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Emendamento su End of Waste, Amici della Terra: “Blocca il riciclo”

Tutti i materiali che non rientrano nel dispositivo del vecchio decreto DM 5 febbraio 1998 non potranno essere considerati nuovi prodotti. L'associazione Amici della Terra: “Il Governo ha sbagliato a non interloquire con gli stakeholder”

giovedì 13 giugno 2019 - Redazione Build News

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Il Governo ha introdotto nel Decreto Legge Sblocca Cantieri l’emendamento che doveva portare una soluzione al problema del fine vita dei materiali indispensabile per permettere alle aziende di fare economia circolare. “Ad un anno e mezzo dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), il Governo ha approvato un testo sbagliato che causerà molti problemi nel settore dell’industria del riciclo, frenando l’economia circolare perché non permette ai rifiuti di diventare nuovi prodotti”, commenta l'associazione Amici della Terra.

“Con questo emendamento tutti i materiali che non rientrano nel dispositivo del vecchio decreto DM 5 febbraio 1998 non potranno essere considerati nuovi prodotti. Tutte le nuove attività e filiere del riciclo che si sono sviluppate negli ultimi venti anni rischiano di essere illegali perché i materiali non potranno più essere gestiti come materie prime seconde ma dovranno essere gestiti come rifiuti”, spiega l'associazione.

"È come cancellare vent’anni di ricerche e nuove tecnologie di riuso e riciclo con il rischio che le aziende innovative chiudano o si trasferiscano all’estero e interi flussi di rifiuti finiscano in discarica" - dichiara Monica Tommasi - "come Amici della Terra avevamo già avanzato una proposta a gennaio scorso per superare l’impasse che blocca, ormai da molto tempo, ogni concreto avvio di economia circolare. La proposta era stata inviata al Ministero dell’Ambiente e pubblicata su “L’Astrolabio”.

In base a quella proposta l’emendamento del Governo dovrebbe essere così corretto: “per quei casi ove le disposizioni di cui ai decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio in data 5 febbraio 1998, 12 giugno 2002, n. 161, e 17 novembre 2005, n. 269 e loro allegati non fossero immediatamente applicabili o non previsti, l’autorità competente procede al rilascio delle necessarie autorizzazioni sulla base di un parere formulato dall’Arpa/Appa competente per territorio sentita Ispra per tramite del Consiglio del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale al fine di garantire l’omogeneità su tutto il territorio Nazionale”.

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