Nel suo ultimo Rapporto Net Zero by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector dello scorso maggio, l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) afferma che nessuna nuova caldaia a combustibili fossili deve essere venduta a partire dal 2025 se il mondo vuole raggiungere le emissioni nette zero entro la metà di questo secolo.
Molti Paesi europei – tra i quali Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – hanno già stabilito una deadline al 2025 che preveda di vietare gli impianti inquinanti e l’obbligo di installare esclusivamente sistemi da fonti rinnovabili che non producano gas climalteranti. Una strada che dovrebbe essere seguita anche dall’Italia, sostengono Kyoto Club e Legambiente, a partire dall'esclusione immediata dell’installazione di impianti a combustibili fossili dagli interventi detraibili con il superbonus del 110%.
Per le due associazioni ambientaliste, promotrici della campagna Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento degli edifici in Italia, il tempo a nostra disposizione per contenere l’aumento delle temperature terrestri sta per scadere: bisogna quindi agire al più presto. Per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% dei gas climalteranti al 2030 l'UE, i governi e i parlamenti nazionali devono intervenire sul settore dei riscaldamenti, nel nostro Paese responsabile del 64% della quantità di polveri sottili e di oltre il 17,7% delle emissioni di CO2, secondo i dati di Ispra ripresi dall’ultimo report.
Questa è quello che è emerso durante l’incontro online tenutosi stamattina, mercoledì 30 giugno 2021, ospitato sul canale YouTube di Kyoto Club. All’evento hanno partecipato Edoardo Zanchini (Vicepresidente Legambiente), Annalisa Corrado (Responsabile progetti innovativi AzzeroCO2), Rita Tedesco (Program Manager Environmental Coalition on Standards), Riccardo Bani (CEO VEOS Group), Francesco Ferrante (Vicepresidente Kyoto Club e Coordinamento FREE).
“Il 1° marzo del 2021 è stato introdotto il nuovo Regolamento europeo sull’etichettatura energetica, che utilizza solo la scala da A a G, anziché le classificazioni da A+++ a D. Questo nuovo sistema di classificazione si applica a diversi prodotti - tra cui frigoriferi, lavatrici e televisori – ma non alle caldaie, ancora troppo legate alle fonti inquinanti e al gas naturale. Recentemente anche la IEA si è espressa a favore della decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento, costruendo per la prima volta uno scenario volto a conseguire la neutralità climatica nei prossimi trent’anni” dichiarano Edoardo Zanchini e Francesco Ferrante, rispettivamente, Vicepresidente di Legambiente e Kyoto Club.
E concludono:
I tempi sono maturi affinché l’Unione estenda le normative sull’etichettatura energetica anche alle caldaie, così da far comprendere ai cittadini i vantaggi del passare dai combustibili fossili alle nuove tecnologie green, efficienti e pulite, e accelerare nella decarbonizzazione del settore come ammonito anche dall’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Secondo l’associazione Ecos, le norme sull’ecodesign adottate nel 2013 dall’Unione, contribuiscono al taglio di 80 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Ma se rafforzate, queste politiche potrebbero portare a 30 Mt di emissioni di CO2 all'anno entro il 2030, a 90 Mt entro il 2040 e a 110 Mt entro il 2050. Ma per realizzare questo goal servirà armonizzare i limiti di emissione di NOx (ossidi di azoto) per le caldaie sopra i 400 kW con i regolamenti sulla progettazione ecocompatibile.
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