Con un comunicato congiunto, il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche si sono uniti alle critiche che da più parti sono state rivolte al Ministero dell’Economia, per via di un bando pubblicato a fine febbraio dalla direzione generale “Sistema bancario e finanziario-Affari legali” del Tesoro, per incarichi di consulenza “a titolo gratuito”.
È incomprensibile la scelta di un Ministero di avvalersi di alte professionalità a titolo gratuito, in netta contraddizione con la previsione di equo compenso contenuta nella Legge di bilancio 2018 – scrivono CUP e RPT. Nel corso della passata legislatura la legge sull’equo compenso ha posto un freno a questa deprecabile pratica, anche se la mancanza di concrete disposizioni attuative ancora ne limita l’efficacia. Una recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 1215/2019) e il citato bando del Mef, invece, continuano a sostenere la legittimità della gratuità della prestazione. Così si calpesta la dignità dei professionisti.
Nella giornata di ieri anche i presidenti dei Consigli nazionali di avvocati, commercialisti e notai hanno indirizzato una lettera al Ministro Tria per stigmatizzare i contenuti del bando, che “viola palesemente la norma sull’equo compenso”.
LE PROPOSTE DI LEGGE. In tema di equo compenso, diversi disegni di legge sono attualmente in attesa di essere esaminati (o assegnati alle commissioni competenti) nei due rami del Parlamento: l’ultimo in ordine di tempo è quello presentato martedì 5 marzo dalla senatrice Tiziana Drago (M5S). Dati i tempi lunghi del dibattito parlamentare, le richieste degli ordini professionali sono state accolte anche da alcune iniziative legislative a livello regionale, da ultimo nel Lazio.