L’estate è ufficialmente arrivata e con essa il caldo, anche intenso, che ormai da diversi anni caratterizza buona parte della bella stagione. Forse anche per questo in Italia, secondo Istat, il 48,8% delle famiglie dispone di un sistema di climatizzazione estiva, una percentuale che sale al 51,2% nel Mezzogiorno (49,1% al Nord e 44,2% al Centro). A livello regionale, la diffusione maggiore si registra in Veneto (70%), con la Valle d’Aosta in coda con il 4,7% delle famiglie che ne dispone.
Nella maggior parte dei casi gli italiani dispongono di un sistema costituito da mono-split a pompa di calore (56% del totale) che può essere utilizzato sia per raffrescare che per riscaldare gli ambienti. Il 24% utilizza invece condizionatori di vecchia generazione che forniscono solo freddo, mentre il 20% dispone di impianti centralizzati o autonomi a servizio dell’intera abitazione.
I consigli Enea
I tecnici Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, consigliano di adottare alcuni accorgimenti nell’utilizzo delle pompe di calore per la climatizzazione estiva, in modo da massimizzare i benefici ambientali e i risparmi energetici.
Sarebbe opportuno in fase preliminare chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio, primo passo per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare, valutandone il rapporto costi-benefici. Oltre ad abbattere i costi per la climatizzazione estiva degli ambienti anche fino al 40%, gli interventi sono ancora più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.
Altri consigli riguardano le fasi di acquisto, l’installazione e l’utilizzo successivo. Occorre per esempio fare attenzione innanzitutto alla classe energetica del condizionatore: infatti, indipendentemente dalla tecnologia, per minori consumi ed emissioni di CO2 sono sempre da preferire i modelli in classe energetica superiore alla A. Il consumo energetico annuo indicato sull’etichetta energetica è quello relativo a 1.400 ore di funzionamento in modalità riscaldamento e 350 in modalità raffrescamento, a cui è sommato il consumo di energia in altre modalità quali lo standby. Un modello in classe A+++ consumerà fino al 40% in meno di elettricità rispetto a uno di classe B.
Per quanto concerne la tecnologia è preferibile ricorrere a quella con un sistema di controllo inverter: in questo caso infatti la velocità di rotazione del compressore viene regolata costantemente e questo permette di avere prestazioni ottimali in qualsiasi condizioni di impiego, adeguando la potenza frigorifera e termica erogata all’effettiva necessità. Sono modelli particolarmente funzionali nel caso in cui si prevede di tenere accesa l’aria condizionata per molte ore di seguito, e anche se sono più costosi di quelli dotati di tecnologia on-off, hanno un minore consumo energetico, ridotta rumorosità e garantiscono un maggior comfort all’interno degli ambienti serviti.
Infine in fase di acquisto andrebbero considerati anche gli incentivi fiscali di cui abbiamo parlato recentemente.
In questa fase preliminare si dovrebbe valutare anche l’installazione di un impianto fotovoltaico: il massimo vantaggio infatti si può ottenere abbinando l’impianto a pompa di calore a un sistema fotovoltaico in grado di coprire il consumo di energia elettrica necessario per il funzionamento della macchina. Risulta essenziale sincronizzare il funzionamento del climatizzatore con la produttività dell’impianto, che è massima durante le ore centrali della giornata.
Installazione
Dopo l’acquisto viene la fase di installazione. In questa fare è importante collocare il climatizzatore nella parte alta della parete: l’aria fredda tende, infatti, a scendere e si mescolerà più facilmente con quella calda che invece tende a salire. Occorre evitare di posizionare il climatizzatore dietro divani o tende: l’effetto-barriera blocca la diffusione dell’aria fresca.
Per evitare inutili dispersioni inoltre è necessario isolare termicamente i tubi del circuito refrigerante presenti all’esterno dell’abitazione. È inoltre opportuno assicurarsi che la parte esterna del climatizzatore non sia esposta al sole e alle intemperie.
Utilizzo
E veniamo infine ai consigli di utilizzo pratico, quotidiano, primo tra tutti quello di impostare il termostato a una temperatura confortevole e usare programmi di raffreddamento per ottimizzare il consumo energetico quando non si è in casa o di notte. Grazie a queste funzioni è possibile ridurre al minimo il tempo di accensione dell’apparecchio e aumentare il comfort.
Inoltre occorre ricordarsi di chiudere le persiane, abbassare le tapparelle o schermare con tende i serramenti nelle ore centrali delle giornate estive. Questo consente di ridurre gli apporti solari in ingresso all’abitazione e, conseguentemente, l’energia richiesta dai climatizzatori.
Inoltre occorre fare attenzione a non raffreddare troppo l’ambiente e ai valori di umidità. La normativa prevede che durante la stagione estiva la temperatura interna non deve scendere sotto i 24-26 gradi centigradi ma, il più delle volte, due o tre gradi in meno rispetto alla temperatura esterna sono già sufficienti. E spesso per scongiurare la sensazione di caldo opprimente può bastare l’attivazione della funzione “deumidificazione”, in quanto l’umidità presente nell’aria fa percepire una temperatura ben più elevata di quella reale.
Fondamentale naturalmente è non lasciare porte e finestre aperte. L’ingresso nella stanza di “nuova” aria calda obbliga l’apparecchiatura a compiere un lavoro supplementare per riportare la temperatura e l’umidità ai livelli richiesti, con un conseguente dispendio di energia. È consigliabile invece aprire le finestre nelle ore più fresche della notte se il climatizzatore non è in funzione.
Infine, nei limiti del possibile, nelle ore più calde sarebbe opportuno limitare l’utilizzo di apparecchiature (computer, televisori, elettrodomestici, luci) che contribuiscono ad aumentare la temperatura interna dell’abitazione.
Manutenzione
Il climatizzatore richiede pulizia e manutenzione per funzionare correttamente. È importante controllare la tenuta del circuito del gas. Se il condizionatore non viene manutenuto correttamente, tende a lavorare sotto sforzo, consumando fino al 30% in più di energia elettrica rispetto ai parametri di fabbrica. La normativa prevede l’obbligo del libretto impianto e di controlli periodici per gli impianti con una potenza superiore a 12 kW per quelli estivi e a 10 kW per quelli invernali.
Oltre all’aspetto energetico, è importante sottolineare che nei filtri dell’aria e nelle ventole si annidano più di frequente muffe e batteri dannosi per la salute, tra i quali il batterio della legionella che può essere mortale.