Bioedilizia

Emissioni da combustione domestica delle biomasse: i risultati del progetto AIRUSE

In generale, la combustione di pino e faggio genera basse emissioni di particolato in tutti i tipi di apparecchi mentre i livelli più alti sono prodotti dalla combustione di olivo, seguito dalla quercia

venerdì 6 maggio 2016 - Redazione Build News

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Nel corso del convegno a Firenze di presentazione dei risultati del Progetto europeo AIRUSE (Testing and development of air quality mitigation measures in Southern Europe), sono state illustrate alcune delle raccomandazioni emerse dal Progetto e finalizzate a ridurre l'inquinamento atmosferico nelle città del Sud Europa.

Una news sul sito di Arpa Toscana si concentra sul tema della combustione domestica delle biomasse.

È ormai appurato come la combustione domestica della biomassa abbia un impatto significativo in termini di emissioni in atmosfera in tutta Europa. Le emissioni di particolato e benzo(a)pirene da questa fonte sono tra l’altro aumentate negli ultimi dieci anni a seguito delle politiche di promozione delle energie rinnovabili.

I moderni apparecchi a pellet e cippato sono significativamente più efficienti e producono emissioni inferiori rispetto ai caminetti e alle stufe tradizionali a legna, ma la maggior parte della combustione della biomassa sembra aver luogo - ancora oggi - in impianti principalmente inefficienti ed inquinanti.

LIMITI DI EMISSIONE SOLO NEI PAESI NORDICI E ALPINI. Per di più, nella maggior parte dei paesi europei manca una specifica regolamentazione relativa alle emissioni di particolato da questi impianti domestici: solo nei paesi nordici e alpini, dove la combustione domestica della biomassa è più diffusa, sono stati adottati limiti di emissione. I limiti stabiliti dalla recente Direttiva sulle emissioni degli impianti di combustione sono in realtà meno rigorosi di quelli previsti in alcune legislazioni nazionali.

LA TIPOLOGIA DI BIOMASSA UTILIZZATA INCIDE IN MODO SIGNIFICATIVO SUI LIVELLI DI EMISSIONI. La tipologia di biomassa utilizzata incide in modo significativo sui livelli di emissioni, in particolare quando la combustione avviene in caminetti tradizionali e stufe a legna semplici: in generale, la combustione di pino e faggio genera basse emissioni di particolato in tutti i tipi di apparecchi mentre i livelli più alti sono prodotti dalla combustione di olivo, seguito dalla quercia (cfr report AIRUSE Emission factors for biomass burning). Le emissioni di alcuni metalli pesanti (zinco, piombo, ferro e arsenico) risultano superiori se associate alle emissioni di particolato da alcuni pellet non certificati rispetto a pellet certificati. Pellet proveniente da legno riciclato e usato, derivante soprattutto dal settore della produzione di mobili, può contenere conservanti e vernici al piombo, che sono emessi con il particolato quando il pellet viene bruciato. La combustione di biomasse non legnose ha il più alto tasso di emissioni e questi combustibili sono attualmente esclusi dal Regolamento Eco-design.

Anche le proprietà fisiche dei combustibili come il contenuto di umidità, densità, porosità, dimensione, superficie e composizione chimica possono influenzare le emissioni: le emissioni di particolato, ad esempio, aumentano con il contenuto di umidità.

LE RACCOMANDAZIONI. Tra le raccomandazioni emerse dal progetto europeo AIRUSE, troviamo numerosi riferimenti alla combustione domestica e alle misure disponibili per ridurne le emissioni di polveri. Molte di queste misure sono già state adottate in alcuni paesi scandinavi e alpini con una lunga tradizione di combustione domestica del legno e alcune sono state concordate a livello europeo ma ancora non pienamente attuate:

- la manutenzione obbligatoria degli impianti, oltre a garantire la sicurezza dell'apparecchio, può assicurare una combustione efficiente e livelli emissivi più contenuti;

- l'uso di marchi di qualità ecologica;

- gli incentivi fiscali;

- la messa al bando degli apparecchi (da quelli tradizionali inefficienti a tutti, soprattutto in momenti critici dell'anno per la qualità dell'aria);

- l'applicazione di limiti di emissione per gli impianti di combustione;

- la sensibilizzazione ed educazione dei cittadini verso le più efficienti e sostenibili pratiche di combustione e per un corretto uso degli apparecchi;

- l'uso obbligatorio di combustibili certificati.

A proposito dell'ultima raccomandazione, in Europa ci sono attualmente diversi sistemi volontari di certificazione, tra cui Enplus, introdotto in Germania nel 2010 e da allora ampiamente adottato in tutta Europa, il cui obiettivo è di favorire la fornitura di pellet di legno con una qualità definita e costante, senza però includere criteri di sostenibilità.

STANDARD OBBLIGATORI. AIRUSE ha concluso che a contribuire alla scarsa qualità del prodotto sarebbe la mancanza di standard su più aspetti (stoccaggio delle materie prime, trasporto, uso di legno di riciclo, uso di leganti). È quindi importante che gli standard obbligatori siano tutti finalizzati a garantire che questi combustibili non siano contaminati e siano adatti allo scopo.

Bisognerebbe quindi che solo combustibili conformi alle specifiche di alta qualità fossero venduti negli Stati membri. I componenti del pellet dovrebbero essere verificati in modo indipendente utilizzando un laboratorio accreditato e lo stesso pellet non dovrebbe essere realizzato con legno di riciclo contaminato.

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