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Energia nucleare, per Salvini si può fare: "Prima centrale nucleare a Milano nel 2032"

Il ministro delle infrastrutture è intervenuto a un convegno a favore del nucleare a Roma. Ma di cosa parliamo quando si parla di nucleare? Può essere decisivo nella transizione energetica?

giovedì 12 ottobre 2023 - Pasqualina Ciancio

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Intervenendo a un convegno sul nucleare organizzato da iweek il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha riportato i riflettori sul tema del nucleare in Italia. "Io da milanese lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città perché sono convinto che sia energia pulita, sicura e costante" - ha spiegato il ministro. Il nucleare è ormai da tempo al centro della discussione politica non solo italiana ma anche europea.  Il 6 luglio scorso,  il Parlamento europeo ha dato il via libera all’inclusione, seppur a determinate condizioni, dell’energia nucleare e del gas nella cosiddetta tassonomia verde, ovvero quella lista di fonti energetiche che potrà godere dei finanziamenti del Green Deal europeo per realizzare la Road Map europea sulla decarbonizzazione del continente al 2050.

La transizione energetica è fondamentale per il continente europeo, ancor di più dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino ma è difficile da realizzare nell'immediato. Il rapporto di forza tra energia rinnovabile prodotta ed energia da fonti fossili è ancora troppo elevato, e nell'immediato la produzione da rinnovabili non è abbastanza estesa e manca di dispositivi di storage pronti a immagazzinare energia sufficiente per una transizione efficace.

Da molte parti quindi è tornato in auge il tema del nucleare che dal 1985 dopo Chernobyl è diventato un po' un tabù nel nostro Paese e nel nostro continente. Ma l'energia da nucleare è sostenibile? ha senso utilizzarla nel processo di transizione ecologica?

Il nucleare oggi nel mondo

Il nucleare, con i suoi 2690 TWh, oggi rappresenta la seconda fonte di energia elettrica a basse emissioni dopo l’idroelettrico (oltre 4000 TWh). I 413 GW installati oggi sono distribuiti in 32 Paesi e il 70% delle centrali nucleari oggi esistenti è collocato nelle economie avanzate.

19 Paesi stanno costruendo un totale di 52 nuovi reattori, tuttavia quelli più recenti sono trainati da due Paesi: 27 delle 31 centrali in costruzione dal 2017 sono progettate dalla Russia (17) o dalla Cina (10).  In diversi Paesi occidentali, come ad esempio l’Italia, l’energia nucleare ha faticato a trovare il supporto della classe politica e dell’opinione pubblica, che è preoccupata da questioni di sicurezza e di gestione delle scorie. Anche in Germania, dopo l'incidente di Fukushima è stata approvata la lenta dismissione degli impianti ancora attivi.

L'energia nucleare è sostenibile?

L'Agenzia internazionale dell’energia il 30 giungo ha pubblicato un rapporto dedicato all’energia nucleare e al ruolo che dovrà ricoprire nella transizione energetica. Nuclear Power and Secure Energy Transitions prende le mosse da un report dell'Agenzia del 2021 "Net Zero by 2050" Per dire che il nucleare, a determinate condizioni economiche, politiche e sociali, che richiedono sforzi notevoli e non è garantito che verranno raggiunte, può essere una fonte di energia elettrica a basse emissioni che può fungere da complemento alle rinnovabili a cui spetta, sottolinea il nuovo rapporto, il ruolo dominante nella transizione. 

Guardando ai numeri, il rapporto IEA dice che a livello globale l’energia nucleare dovrebbe raddoppiare entro il 2050, passando dai 413 GW di potenza attuali a 812 GW. In termini di generazione di energia, passerebbe dai 2690 TWh del 2020 ai 5500 TWh del 2050. Tuttavia a questo aumento non corrisponderebbe una maggiore percentuale nel mix di generazione dell’energia elettrica globale. Al contrario, il nucleare passerebbe da poco meno del 10% del 2020 all’8% del 2050.

Il nucleare per la transizione ecologica

Lo shock energetico conseguente alla guerra in Ucraina e la serrata Road map Europa per la decarbonizzazione del continente potrebbero rappresentare una nuova alba per l'energia nucleare nel nostro continente com'è accaduto dopo la crisi petrolifera degli anni Settanta. Infatti, nel decennio seguente allo shock petrolifero del 1973 sono iniziati i lavori di nuove centrali nucleari per quasi 170 GW, il 40% della capacità installata odierna.


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