Inarsind dice no alle ingerenze di Ance sull’equo compenso per ingegneri e architetti liberi professionisti. Con una lettera inviata all’Associazione nazionale dei costruttori edili lo scorso 11 luglio - a firma del presidente nazionale Carmelo Russo e del segretario nazionale Marco Becucci - Inarsind, l’Associazione nazionale di promozione e tutela degli ingegneri e architetti liberi professionisti, scrive quanto segue:
“Gent.ma Presidente Ance, da notizie di stampa apprendiamo che Ance, tra le richieste di modifica al nuovo Codice dei Contratti Pubblici, avrebbe inserito di chiarire che la disciplina dell’equo compenso, di cui alla legge 49/2023, non trova applicazione con riferimento alle procedure ad evidenza pubblica, disciplinate dal Codice 36/2023”.
E qui viene il no di Inarsind: “Non capiamo - recita la lettera - la ragione di una simile richiesta e ci sorprende che non sia stato considerato che una tale richiesta rappresenta un’autentica ingerenza nello svolgimento dell’attività dei liberi professionisti Architetti e Ingegneri”.
Quali vantaggi per le imprese di costruzioni?
La perplessità dei vertici Inarsind è rafforzata anche da un elemento: scrive infatti l’Associazione che tutto questo avverrebbe “senza che, di contro, possa determinare vantaggi a quella delle Imprese di costruzione; oltre al fatto che, lo si voglia o no, contribuisce al tentativo, palesemente in atto, di vanificare una norma che solo faticosamente e dopo lunga attesa è stata conseguita”.La nota Inarsind termina con “l’augurio che questa nostra possa essere anche motivo di ulteriore riflessione sul tema in questione e occasione di futuri dialoghi”.
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