“Facciamo subito una premessa: non vogliamo snaturare il nostro core business di petrolio e gas, ma prendere spunto da esso per ribadire un impegno preciso sul fronte del climate change e delle energie rinnovabili, il terzo anello della nostra strategia ambientale di lungo termine. Come prima cosa abbiamo progressivamente ridotto la nostra “impronta carbonica” tagliando in 5 anni le emissioni di Co2 del 28%. Poi abbiamo spinto sull’uso del gas come combustibile di transizione, alternativo al carbone. Ora vogliamo promuovere le energie rinnovabili sfruttando le nostre potenzialità in giro per il mondo: il posizionamento geografico, i contratti, i terreni, le infrastrutture, l’accesso alle reti. Insomma, vogliamo abbinare le nostre facilities al solare fotovoltaico”.
Così l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in un'intervista al Corriere della Sera, spiega il piano per le rinnovabili della società presentato oggi a Roma durante l’Assemblea annuale.
“Eni – spiega la società in un comunicato - compie nuovi e importanti passi nel proprio impegno sul fronte del climate change inaugurando un modello unico di integrazione tra business tradizionale e produzione di energia da fonti rinnovabili. In Italia, Pakistan ed Egitto, la società realizzerà i primi progetti di generazione elettrica da fonti rinnovabili localizzandoli presso i propri impianti e aree industriali, in modo da cogliere tutte le possibili sinergie logistiche, contrattuali e commerciali con le attività tradizionali dell’azienda, e riqualificare e valorizzare aree industriali attualmente inutilizzate”.
Trattasi di “un modello inedito di riutilizzo virtuoso di aree industriali dismesse, bonificate o non utilizzate, che vengono rilanciate attraverso la realizzazione di impianti di generazione energetica a emissioni zero”.
L'obiettivo è “contribuire alla transizione energetica verso un futuro a basso contenuto di carbonio, basata, oltre che sulla promozione delle energie rinnovabili, sull’abbattimento delle emissioni di CO2 nell’ambito della produzione di idrocarburi e sulla massimizzazione dell’utilizzo del gas, la più pulita tra le fonti fossili, come fonte privilegiata nella generazione di energia elettrica”.
PROGETTO ITALIA. In Italia, Eni vuole “trarre beneficio dalla collaborazione con Syndial, che opera nel settore delle bonifiche ed è proprietaria di oltre 4.000 ettari di superficie nel Paese, valorizzandone le aree industriali bonificate, non utilizzabili o di scarso interesse economico. Il progetto, denominato Progetto Italia, implica il rilancio dei siti tramite iniziative di larga scala e investimenti in progetti di produzione energetica a zero emissioni”.
Nell’ambito del Progetto Italia, Eni ha individuato in via preliminare oltre 400 ettari di terreno disponibile distribuiti in sei regioni (Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata). Il piano prevede due fasi: la prima è relativa allo sviluppo di cinque progetti, situati rispettivamente ad Assemini, Porto Torres, Manfredonia, Priolo e Augusta, per una potenza complessiva installata di circa 70 megawatt; la seconda fase è basata sullo sviluppo di altri progetti per un’ulteriore potenza installata di circa 150 megawatt.
Buona parte delle iniziative sarà basata sul fotovoltaico, ma sarà considerato anche l’utilizzo di altre tecnologie come quelle basate sulla biomassa e sul solare a concentrazione. Complessivamente, il Progetto Italia prevede l’installazione, da qui al 2022, di oltre 220 megawatt di nuova capacità, con un investimento tra i 200 e i 250 milioni di euro. Dal punto di vista ambientale, il Progetto Italia potrà consentire di evitare emissioni di CO2 per circa 180 mila tonnellate all'anno.
“Questo modello di business, che Eni ha già sperimentato nell'area ex ISAAF di Gela dove, in regime di messa in sicurezza permanente, nel 2013 ha installato 5 megawatt di capacità di energia solare, si rivela particolarmente efficace anche dal punto di vista gestionale: sfruttando la flessibilità delle centrali a gas di Enipower, infatti, Eni riuscirà a ottimizzare la propria offerta elettrica, superando i limiti di intermittenza delle rinnovabili, rendendo concreto in Italia il binomio gas-rinnovabili e ponendo le basi per una sua diffusione all'estero”.
ESTERO. In Pakistan “Eni intende realizzare un impianto fotovoltaico da 50 megawatt presso il giacimento a gas di Kadanwari. L’energia prodotta sarà commercializzata sulla rete nazionale pakistana. La società conta di poter mettere in funzione l’impianto entro fine 2017”.
In Egitto “Eni punta alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nei pressi del campo di Belaiym, con potenza installata fino a 150 megawatt. L’energia prodotta sarà destinata in parte a soddisfare la domanda energetica del campo e in parte alla rete domestica. Anche in questo caso l’obiettivo è di essere operativi entro fine 2017”.
Eni, conclude il comunicato, “riconosce l’importanza di limitare al di sotto dei 2 gradi l’aumento della temperatura globale e, attraverso questi nuovi progetti, si pone come major player nel favorire e promuovere la transizione energetica verso un futuro a basso contenuto di carbonio”.