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Expo 2015, quale impatto sul sistema economico delle costruzioni?

Dalle opere d'urbanizzazione l'impatto maggiore, poi padiglioni, cluster e aree tematiche

lunedì 29 giugno 2015 - Erika Seghetti

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A distanza di quasi tre mesi dall'apertura di Expo 2015 si tracciano i primi bilanci economici. Quanto e come si è investito sul sito espositivo e nelle aree collaterali e quali saranno le ricadute sul sistema economico? Risponde a queste domande lo studio commissionato dalla Camera di Commercio di Milano, condotto da un team di analisti economici della SDA-Bocconi e riproposto nella relazione annuale AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento). 

3,2 mld di investimenti sul sito espositivo

Sono 3,2 i mld investiti sul sito espositivo milanese. Parliamo del cosiddetto impatto diretto,  determinato dagli investimenti per la realizzazione del sito espositivo (€1,3 mld), dai costi di gestione di Expo (circa 900 mln) e dagli investimenti dei paesi espositori (€ 1 mld).
Escludendo i costi di gestione, la maggiore fetta degli investimenti è andata per le opere di urbanizzazione, che rappresentano più del 40% del totale. Circa il 15% è stato poi investito nei manufatti, ovvero nelle strutture murarie, ad esclusione dei cluster (Padiglioni comuni realizzati dall’organizzazione per l’ospitalita?ei paesi inclusivi di uno spazio espositivo individuale e di spazi comuni polifunzionali per esposizione, ristorazione e vendita di prodotti tipici locali) che sono stati considerati a sé stanti e rappresentano circa il 10% degli investimenti complessivi.

Un giro d'affari di 23,6 mld di euro
L’indotto economico che Expo 2015 produrrà a Milano e in Italia, tra il 2012 e il 2020, tra investimenti della società di gestione e dei Paesi partecipanti (non considerando i progetti infrastrutturali), aumento dei consumi, maggiore afflusso turistico, nuove imprese e valorizzazione del patrimonio immobiliare, sarà pari a 23,6 mld di euro.


Tolto il comparto legato al turismo, il settore delle costruzioni è quello che vede e vedrà i maggiori effetti positivi del fenomeno Expo.

Quasi 5mila nuove imprese nelle costruzioni
Lo studio fornisce una stima del numero di nuove imprese che nasceranno grazie all’evento espositivo in funzione del rapporto storico tra la creazione di nuove imprese nelle differenti aree territoriali italiane e il Pil. In ragione del Pil differenziale stimato da Expo e? stata poi prodotta una previsione di creazione di nuove imprese in Italia per macro settore.
A livello nazionale il dato è di 10.622 nuove imprese, con una forte concentrazione nel settore delle costruzioni (4.966) che è previsto essere il comparto maggiormente interessato per la realizzazione di nuove strutture o ammodernamento di quelle esistenti così come per la riqualificazione di aree successive all’evento.
 Le nuove imprese che saranno generate dall’evento porteranno una dote di 1,7 mld di euro.


Effetti sul mercato immobiliare
Il comparto immobiliare è uno dei principali settori economici su cui si trasferirà la legacy immateriale di Expo 2015. La riconversione del sito espositivo favorirà infatti la valorizzazione dell’intero patrimonio immobiliare milanese e delle aree limitrofe. Il modello di analisi economica utilizzato nello studio stima una produzione aggiuntiva di circa 1 mld di euro, con un valore aggiunto di 500 mln di euro e 8.300 unità di lavoro.

I DATI TECNOCASA

Da un punto di vista di vendite e acquisti di immobili, un recente studio di Tecnocasa fa il punto della situazione. Da cui emerge un grande fermento per gli immobili commerciali e  un buon andamento anche per quanto riguarda il residenziale.

COMPARTO COMMERCIALE
Forte l'interesse per il settore della ristorazione nelle zone più centrali di Milano (Quadrilatero, Cordusio, Cairoli e Brera) dove, tra l’altro, si segnala la ricerca di immobili da parte di marchi importanti, soprattutto del fashion. Ultimamente aumenta l’interesse anche per le vie limitrofe (ad esempio via Torino) dove si insediano flagship di importanti marchi.
Dalle richieste raccolte dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa tra le zone ambite nella parte sud di Milano ci sono i Navigli e corso di Porta Ticinese grazie al forte passaggio prevalentemente serale. I prezzi di compravendita sono di circa 11000 € al mq in via Torino e si scende a 6000 € al mq sui Navigli. Cresce l’interesse per via Torino dove aprono aprono flagship della moda giovane e aumenta l'appeal in ambito food con nuove aperture. Da segnalare l’aumento di aperture di supermercati di quartiere, appartenenti a importanti catene della GDO.
Gli investitori sono sempre presenti su questo segmento di mercato e ricercano opportunità di investimento con rendimenti annui lordi intorno all’7-8% (si va dal 6% del centro fino al 9% della periferia).

COMPARTO RESIDENZIALE

Per quanto riguarda il residenziale, nel secondo semestre 2014 le quotazioni di Milano sono diminuite del 2,6%, che determinano una contrazione del 5,5% sull’intero anno 2014. Stabile la macroarea Fiera-San Siro, aumento per il Centro (+0,6%), più marcato a Navigli-Famagosta (+1,2%). Il 45,2% della domanda immobiliare su Milano si concentra sul bilocale che è anche la tipologia più presente sul mercato, con il 38,9% dell’offerta, ma il trilocale segue da vicino con il 37,3%.
Nel secondo semestre del 2014 i canoni di locazione di Milano hanno registrato un andamento leggermente positivo : +0,4% per i monolocali, +0,6% i bilocali e +0,5% i trilocali.
Buono l’ andamento del mercato degli affitti in diverse macroaree della città, in particolare Navigli-Famagosta, Lodi-Corsica e Stazione Centrale-Gioia-Fulvio Testi.
A questo si deve aggiungere anche una domanda generalizzata in diverse aree del territorio di immobili in affitto da parte di coloro che lavorano per l’Expo.
I canoni medi di locazione sono di 510 € al mese per un monolocale, 680 € al mese per un bilocale e 890 € al mese per un trilocale. Sono necessari mediamente 68 giorni per locare un’immobile.



Quasi 24mila occupati nelle costruzioni

Sotto l’aspetto occupazionale (periodo 2012-2020), si stima un volume totale di occupazione attivata pari a 191 mila unità di lavoro annue. L’occupazione generata dall’evento si distribuisce su più settori. Considerando l’intero orizzonte temporale dell’analisi (2012-2020), il maggiore impatto si avrà nel settore del turismo e della ristorazione (circa 39.400 unità lavorative), nei servizi alle imprese (33.800 unità lavorative), nell’industria (c.a. 28.700 unità lavorative) e nelle costruzioni (c.a. 23.975 unitàlavorative). Considerando il solo settore delle imprese edili, è ovviamente nella fase preparatoria all’evento che verranno registrati i maggiori livelli occupazionali (12.500 unità lavorative, il 52% del totale del comparto).



A 'completare' il bilancio di Expo sono i settori del turismo e quello legato agli investimenti esteri.

Aumento degli investimenti diretti dall’estero (IDE)

L’attrazione di investimenti dall’estero è un ulteriore contributo di ordine immateriale che Expo darà al Paese. La vetrina internazionale delle filiere produttive italiane (non solo quelle legate all’agroalimentare) e il miglioramento della dotazione infrastrutturale agevoleranno gli scambi commerciali e l’insediamento di attività produttive di soggetti esteri. Sulla base di benchmark storici legati all’andamento degli investimenti esteri in Italia, è stato stimato un aumento annuo degli IDE di 166 mln di euro da considerare per 5 anni. Tutto ciò si tradurrà in una produzione aggiuntiva di 2,3 mld di euro, con un valore aggiunto di 800 mln di euro e 16.500 unità di lavoro.

Maggiore domanda turistica

L’esposizione mediatica internazionale rafforzerà inevitabilmente il brand della città di Milano e dell’Italia tutta. Tra le eredità che i grandi eventi lasciano alle città ospitanti vi e? anche la reputazione nel saper organizzare eventi di portata internazionale, un asset che rappresenta un valore nel mercato congressuale. Le stime contenute nell’analisi commissionata dalla Camera di Commercio di Milano mostrano che tali effetti dovrebbero generare una produzione aggiuntiva di 1,2 mld di euro con un valore aggiunto di 500 mln di euro e 10.200 unità di lavoro.

 In via cautelativa lo studio elaborato dalla SDA Bocconi per conto della Camera di Commercio di Milano suppone che gli effetti imputabili a Expo 2015 si esauriscano nel 2020.


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