L’Emilia-Romagna ha una nuova legge sull’edilizia che ha l’obiettivo di garantire tempi certi e modalità semplificate a chi deve mettere mano a interventi di ristrutturazione e modifiche, anche grazie a un migliore coordinamento tra Enti locali.
Dal 1 luglio 2017 sono entrate in vigore in Emilia Romagna misure come il rafforzamento dello Sportello unico per l’edilizia, modulistica unificata su tutto il territorio regionale, procedure più facili e veloci, meno oneri amministrativi. I punti qualificanti della normativa, che rappresenta un ulteriore passo avanti nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, recependo, a quattro anni dalla precedente legge di settore n.15/2013, gli adeguamenti previsti dalla legge Madia nel campo della semplificazione amministrativa, in vigore appunto dal 1 luglio scorso.
LE NOVITÀ DELLA LEGGE
Tra i punti qualificanti ci sono la riforma della conferenza dei servizi, l’individuazione e la semplificazione dei regimi amministrativi - cioè comunicazione, Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), atto autorizzativo, espresso o suscettibile di silenzio assenso - e la valorizzazione come mai prima d’ora dello Sportello unico per l’edilizia e per le attività produttive, che si rafforza e diventa l’interlocutore esclusivo di cittadini, imprese, ordini professionali. A cominciare dalla riorganizzazione del ricevimento delle pratiche (immediata protocollazione alla consegna e ricevuta), con compiti di controllo in tempi certi. Inoltre, in coerenza con il Testo unico sulla legalità, sarà compito di chi lavora allo Sportello acquisire le comunicazioni antimafia per i lavori superiori a 150mila euro. Lo Sportello diventa poi il motore di raccordo e coordinamento tra tutte le amministrazioni che svolgono compiti di governo del territorio. L’impegno è quello farsi carico del coordinamento della “concentrazione dei regimi amministrativi”, cioè dei meccanismi necessari per unificare e accelerare la raccolta di atti di competenza di altre amministrazioni come nel caso della cosiddetta Scia unica e il ricorso obbligatorio alla conferenza di servizi in forma semplificata, che potrà essere richiesta anche dal diretto interessato.
Pilastro della legge è poi il rafforzamento degli strumenti per semplificare e unificare le procedure in tutto il territorio regionale, che si traduce, in prima battuta, nel rafforzamento di quelli già esistenti: le definizioni uniformi, la modulistica ridotta e unificata, il divieto di duplicazione negli strumenti comunali delle norme statali e regionali. A questi si aggiunge l’introduzione di un regolamento edilizio tipo e il glossario unico nazionale delle opere edilizie per tutti i Comuni.
Confermato anche l’obiettivo di creare una piattaforma unica digitale da utilizzare obbligatoriamente per la presentazione delle pratiche edilizie e per la gestione degli atti. La Regione si impegna a fornire ai Comuni il supporto per formare e aggiornare gli operatori.
E’ previsto inoltre il riordino dei titoli edilizi richiesti per i diversi interventi. La principale novità consiste nell’ampliamento degli interventi soggetti al Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata) che diventa il procedimento edilizio a valenza generale e nelle modalità di controllo che devono riguardare almeno il 10% di questi procedimenti nei tempi stabiliti dalla legge.
Ci sono novità anche per Scia e permesso di costruire: si stabilisce la possibilità di reiterare i termini d’inizio e fine lavori senza oneri, il permesso di costruire in deroga (anche per interventi di ristrutturazione di edifici privati), l’ampliamento delle varianti in corso d’opera senza richiedere un nuovo titolo edilizio, la riduzione dei casi in cui gli interventi sono soggetti alla valutazione della Commissione per la qualità architettonica e per il paesaggio, l’ampliamento delle tipologie di lavori esonerate dal costo di costruzione.
Semplificata anche la disciplina dell’agibilità degli edifici, che ora prevede la sola segnalazione da parte dell’interessato e la possibilità del rilascio anche a edifici non ristrutturati, purché siano soddisfatti i requisiti regionali su sicurezza antisismica e risparmio energetico.
Infine, nella legge si regolamentano le tolleranze costruttive, cioè le lievi difformità tra progetto e opera realizzata quando non c’è abuso edilizio. Queste facilitazioni sono particolarmente rilevanti per poter realizzare interventi di qualificazione edilizia e rigenerazione urbana, indispensabili per l’efficientamento energetico e il miglioramento della sicurezza sismica.