È stata raggiunta un'intesa bipartisan in Commissione Giustizia della Camera dei deputati su un testo base – primo firmatario Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) – per la riforma dell'equo compenso.
Domani 6 luglio è prevista la votazione degli emendamenti.
“Equo compenso per i professionisti da applicare indistintamente a tutte le imprese e le pubbliche amministrazioni”. All’indomani della ripresa dell’iter legislativo del disegno di legge AC 3179 in Commissione Giustizia della Camera, ProfessionItaliane, l’Associazione che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali di CUP e RPT, chiede una normativa chiara ed inequivocabile. Il principio dell’equo compenso, infatti, va esteso a tutte le realtà economiche e non limitato, come previsto dall’articolo 2 del ddl, solo alle imprese che nel triennio precedente al conferimento dell’incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di sessanta lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.
“Siamo molto soddisfatti dell’accelerazione che il Parlamento ha inteso dare ad un tema così sentito all’interno della comunità degli ordini professionali. La ripresa economica che si è innescata nelle ultime settimane, dopo un lungo periodo di crisi, rischia di creare degli effetti distorsivi del mercato a sfavore del professionista. Per questo motivo è quanto mai necessario e urgente un quadro di riferimento legislativo inequivocabile”, spiega Armando Zambrano, presidente di ProfessionItaliane. “Chiediamo al Parlamento”, aggiunge Marina Calderone, vicepresidente dell’associazione, “di calare questo provvedimento nella realtà del nostro Paese che non è quello preso in considerazione generalmente dalla legislazione europea”.
ProfessionItaliane auspica che, in una rinnovata stagione di riforme, si possa arrivare al più presto all’approvazione di un provvedimento determinante per il futuro delle professioni.