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ENEA: monitoraggio strutturale di edifici storici con sensori in fibra ottica FBG

L'innovativa tecnologia è di grande interesse per il settore dei Beni Culturali ed in particolare per i monitoraggi strutturali dei complessi architettonici monumentali

giovedì 22 settembre 2016 - Redazione Build News

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L'Enea partecipa dal 4 al 6 ottobre alla terza edizione del Forum dell'Innovazione "TecnologyforAll", l'evento dedicato alle tecnologie applicate al territorio, l'ambiente, i beni culturali e le smart city.

Il ricercatore Michele Arturo Caponero dell'Enea presenterà l'attività svolta presso l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile per il monitoraggio di edifici storici utilizzando la tecnologia dei sensori Fibre Bragg Grating (FBG). Tale tecnologia è di grande interesse per il settore dei Beni Culturali ed in particolare per i monitoraggi strutturali dei complessi architettonici monumentali.

I sensori FBG sono sensori integrati nel corpo di una fibra ottica, senza alterarne né le dimensioni, né le caratteristiche meccaniche. Una fibra ottica è un sottile ‘filo’ di vetro, di diametro pari a pochi decimi di millimetro e lungo anche decine di Km. All’interno della fibra ottica, un sensore FBG è integrato in un segmento di lunghezza pari a pochi millimetri. Il sensore FBG è intrinsecamente sensibile alla temperatura ed alla deformazione del la struttura con la quale è a contatto. La piccola dimensione del sensore FBG implica che la misura di deformazione è di tipo ‘puntuale’, ovvero riferita al ‘punto’ della struttura in cui il sensore stesso è applicato. Se serve misurare la deformazione in più punti, si applicano più sensori FBG, uno in ciascun punto di interesse. In tal caso, tutti i sensori possono essere integrati su di una unica fibra ottica, a qualsiasi distanza l’uno dall’altro (da pochi centimetri a svariati chilometri).

Il sensore FBG è un sensore in fibra ottica così detto ‘intrinseco’: non necessita di alcuna altra fonte di energia per funzionare, se non la luce che si propaga lungo la fibra ottica stessa (non serve alimentazione elettrica presso il punto di misura); non necessita di alcun altro tipo di collegamento per la propagazione del segnale, se non la fibra ottica stessa. Il sensore FBG funziona ‘in riflessione’: la stessa fibra ottica che ‘alimenta’ il sensore, ne trasporta indietro anche il segnale.

I sensori FBG offrono numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali sensori di tipo elettrico, come ad esempio una intrinseca stabilità per applicazioni a lungo termine (monitoraggio permanente di strutture per l’individuazione precoce del degrado strutturale), una assoluta immunità da disturbi elettromagnetici (monitoraggio di strutture in prossimità di elettrodotti), una maggiore semplicità di cablaggio (una unica fibra ottica da cablare anche per centinaia di sensori), una maggiore resistenza ad agenti atmosferici ed ambienti corrosivi (intrinseca stabilità chimica del vetro).

I sensori FBG, pur essendo intrinsecamente dei sensori di temperatura e di deformazione, consentono di eseguire varie misure fisiche e chimiche: pressione, massa, umidità, temperatura, spostamenti, accelerazione, etc. In tutti i casi, la misura avviene mediante un opportuno ‘espediente’ che consente di correlare la misura di deformazione o temperatura alla misura del parametro di interesse. Un semplice esempio è il caso della pressione: applicando semplici relazioni matematiche, la misura della deformazione di una membrana consente di determinare la pressione che ha deformato la lamina. È ciò che si fa per tante altre misure come ad esempio con una bilancia elettronica: applicando relazioni matematiche, il peso di un oggetto posto sul piatto della bilancia viene determinato dalla misura della tensione elettrica generata da un componente elettronico compresso sotto il piatto della bilancia.

Come primo esempio di applicazione si presenta l'installazione eseguita presso la chiesa San Giacomo dell’Orio in Venezia, con sensori installati su catene trasverse del campanile e su catene degli archi delle navate. Come secondo esempio di applicazione si presenta l'installazione eseguita presso il complesso museale Scuola Grande di San Rocco in Venezia, con sensori installati per il monitoraggio di una fessura fra i conci dell'arco della scalinata grande e sulle catene del porticato esterno. Come terzo esempio di applicazione si presenta l'installazione eseguita su opere del camminamento delle Mura Aureliane presso Porta San Sebastiano in Roma, con sensori installati su catene e su fessure. Come quarto esempio di applicazione si presenta l'installazione eseguita presso il campanile della cattedrale Santa Maria Assunta in Rieti, con sensori installati sulle catene.

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