su processi produttivi che su edifici industriali, del terziario e del residenziale, rappresentano il 53% del campione analizzato. Esse risultano essere integrate su tutte le attività caratteristiche dei progetti di efficienza energetica (audit, progettazione e installazione) e instaurano numerose tipologie di partnership: con i fornitori delle soluzioni, al fine di perseguire differenziali di costo, con università al fine di poter offrire soluzioni innovative ai propri clienti e con istituti di finanziamento, al fine di reperire agevolmente le risorse finanziarie. Le ESCo “full scope” investono essenzialmente in competenze tecniche e economico/manageriali, veicolano la loro offerta attraverso una rete commerciali molto sviluppata ed investendo in fiere e convegni di settore e principalmente contratti basati sulla garanzia del risparmio energetico, ma non condiviso.

DIFFERENZE. Dall’analisi dei modelli di business delle ESCo operanti in Italia emerge una sostanziale differenza fra le ESCo che realizzano interventi di efficienza energetica su clienti industriali (ESCo “industriali”) e quelle volte ad efficientare anche gli ambiti del terziario e del residenziale (ESCo “building” e “full scope”). Le prime infatti risultano essere totalmente integrate, instaurano partnership con i fornitori delle soluzioni tecnologiche di efficienza energetica al fine di perseguire differenziali di qualità, investono in tipologie di risorse molto eterogenee fra loro (tecniche, economico/manageriali e legali), perseguono quasi tutti i canali di comunicazione e commerciali, offrono contratti “evoluti” basati sulla condivisione dei risparmi energetici con il cliente, da cui ne deriva la maggior parte dei ricavi. Queste caratteristiche testimoniano una maggiore maturità delle ESCo “industriali” rispetto alle altre, dovuta essenzialmente alla maggiore esperienza acquisita sul mercato (le ESCo “industriali” sono state le prime ad essere costituite) e alla necessità di dover sviluppare un offerta il più possibile competitiva in segmento complesso e molto concentrato. Dall’analisi emerge inoltre come i modelli di business delle differenti tipologie di ESCo (“industriali”, “building” e “full scope”) tendano ad uniformarsi con il tempo. In particolare, si stima che le ESCo “building” e “full scope” assumeranno una configurazione di modelli di business molto simile alle ESCo “industriali”, dando così la possibilità agli operatori di realizzare interventi in ogni segmento di mercato.

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