Con la Deliberazione 22 gennaio 2019, n. 19, la Giunta regionale del Lazio ha rettificato la Deliberazione della Giunta regionale n. 12 del 15 gennaio 2019, recante “Indirizzi in materia di equo compenso per l’acquisizione delle prestazioni professionali”.
La suddetta D.G.R n. 12/2019 – IN ALLEGATO - della Regione Lazio mirava a dare concreta attuazione al Decreto Legge 16 ottobre 2017, n.148, convertito dalla Legge 4 dicembre 2017, n.172, il cui art.19 quaterdecies ha esteso il principio, definito dell’equo compenso, alle prestazioni rese da tutti i professionisti, prevedendo che “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell'equo compenso in relazione alle prestazioni rese dai professionisti”, definendo altresì vessatorie, fra le altre, quelle clausole del contratto di prestazione d’opera che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito. In sostanza la ratio della proposta era quella di estendere indistintamente a tutti i professionisti, che prestino le proprie attività in favore della Regione Lazio, la disciplina del c.d. equo compenso; tuttavia, nel testo da ultimo redatto e sottoposto materialmente all’attenzione della Giunta è stata inavvertitamente inserita, come mero refuso editoriale, una limitazione, nel senso di restringere ai soli avvocati la suddetta disciplina, ed in tal modo la deliberazione n. 12 è stata approvata.
Con la nuova D.G.R. n.19/2019 – IN ALLEGATO - la Regione Lazio ha rettificato la citata deliberazione n. 12 del 15 gennaio 2019, nel senso di eliminare in ogni sua parte la predetta limitazione, sopprimendo in particolare nell’oggetto e nel punto 1 del dispositivo la parola “forensi”.
Ricordiamo che il Lazio è la quinta regione – dopo Basilicata, Sicilia, Calabria e Toscana – ad adottare un provvedimento per l'equo compenso ai liberi professionisti.