Accogliendo una risoluzione (Della Valle n. 7-00281) alla Camera, il Governo si è impegnato ad assumere iniziative per riconoscere il vento troposferico o d'alta quota quale fonte di energia rinnovabile.
Nell'esprimere a nome del Governo il parere sulla risoluzione in questione, il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha accolto anche il secondo punto della risoluzione volto «a promuovere opportune iniziative, anche agevolando l'accesso al credito per gli investimenti e ridimensionando la quota di imponibile sul credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo, al fine di lanciare attività imprenditoriali che sviluppino tecnologie per sfruttare il vento troposferico».
MINI-BOND. Al riguardo, De Vincenti ha ricordato che il decreto-legge n.?83 del 2012 ha già introdotto innovativi strumenti di finanziamento per le imprese, come i mini-bond, che le imprese non quotate, anche di dimensione ridotta, possono utilizzare per raccogliere capitale, beneficiando di vantaggi legali e fiscali.
Inoltre, con il disegno di legge di stabilità 2015, il Governo ha previsto che a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano, nonché dal regime contabile adottato, che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo, a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 e fino al 31 dicembre 2019, è attribuito un credito delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015. Per le imprese in attività da meno di tre periodi di imposta, la media dei predetti investimenti è calcolata sul minor periodo a decorrere dal periodo di costituzione.
INCENTIVI. Il viceministro si è inoltre riservato di verificare se l'energia da vento troposferico sia assimilabile dal punto di vista dell'incentivazione a quella prodotta da pale eoliche.
IN COSA CONSISTE LA TECNOLOGIA DELL'EOLICO TROPOSFERICO. La tecnologia dell'eolico troposferico – ha ricordato De Vincenti - mira a produrre energia elettrica utilizzando energia eolica a quote superiori ai 500 metri, a differenza di ciò che accade con le attuali tecnologie eoliche, che estraggono energia eolica ad una quota non superiore ai 200 metri. Si tratta di una tecnologia allo stadio ancora iniziale.
La ricerca sulla materia dimostrerebbe che un incremento del 10 per cento della velocità del vento si traduce in un 33 per cento in più in termini di energia estraibile. Secondo i sostenitori di questa opzione, in prospettiva il costo dell'energia può scendere al di sotto di quello dell'eolico tradizionale.
ENEA: TECNOLOGIA PROMETTENTE. “Le tecnologie per lo sfruttamento del vento troposferico sono attualmente nella fase dimostrativa e hanno bisogno di essere supportate con investimenti economici per arrivare sul mercato”, ha spiegato il responsabile del settore eolico dell'Enea, Giacomo Arsuffi, durante un'audizione dinanzi alla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati.
Secondo l'esperto dell'Enea “lo sfruttamento del vento troposferico sembra promettente, perché il vento d'alta quota è più forte e costante e un incremento del 10% della velocità del vento permette di ottenere un 33% di energia in più, riducendo il costo dell'energia da fonte eolica, fino quasi a un terzo del costo per Megawatt all'ora degli impianti eolici a torre”.