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Emilia Romagna, raggiunto il 60% della ricostruzione post-sisma

15.800 le abitazioni ripristinate, 1 miliardo e 770 mila euro i contributi concessi. Alle imprese concessi 682 milioni

mercoledì 20 maggio 2015 - Redazione Build News

ricostruzione_sisma

A tre anni dal terremoto del 2012 in Emilia Romagna, il presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Ricostruzione post sisma, Palma Costi, hanno presentato ieri alla stampa dati e numeri sulla ricostruzione, tracciando un bilancio del lavoro svolto e di quanto rimane da fare.

I DATI AGGIORNATI. È stato raggiunto il 60% della ricostruzione di abitazioni e imprese. 1 miliardo e 770 mila euro di contributi concessi, di cui 800 milioni già liquidati (535 milioni Mude, 250 Sfinge, 182 dalle Assicurazioni, per oltre 1 miliardo di liquidità complessiva immessa nel sistema). 9.439 pratiche attive lavorate presso Comuni e Regione (7.369 Mude, 2.070 Sfinge), il 60% delle quali (6.248) con ordinanze o decreti concessi.

In particolare, 1 miliardo e 89 mila euro di contributi per la ricostruzione delle abitazioni, di cui oltre il 50% (535 milioni e 875 mila euro) liquidati; contributi approvati per il 70% dei progetti presentati (5.066 su 7.369).

682 milioni di euro per le imprese, un terzo dei quali liquidato (245 milioni); 2.070 richieste accettate, più della metà delle quali (1.182) con contributi assegnati.

15.800 abitazioni ripristinate, dove sono tornati a vivere oltre 25.000 cittadini. 4.645 nuclei familiari in assistenza che percepiscono un assegno, calati del 20% rispetto a maggio 2014 e del 71% rispetto ai 16 mila in assistenza subito dopo il sisma.

536 milioni messi a disposizione dalla struttura commissariale - che si aggiungono a 407 derivanti da co-finanziamenti (assicurazioni, fondi propri, donazioni…) - per finanziare 935 interventi di ricostruzione e riparazione degli edifici pubblici e dei beni culturali danneggiati, tra i quali le chiese. Prosegue nei Comuni la pianificazione per la ricostruzione dei centri storici, con l’individuazione delle Umi (Unità minime di intervento) e la redazione di 24 Piani organici: dal bilancio regionale stanziati 11 milioni e 700 mila euro che si aggiungono a quelli destinati alle opere pubbliche e ai beni culturali.

410 Map (Modulo abitativo prefabbricato) rimasti sui 757 iniziali, che ospitano 1.288 persone, la metà rispetto al 2012, settecento in meno rispetto a un anno fa.

RIPRESA DELL'OCCUPAZIONE. “Nessuna multinazionale – ha precisato l’assessore Palma Costi - ha abbandonato la nostra terra, eppure quel rischio c’era. Nessuna cassa integrazione con motivazione sisma è attiva, i dati del 2014 confermano al contrario una ripresa dell’occupazione. Le risorse stanziate restano in larga parte sul territorio: l’80% delle imprese impegnate nella ricostruzione delle abitazioni sono emiliano-romagnole”.

Per quanto riguarda la semplificazione, Costi ha annunciato che ad inizio giugno si svolgerà il “Liquidation day”, dove gli esperti della struttura commissariale illustreranno nel dettaglio ai tecnici tutte le modalità per ottenere la liquidazione dei contributi.

LE RICHIESTE AL GOVERNO. “Dopo aver ottenuto dall'Unione europea la proroga per gli interventi sui fabbricati danneggiati delle imprese agricole, ora attendiamo fiduciosi che a breve arrivino le risposte positive del Governo alle richieste che, assieme ai sindaci dei Comuni colpiti, abbiamo avanzato: dalla proroga al 2017 dello stato di emergenza alle proroghe fiscali, per arrivare all'istituzione delle cosiddette zone franche urbane con lo stanziamento ad hoc di un fondo di 50 milioni di euro. Questa fascia di terra dove si produceva oltre il 2% del Pil nazionale rinascerà più bella, più forte e più sicura di prima”, ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Il governatore ha anche ricordato, tra le richieste avanzate al Governo, lo stanziamento delle risorse ancora necessarie per completare la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali: “Circa 800 milioni - ha detto - che dovranno arrivare, perché non vogliamo un euro in più, ma neppure un euro in meno di quanto serve”.

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