Nel 2015 il totale complessivo di investimenti in efficienza energetica in Italia è pari a 5,63 miliardi di €.
È il residenziale a guidare la classifica (con il 53% del totale), seguito dal comparto industriale (nel complesso 1,8 miliardi di €, il 32%) e da terziario e uffici, che assorbono meno del 14% del totale degli investimenti.
I dati sono contenuti nell'Energy Efficiency Report 2016, realizzato dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano e presentato il 9 giugno scorso.
Per il mercato dell’efficienza energetica i segnali sono positivi: gli investimenti negli ultimi 4 anni hanno seguito un trend positivo, mantenendo una crescita costante e passando dai 3,8 mld € investiti nel 2012 ai 5,6 mld € del 2015 (tasso di crescita annua composto del 14%). Tuttavia tale crescita non è stata costante negli anni. Il grafico degli investimenti ha infatti un andamento a «scalino», dovuta al forte incremento verificatosi tra il 2013 e il 2014.
COMPARTO INDUSTRIALE. Il totale degli investimenti in efficienza energetica realizzati nel comparto industriale – nel campione dei sette settori analizzati in dettaglio – è di circa 1,3 mld €.
Le soluzioni di efficienza energetica maggiormente adottate nel comparto industriale riguardano i sistemi di combustione efficienti (nel 2015, 387 mln €), e i sistemi di cogenerazione (nel 2015, 378 mln €).
Emerge il ruolo cardine del settore metallurgico, che ha fatto registrare il più alto livello di investimenti (353,6 mln €), grazie soprattutto ai sistemi di combustione efficienti.
Per valutare la propensione all’efficienza energetica si è costruito un indice che rapporta gli investimenti fatti con il costo della bolletta energetica. I settori della carta, dei prodotti per l’edilizia e del vetro e della ceramica risultano avere una forte propensione all’efficienza. Al contrario il settore alimentare presenta un indice di propensione all’efficienza energetica piuttosto ridotto (pari alla metà di quello della carta).
TERZIARIO. Il totale degli investimenti realizzati nel 2015 dal terziario (GDO e hotel) è di circa 130 mln €. Gli interventi relativi all’illuminazione sono preponderanti con investimenti pari a 64,5 mln €.
La GDO nel 2015 ha investito complessivamente 77,6 mln €, contro i 54 mln € del comparto alberghiero.
Nella GDO l’illuminazione (38,7 mln € investiti), la refrigerazione (12,6 mln €), i motori elettrici (5,8 €) e gli inverter (4,3 mln €) coprono circa l’80% del volume d’affari totale.
Nel settore alberghiero la quasi totalità degli investimenti è legata ad interventi di efficientamento dell’illuminazione (25,5 mln €) o di produzione dell’energia termica, in particolare caldaie a condensazione (8,9 €), cogenerazione (8 mln €) e solare termico (5,6 mln €).
UFFICI. Il totale degli investimenti realizzati nel 2015 negli «uffici», ossia negli edifici non residenziali non adibiti ad attività industriale (che nel nostro Paese sono circa 1,3 milioni), è di circa 650 mln €.
E’ significativo il ruolo della soluzioni volte ad efficientare l’illuminazione, che coprono circa il 43% del volume d’affari complessivo (279 mln €).
Sotto la dicitura «uffici» rientrano anche gli edifici (uffici in senso stretto, ma anche scuole e centri ricreativi ad esempio) della Pubblica Amministrazione. Dei 650 mln € totali per gli “uffici”, si è stimato che 105 mln € sono legati ad investimenti realizzati su edifici della Pubblica Amministrazione. Il 60% di tale cifra è stata impiegata per compiere interventi sulle 43.000 scuole del territorio nazionale (64 mln €), mentre il volume di affari degli investimenti sugli uffici in senso stretto si attesta sui 19 mln €.
Vi è una forte propensione da parte della Pubblica Amministrazione verso interventi sull’involucro edilizio: le superfici opache e le chiusure vetrate hanno un volume d’affari pari a circa il 50% di quello totale, rispettivamente di 33 mln € e di 18 mln €. Significativo è anche il peso delle installazioni di caldaie a condensazione, che nel 2015 hanno fatto registrare investimenti per 19 mln €.
RESIDENZIALE. Il totale degli investimenti in soluzioni di efficienza energetica realizzati nel settore residenziale (12,2 milioni di edifici in Italia) è di circa 3 mld €. Nel 2015 si è registrato un vero e proprio “boom” di installazioni di pompe di calore: il volume d’affari è infatti aumentato di oltre il 50%, arrivando a toccare 1,1 mld €.
Anche gli interventi sull’illuminazione hanno fatto registrare una crescita significativa (450 mln € di investimenti), con un rilevante impiego della tecnologia LED.
ANALISI DELL’IMPATTO DEI POSSIBILI INTERVENTI DEL REGOLATORE SUL MECCANISMO DEI TEE. Gli interventi sui TEE hanno un impatto estremamente differente se associati al volume d’affari totale del comparto dell’efficienza energetica o a quello delle ESCo. Nel primo caso, nel peggiore degli scenari, il mercato si ridurrebbe del 2,7%, mentre le ESCo vedrebbero ridotto il proprio volume d’affari del 12,3%.
Guardando esclusivamente al giro d’affari delle ESCo, tra i settori analizzati si nota una forte eterogeneità degli impatti di possibili interventi su TEE: considerando lo scenario peggiore, nel settore della carta il fatturato delle ESCo si riduce del 22,3% (e questa percentuale è simile anche nella metallurgia, nei prodotti per l’edilizia e nel vetro e ceramica); in settori come quello alimentare e della GDO la variazione del giro d’affari delle ESCo è più contenuto (rispettivamente «solo» -7,1% e -7,7%).
Considerando invece il comparto dell’efficienza energetica nella sua globalità, il quadro tra i vari settori è molto più omogeneo: nel caso più «pessimistico» la riduzione del volume d’affari complessivo oscilla tra il -7,2% della chimica e il -3,8% del settore alimentare, della GDO e degli hotel.
L'impatto della riforma del mercato elettrico domestico. La riforma del mercato elettrico per le utenze domestiche pone sul mercato diverse sfide e opportunità:
- da un lato, riducendo la progressività, spinge alla adozione dell’utilizzo del vettore elettrico a scapito di altri vettori (gas, altri combustibili…) soprattutto per il riscaldamento degli edifici;
- rende sicuramente più conveniente l’efficientamento energetico per i clienti “a basso consumo” (ad esempio per le case non di residenza, usate sporadicamente), spingendoli ad investire in efficienza per ridurre i consumi e quindi “controbilanciare” l’innalzamento della bolletta;
- dall’altro lato, potrebbe rendere un po’ meno conveniente la sostituzione tecnologica "volontaria”.
LO STATO DELL'ARTE DELL'EFFICIENZA ENERGETICA IN ITALIA. Le direttive e gli obiettivi in termini di efficienza energetica per il nostro Paese sono racchiuse nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) e nel cosiddetto “Pacchetto 20-20-20”. La prima – più restrittiva – stabilisce per l’Italia un consumo di energia primaria nel 2020 di 158 Mtep, la seconda nello stesso anno impone un consumo di 167 Mtep.
Al termine del 2015 l’Italia ha fatto registrare un consumo di energia primaria di circa 165 Mtep, ossia già al di sotto della soglia prevista dal “Pacchetto 20-20-20” e di poco superiore a quella indicata dalla SEN.
Tuttavia il quadro sull’adempimento degli obiettivi di efficienza energetica in realtà è più lontano di quanto appaia. Il raggiungimento della quota target è infatti dovuta principalmente al calo dei consumi e della produzione (e alla conseguente riduzione del consumo energetico) e solo in misura minore ad un miglioramento dell’efficienza vera e propria. Nello scenario di riferimento della SEN e del pacchetto 20-20-20 infatti per il 2015 si prevedevano consumi energetici pari a 197,5 Mtep, quasi il 20% in più di quelli effettivamente registrati.
La domanda vera è: gli investimenti in efficienza energetica sarebbero stati sufficienti a raggiungere gli obiettivi previsti dal “Pacchetto 20-20-20” e dalla SEN per ogni anno da qui al 2020 nell’ipotesi in cui si fosse verificato lo scenario di riferimento? La risposta consente di capire se il «sistema dell’efficienza energetica» che abbiamo messo in piedi corre alla velocità necessaria per conseguire i risparmi previsti (nello scenario di riferimento). I valori di riferimento – per i risparmi di energia primaria nel settore residenziale, terziario e dell’industria – diventano quindi:
- 4,7 Mtep/anno per la SEN;
- 3,5 Mtep/anno per il Pacchetto 20-20-20.
IL MERCATO POTENZIALE DELL'EFFICIENZA ENERGETICA AL 2020. Il potenziale di mercato «atteso» nel periodo 2016-2020 per gli investimenti in efficienza energetica si attesta tra i 29,7 (scenario pessimistico) e i 42,2 mld € (scenario ottimistico), con un volume d’affari medio annuo compreso tra i 6 e gli 8,4 mld €.
I risparmi cumulati conseguiti di energia primaria al 2020 si attestano tra i 17,08 e i 24,25.
La differenza tra lo scenario ottimistico e lo scenario pessimistico è di oltre il 40% a testimonianza che ancora molto si può fare (o “disfare”) tenendo conto del momentum raggiunto nell’ultimo biennio dall’efficienza energetica.
Per ottenere obiettivi vicini a quelli fissati nella SEN dovremmo operare nello scenario ottimistico mentre l’obiettivo del “Pacchetto 20-20-20” verrebbe realizzato in due scenari su tre.
Secondo il Rapporto si dovrebbe valutare quanto fatto e quanto da farsi a prescindere dai mancati consumi. Solo in questo modo possiamo valutare se il «sistema dell’efficienza energetica» corre alla velocità necessaria al raggiungimento degli obiettivi. Le condizioni al contorno e la presenza di fattori abilitanti o barriere giocano un ruolo chiave nella determinazione del potenziale di mercato atteso. Appare quindi quanto mai necessario che gli operatori, le istituzioni e gli stakeholder dell’efficienza energetica nel nostro Paese si diano dei nuovi obiettivi, concreti e raggiungibili, per fare dell’efficientamento energetico una opportunità di crescita per l’Italia.