È iniqua e va annullata la norma di cui all'art. 14, 1° comma della legge 132 del 6 agosto 2015 che prevede che “Il compenso dell'esperto o dello stimatore nominato dal giudice o dall'ufficiale giudiziario è calcolato sulla base del prezzo ricavato dalla vendita. Prima della vendita non possono essere liquidati acconti in misura superiore al cinquanta per cento del compenso calcolato sulla base del valore di stima”.
La richiesta di annullamento della disposizione è contenuta in una lettera aperta che Inarsind (il sindacato degli ingegneri e architetti liberi professionisti) ha inviato oggi al ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Nella lettera si rileva come il comma in questione mina uno dei fondamenti della giurisprudenza italiana sull’attività dei professionisti che deve essere in ogni caso correttamente remunerata trattandosi di un’obbligazione di mezzi.
ONORARIO UMILIANTE. Il presidente di Inarsind, Ing. Salvo Garofalo, sottolinea inoltre che il tempo e l’energia richiesti per la formazione, l’aggiornamento professionale e culturale necessari per svolgere correttamente le funzioni a cui il CTU è chiamato non possono essere comprese in un onorario umiliante, avvilente e mortificante come quello attuale o come quello che scaturirà dal solo dall’aggiornamento Istat, che sembra di prossima pubblicazione, chiedendo invece una revisione che porti ad un onorario di 45,00 l’ora lordi.
Infine, la lettera evidenzia che un ipotetico consulente che prestasse la sua opera esclusivamente per la giustizia guadagnerebbe, anche dopo l’aggiornamento Istat, delle vacazioni circa 460 euro al mese nette, cioè meno del salario percepito dai “raccoglitori di pomodori”, in netto contrasto con la Costituzione Italiana che all’art. 36 testualmente recita “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”
La lettera di Inarsind si conclude con la richiesta di un incontro per approfondire e chiarire l’insostenibile situazione in cui versano i CTU, anche per quanto attiene gli attuali ritardi dei pagamenti, e per esporre le idee di Inarsind sulla riorganizzazione territoriale degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, sulla revisione del DPR 169/2005, sul tirocinio, sulla revisione della formazione continua e sull’adeguamento dell’obbligo di assicurazione dei professionisti che ormai ad avviso del sindacato risultano indifferibili.
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