Il comparto del Facility Management italiano torna ai livelli del 2012. Il fatturato globale (62 miliardi) è cresciuto di oltre il 3% mentre l’occupazione nel settore ha superato per la prima volta il milione di addetti, attestandosi a 1.015.407 dipendenti (In questo dato non sono compresi i dipendenti di aziende di logistica e trasporti che offrono anche servizi di Facility Management). In crescita, di circa mille unità, anche il numero di imprese della Galassia dei Servizi di Facility Management.
I dati sono contenuti nella ricerca annuale della Fondazione Scuola Nazionale Servizi sulle imprese con valore della produzione superiore ai 100 mila euro (per 2 categorie sono considerate solo le imprese con fatturato superiore ai 10 milioni di euro), operanti nei 9 settori del Facility Management in Italia: servizi ambientali, servizi culturali, energia e manutenzioni, lavanolo, movimentazioni merci, servizi alla persona, pulizie professionali, ristorazione collettiva, vigilanza.
L’analisi è stata effettuata sui bilanci consuntivi 2016.
Tutti gli indici analizzati mostrano segnali positivi. La redditività delle imprese di Facility Management è in miglioramento, anche se gli effetti positivi non sono omogenei tra i vari settori. L’utile netto generato è stato di 953 milioni di euro (Nel dato non sono compresi gli utili di aziende di logistica e trasporti che offrono anche servizi di Facility Management), maggiore dei 713 milioni del 2015, ma alcuni settori hanno registrato un dato negativo (la movimentazione merci e la vigilanza).
Per la prima volta sono stati analizzati i dati sul grado di rischio economico/finanziario delle imprese stesse. Tutti i settori presentano buone performance con bassi rischi; tra i settori più “solidi” quelli dei Servizi Culturali, Servizi alla Persona e Pulizie professionali.
I dati della ricerca sono stati presentati nel corso dell’evento “Il Terzo Stato degli Appalti. Le mosse dal basso per superare lo stallo negli appalti di servizi”, organizzato dalla Fondazione Scuola Nazionale Servizi a Bologna. Un momento di confronto tra operatori pubblici e privati che si misurano quotidianamente e con difficoltà con il sistema dei contratti pubblici.
I dati che presentiamo sono positivi e testimoniano la ripresa delle imprese del Facility Management, che hanno tenuto e innovato negli anni più duri della crisi – commenta Alberto Ferri, presidente della Fondazione Scuola Nazionale Servizi – C’è però un elemento che riteniamo debba destare preoccupazione ed è la situazione dei contratti pubblici: a due anni dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti si rileva un calo della qualità dei servizi in assenza di riduzione di costi. Siamo dunque in presenza di una diminuzione dell’efficienza del sistema degli acquisti pubblici di servizi FM. Con Il Terzo Stato degli Appalti e altre iniziative a livello territoriale, puntiamo a far si che gli attori di questo sistema si scambino idee e proposte immediatamente applicabili. Piccole “spinte gentili”, come le chiamiamo noi della Fondazione che, senza intervenire su normative e regolamenti, siano in grado di ridare velocità ad una macchina che sta rallentando. Riporto – conclude Ferri – a titolo di esempio tre “spinte gentili” per migliorare la qualità dei servizi anche con le attuali regole: a) fornire nel concreto a Rup e Dec, i dirigenti pubblici preposti, gli strumenti per il governo dei contratti; b) misurare la qualità dei contratti gestiti dalle imprese e premiare (non solo punire) quelle con i migliori risultati; c) assegnare più punteggi alle ditte che incentivano la qualificazione del personale prima delle gare e non solo in caso di aggiudicazione.