Nei primi undici mesi del 2021 l’imponibile, e quindi il gettito Iva, rilevato tramite la fatturazione elettronica, cresce complessivamente del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020. È quanto si rileva dal Report pubblicato sul sito del dipartimento delle Finanze del Mef, sistematicamente aggiornato attraverso l’osservazione delle informazioni offerte dalla banca dati dell’Agenzia delle entrate.
L’incremento più significativo ha riguardato le imprese e le società (+22,2%), ma bene anche le persone fisiche che hanno centrato un aumento del 19,4 per cento. In particolare, il dato è confermato, anzi esaltato nel mese di novembre, dove le prime hanno toccato una crescita pari al 37,3% e le seconde al 13,8%, facendo segnare un incremento complessivo del 35,5 per cento, rispetto alla performance rilevata tra gennaio e novembre del 2020.
Saranno stati i significativi incentivi fiscali introdotti negli ultimi anni per gli interventi sul patrimonio edilizio ma, nel periodo in considerazione, il settore che ha registrato i maggiori aumenti percentuali di imponibile Iva è quello delle costruzioni (+32,6%) seguito dal manifatturiero (+32,1%) e dai servizi di alloggio e ristorazione (+31%). Le perdite più consistenti, invece, provengono dai comparti delle organizzazioni e organismi extraterritoriali (-91,2%) e delle famiglie e convivenze (ad esempio, le assunzioni di lavoratori domestici), che segnano un -46,2 per cento.
Nella relazione del Dipartimento, arricchita da grafici e tabelle, la disaggregazione delle informazioni è effettuata anche riguardo al territorio. Ebbene, la regione che ha fatto registrare l’aumento più consistente è stata l’Emilia Romagna (+34,1%) scortata da Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento (+30,4%). Fanalino di coda, il Lazio, con una crescita di soli 6,1 punti percentuali.
IN ALLEGATO il Report.