Nell’attuale contesto energetico, particolarmente complesso, si torna a parlare di energia geotermica e di come essa potrebbe contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Da un lato oggi siamo in piena crisi climatica che obbliga tutti i Paesi del mondo ad attuare la cosiddetta transizione energetica, dall’altro stiamo vivendo altrettanto drammatici eventi geopolitici, come l’invasione della Russia in Ucraina, che hanno costretto soprattutto alcuni Paesi europei a un cambio repentino sia delle fonti di approvvigionamento sia del mix energetico.
E ora grazie agli accordi per l’importazione di gas naturale con alcuni Paesi del nord Africa come l’Algeria la posizione dell’Italia è tornata strategica, candidandosi a diventare un Hub importante anche per i paesi del nord Europa he prima facevano affidamento quasi esclusivamente sulle forniture russe.
In tutto questo anche l’energia geotermica, rinnovabile, può certamente tornare a svolgere un ruolo importante. Come noto innanzitutto un sistema geotermico sfrutta il calore prodotto dalla terra per generare energia. Tale calore si rende disponibile attraverso acqua o vapore, (per esempio i geyser) o artificialmente (in seguito a perforazione). L’energia generata è usata principalmente per riscaldamento, orticoltura, acquacoltura e processi industriali.
Pro e contro dell’energia geotermica
Il grande vantaggio dell’energia geotermia, come ricorda l’Agenzia Internazionale per l’energia (IEA) è dato dalla stabilità nel tempo, anche attraverso le stagioni, non subisce l’effetto dei cambiamenti climatici e meteorologici e ovunque nel mondo è ampiamente disponibile. Questo la rende molto più affidabile e costante rispetto ad altri sistemi come il fotovoltaico e l’eolico.
Tuttavia vi sono anche possibili svantaggi, ben noti alla Commissione europea. La costruzione degli impianti infatti ha costi abbastanza elevati, seppur limitati alla fase iniziale, occorre esplorare i terreni e poi scavare pozzi profondi. Processi che indubbiamente presentano un impatto ambientale: oltre alla perforazione del suolo in fase di realizzazione dell’impianto vi è il successivo prelievo di vapore dalla terra che, teoricamente, può incrementare il rischio sismico.
A che punto siamo e nuovi possibili sviluppi
Quanto vale oggi per l’Italia l’energia geotermica? Negli degli ultimi 15 anni la produzione di energia da fonte geotermica è rimasta pressoché stabile a differenza di altre fonti rinnovabili come l’eolico e il solare fotovoltaico, che hanno registrato notevoli aumenti. Dal 2013 non è cambiato il numero di impianti presenti sul territorio italiano: sono 34 e tutti in Toscana. Nel 2021 poi, per la prima volta dal 2015, la produzione è scesa sotto i 6mila gigawattora (Gwh).
A livello mondiale invece nel 2020 la produzione è stata di 94 Twh. Secondo IEA per poter raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2030 la produzione mondiale di energia geotermica dovrebbe arrivare a 330 Twh.
Per ridare slancio e vigore a questa fonte di energia rinnovabile si guarda ora con interesse alla cosiddetta geotermia profonda, ovvero impianti che andando più in profondità possono trovare e sfruttare maggiore calore. Si stima che ogni 100 metri di profondità la temperatura aumenti di 3 gradi. Un esempio concreto viene dal progetto europeo Deepegs realizzato in Islanda profondo quasi 5 km e che raggiunge una temperatura di 427 °C.