COLPA DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE? Secondo l'associazione, la responsabilità di questa situazione è da imputare alla latitanza del Ministero dell’Ambiente, più volte sollecitato ad intervenire dalle associazioni di categoria senza che però accadesse qualcosa. A tutt’oggi, infatti, non è ancora stato emanato alcun provvedimento attuativo relativo a controlli e sanzioni per eventuali inadempienze.
Al Ministero dell’Ambiente, CNA Installazione Impianti ha segnalato le principali criticità del DPR 43/2012, criticità che possono essere sommariamente riassunte nella richiesta di doppia certificazione per le imprese individuali (alle imprese individuali composte dalla sola figura del titolare viene imposto di certificarsi sia come persona che come impresa), nel fatto che molti organismi di certificazione, in caso di trasferimento della certificazione delle persone ad altro organismo, impongono costi documentali non giustificati, nell’inserimento, tra i requisiti necessari per ottenere la certificazione, di un “Piano di qualità”, obbligo inserito nella normativa italiana, ma non previsto dai regolamenti europei.
Tutti obblighi impegnativi che tendono a scoraggiare installatori saltuari, relegandoli nell'abusivismo, nella totale mancanza di controlli su quei soggetti non certificati che continuano ad installare impianti contenenti f-gas.
AZIONE O RITORSIONE. L’immobilismo delle istituzioni di fronte a questa situazione potrebbe portare le imprese ad una sorta di disobbedienza di massa, denuncia CNA. Non sono poche infatti le imprese che, in regola con quanto previsto dal DPR 43 minacciano, nel caso perdurasse la totale mancanza di controlli, di far scadere i certificati, di non rinnovarli e di continuare ad operare senza certificazione.
LE AZIENDE PUBBLICHE NON RISPETTANO LE REGOLE. Questo è anche dovuto al fatto che, mentre il rispetto delle regole è un obbligo per le imprese, sembra essere facoltativo per la pubblica amministrazione. Per meglio comprendere: in una gara avente come oggetto la manutenzione degli impianti di condizionamento e raffrescamento di una azienda pubblica, la stazione appaltante conferma la necessità che il personale che lavorerà sugli impianti debba essere in possesso di certificazione, ma che nella documentazione amministrativa di gara non viene richiesta la presentazione della certificazione f-gas “per permettere la più ampia partecipazione alla gara in oggetto”. Con queste regole, l’appalto è stato vinto con il 30% di ribasso da una azienda edile, non in possesso di certificazione, denuncia CNA.
CONCLUDENDO. E' chiaro quindi - conclude l'associazione - che imprese non certificate continuano a lavorare sugli f-gas come se nulla fosse, megastore e distributori al dettaglio di materiale idrotermosanitario che vendono f-gas ed impianti che lo contengono a tutti senza alcun tipo di verifica, stazioni appaltanti che nei bandi di gara si guardano bene dall’indicare la certificazione f-gas quale pre-requisito indispensabile per partecipare all’appalto, politica latitante nel prendere provvedimenti reali per far rispettare la legge, controlli inesistenti.