Recupero edilizio

Facciata dinamica in fibra di vetro per il restyling del San Francisco Museum of Modern Art

Inaugurato l’ampliamento del Museum of Modern Art di San Francisco firmato dallo studio norvegese Snøhetta

martedì 14 giugno 2016 - Erika Seghetti

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E’ stato inaugurato lo scorso 14 maggio l’ampliamento del San Francisco Museum of Modern Art, opera di Snøhetta, al termine di un imponente lavoro di espansione e rinnovamento. L’edificio originario, del 1995, è opera di Mario Botta, che è stato parzialmente inglobato nella nuova struttura ad opera del noto studio svedese.
Il nuovo volume è una scatola bianca verticale di 10 piani, che amplia gli spazi espositivi e di servizio, ormai insufficienti, e stabilisce i collegamenti funzionali con la sede esistente. La chiave del nuovo progetto è quella di realizzare un luogo di socializzazione, aperto e pubblico.

Nel nuovo museo infatti, a dispetto dei limiti dimensionali dell’area su cui insiste, sono centrali gli spazi di socializzazione: dalla galleria con accesso libero al piano d’ingresso, dove possono essere esposte opere di grandi dimensioni, alla terrazza ricavata al settimo piano, al giardino delle sculture, situato al terzo piano, caratterizzato dalla presenza di una enorme parete di verde verticale.

Il progetto prevede un ingresso pubblico al SFMoMA opposto all’accesso attuale, e una rifunzionalizzazione dell’atrio esistente, che attraverso l’inserimento di un nuovo corpo scale verrà connesso con l’espansione progettata da Snøhetta.
I due linguaggi architettonici, quello dell’architetto svizzero e quello dello studio norvegese, sono profondamente differenti fra loro per la scelta dei materiali, per le componenti cromatiche e soprattutto nella forma. La prima è geometrica e statica, la seconda invece è morbida e fluida.



La dinamicità della facciata del nuovo edificio, che si ispira ai movimenti della nebbia e dell’acqua della baia, è dettata dall’utilizzo di più di 700 pannelli in polimero rinforzato con fibra di vetro, simili a fasce orizzontali increspate e sensibili alle variazioni della luce.

Sempre da un punto di vista di soluzioni tecnologiche all’insegno della sostenibilità, il nuovo Museo ha puntato su isolamento termico, impianti evoluti per il riscaldamento e raffrescamento, sistemi per la gestione intelligente dell’illuminazione e sistemi di recupero e riuso dell’acqua piovana. Diverse le terrazze con vista sulla città e un giardino verticale, popolato da circa 16mila piante.

Si punta alla Leed Gold.

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