Compensi professionali calcolati sui parametri ministeriali o comunque proporzionati alla quantità e qualità della prestazione professionale; stop alle clausole vessatorie e giro di vite sui ribassi eccessivi nei bandi delle amministrazioni regionali. Con la delibera n. 22 del 28 gennaio 2020, la Giunta regionale del Lazio ha fissato a tutti gli uffici regionali, alle società controllate e partecipate dalla Regione rigidi paletti nelle procedure di acquisizione di servizi professionali, per evitare di «alterare l'equilibrio tra le prestazioni professionali da effettuare e il compenso stabilito».
«Tutti i professionisti del Lazio possono tirare un respiro di sollievo», commenta in anteprima il presidente di Confprofessioni Lazio, Andrea Dili. «La delibera approvata dalla Regione Lazio è rivoluzionaria, perché impone a tutte le strutture regionali l'inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi professionali e vieta l'utilizzo di clausole vessatorie nei bandi. Per questo ringraziamo la Giunta regionale e l’On. Eleonora Mattia, promotrice della legge che ha consentito tale passaggio».
«La delibera – conclude Dili – spalanca le porte a un intervento legislativo che anche a livello nazionale riconosca il valore sociale ed economico delle prestazioni professionali ed il diritto a un’equa remunerazione, adottando i parametri ministeriali già in vigore e individuando analoghi criteri per definire le prestazioni non ancora contemplate dai parametri. Ci auguriamo, pertanto, che anche in sede di esame del decreto Milleproroghe Governo e Parlamento si facciano promotori di iniziative in tal senso».
IL COMMENTO DI FONDAZIONE INARCASSA. “Fondazione Inarcassa accoglie con grande soddisfazione il provvedimento e ringrazia la Giunta regionale e l’On. Eleonora Mattia per essere intervenuti ancora una volta a tutela dei professionisti. Non possiamo che guardare con favore ad una misura che impone di determinare i compensi professionali sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali. Ma non solo. Questa delibera fa un ulteriore passo in avanti imponendo l’utilizzo alle amministrazioni regionali di formule che scoraggino i ribassi eccessivi e vietando ogni tipo di clausola vessatoria”. Questo il commento di Egidio Comodo, Presidente di Fondazione Inarcassa, che ha in seguito aggiunto: “La delibera si inserisce nel solco già tracciato da molte altre regioni, il cui sforzo tuttavia, sebbene considerevole, non è più sufficiente: serve al più presto una legge nazionale, obiettivo al quale la Fondazione sta lavorando da molto tempo. Per questo motivo, con i Senatori Lomuti e Santillo (M5S), che abbiamo incontrato pochi giorni fa al Senato, e che ringrazio, è stata ribadita la necessità per i liberi professionisti di una legge che sia garanzia di dignità lavorativa e che individui una soglia minima al di sotto della quale il compenso non sia più “equo” e che non consenta prestazioni gratuite o sottopagate”.