Il Consiglio nazionale degli Ingegneri ha raccolto in un documento e analizzato alcune mozioni riguardanti iniziative in favore delle libere professioni, esaminate e discusse nella seduta d’Aula della Camera dei Deputati del 29 ottobre 2019.
“Il primo atto di indirizzo, in ordine di tempo, ad essere stato presentato”, segnala il Cni, “è il n. 1-00266 del gruppo parlamentare Fratelli d’Italia, cui hanno fatto seguito i depositi di ulteriori mozioni sottoscritte dagli altri gruppi parlamentari di opposizione, 1-00268, 1-00269, 1-00271; in ultimo è stata presentata la mozione di maggioranza n. 1-00273 sottoscritta da deputati dei gruppi parlamentari Partito Democratico e Italia Viva.
I documenti (riportati integralmente nell’Allegato 1) appaiono molto compositi sotto il profilo quantitativo dei temi trattati e rappresentano un quadro decisamente eterogeneo del mondo delle libere professioni non mancando, inoltre, di riportare qualche imprecisione circa l’impatto economico delle professioni sul sistema produttivo italiano ed il numero dei professionisti attualmente attivi.
È essenziale sottolineare che la mozione, fra gli atti di indirizzo parlamentari, rappresenta certamente quello di maggiore rilevanza poiché consegna al Governo una serie di impegni, qualora votati a maggioranza dalla Camera proponente, che devono essere considerati nelle successive iniziative legislative.
Volendo dare una lettura dell’iniziativa parlamentare legata all’attualità politica si può certamente intuire che, provenendo le richieste di discussione da gruppi parlamentari di opposizione, cui si sono aggiunti anche quelli di maggioranza, l’intenzione sia stata quella di introdurre nel dibattito istituzionale il tema delle libere professioni in seguito alle prime notizie circolate sulla legge di bilancio per il 2020 che hanno suscitato non poche preoccupazioni tra le associazioni di categoria.
I temi fiscali, tuttavia, si rilevano solo in parte tra i dispositivi delle mozioni che, come detto, toccano diversi argomenti”.
Il Cni segnala che “hanno visto esito positivo gli impegni riguardanti ogni opportuna iniziativa di carattere normativo atta a garantire la diffusa applicazione del principio dell'equo compenso; quelli indirizzati a proseguire il percorso di approfondimento avviato in ordine alla possibilità di revisione dei compensi per i consulenti tecnici d'ufficio; quelli finalizzati ad adottare iniziative per predisporre un Testo unico sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sull'accessibilità, anche d'intesa con la Rete delle Professioni Tecniche e con le rappresentanze interessate del terzo settore; quelli che invitano il Governo ad attuare le disposizioni di cui alla L.81/2017, c.d. Jobs Act del lavoro autonomo.
Nettamente contrario il Governo, invece, sulle richieste dei parlamentari di introdurre la disapplicazione degli ISA (Indici sintetici di affidabilità), per i quali si prevedono esclusivamente iniziative anche di carattere normativo volte a ridurne l’impatto nell’ambito di una complessiva semplificazione del regime fiscale per i liberi professionisti.
Le mozioni approvate a seguito dell’esame dell’Aula di Montecitorio, dunque, assumono caratteri diversi in base al Gruppo parlamentare proponente. Il primo atto presentato, quello del Gruppo Fratelli d’Italia, è chiaramente orientato a riportare nel dibattito parlamentare il tema dell’equo compenso, ancora indefinito dopo la prima introduzione nell’ordinamento risalente al 2017. Appare inoltre evidente che il testo, così come risultante dal passaggio in Aula, disponga impegni a favore delle professioni ordinistiche enunciando alcune proposte di dettaglio sui diversi ambiti generali, da quello giuridico a quello lavoristico, da quello tecnico a quello sanitario. Speculare a questa appena descritta risulta la mozione del Gruppo Misto – Cambiamo!
La mozione del Gruppo Lega, pur rafforzando il supporto politico alla definizione dell’equo compenso chiedendo l’attivazione di un confronto permanente con le professioni ordinistiche, risulta agganciare maggiormente le tematiche di natura fiscale ed in particolare il mantenimento del regime forfettario vigente. Ulteriore richiamo dell’atto di indirizzo, sempre attraverso il coinvolgimento delle professioni ordinistiche, è l’invito ad attivare ogni genere di iniziativa, anche formativa, volta a valorizzare ed incrementare l'accesso ai fondi dell'Unione europea.
Di tenore più generale ed eterogeneo la mozione approvata del Gruppo Forza Italia, che si caratterizza per un numero elevato di punti in dispositivo, volti nella gran parte dei casi, a promuovere future iniziative normative su campi specifici con l’obiettivo di giungere a semplificazioni delle procedure burocratiche e fiscali e con lo scopo di valorizzare il ruolo delle libere professioni a supporto della pubblica amministrazione. Anche questa mozione, come le due precedentemente esaminate, segnala l’opportunità di operare al fine di rivedere i compensi per i consulenti tecnici d’ufficio.
Diversa, invece, l’impostazione della mozione di maggioranza redatta congiuntamente dai Gruppi PD ed Italia Viva. In questo atto prevale l’attenzione al welfare attraverso la promozione di misure a sostegno della famiglia e della parità di genere nell’ambito delle professioni, con una particolare attenzione alle cosiddette professioni non regolamentate. Anche questa mozione, tuttavia, sottolinea l’urgenza di giungere alla definizione dell’equo compenso e, insieme alle proposte di razionalizzazione dei regimi fiscali, introduce un tema non trattato nei precedenti atti, ossia il sostegno anche per via normativa della digitalizzazione, e dunque della modernizzazione delle libere professioni.
Gli esiti generali della iniziativa parlamentare sulle libere professioni sono senz’altro positivi, considerando che gli atti appena analizzati, proponendo impegni molto chiari, rappresentano delle basi solide su cui poggiare le proposte che giungono dal mondo delle professioni regolamentate. I gruppi parlamentari hanno espresso in larga parte esigenze che vengono puntualmente sottoposte all’attenzione dell’interlocutore politico da parte di chi rappresenta le libere professioni come parte sociale, e ciò rafforza sicuramente queste stesse posizioni”.
In allegato le mozioni e l'analisi del Cni