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Federbeton: investimenti in sostenibilità per 140 milioni nel triennio 2018-2020

Più di 313.000 tonnellate di emissioni di CO2 evitate. I dati presentati da Federbeton Confindustria con il secondo Rapporto di Sostenibilità, riferito al triennio 2018-2020

lunedì 15 novembre 2021 - Redazione Build News

Investimenti in tecnologie innovative per la sostenibilità per 140 milioni di euro e più di 313.000 tonnellate di emissioni di CO2 evitate. Sono questi alcuni dei dati presentati da Federbeton Confindustria con il secondo Rapporto di Sostenibilità, riferito al triennio 2018-2020.

Il Rapporto di Sostenibilità di Federbeton offre uno spunto di riflessione sul ruolo decisivo della filiera per lo sviluppo sostenibile. Ruolo che è ancor più determinante alla luce della sfida europea per la decarbonizzazione. Quello che emerge è, infatti, un settore fortemente impegnato sul fronte della riduzione degli impatti e dell’ottimizzazione dei prodotti in chiave sostenibile.

Federbeton ha risposto con una strategia da 4,2 miliardi di euro di investimenti all’obiettivo europeo della carbon neutrality al 2050. Il Rapporto di Sostenibilità conferma che l’industria è pronta ad assumere un ruolo centrale nella sfida per la decarbonizzazione – ha dichiarato Roberto Callieri, Presidente di Federbeton -. Siamo sulla buona strada, ma l’impegno dell’industria non sarà sufficiente senza un sostegno normativo e culturale. Lo sforzo richiesto alle imprese rischia, infatti, di renderle meno competitive di fronte ai Paesi che non hanno misure per la protezione dell’ambiente altrettanto virtuose. Oggi l’Italia ha più bisogno che mai dei nostri materiali. Il piano di rilancio delle costruzioni porta, infatti, a stimare una crescita della necessità di cemento e calcestruzzo.

Le dimensioni della filiera

Il Rapporto di filiera 2020, presentato con il Rapporto di Sostenibilità da Federbeton, mostra per il 2020 un fatturato complessivo della filiera di 8,4 miliardi, in calo del 4,7% rispetto al 2019. La ripresa che ha interessato il settore a partire dai mesi estivi del 2020 non ha comunque compensato le perdite subite nella prima parte dell’anno a causa della totale chiusura degli impianti produttivi. Ipotizzando un’evoluzione positiva dello scenario post-Covid, alla luce degli incentivi per le riqualificazioni edilizie, la volontà di investire sul rilancio delle infrastrutture e l’avvio effettivo del PNRR, le previsioni per il 2021 vedono una crescita del 13% e un ulteriore consolidamento della stessa per il prossimo anno, con un intervallo compreso tra il 3% e il 5%.

Il Rapporto di Sostenibilità – Le cifre

Il Rapporto 2020 è realizzato sulla base delle performance delle aziende riunite in Aitec, Atecap e – da quest’anno – Assobeton, le associazioni che in Federbeton rappresentano i produttori di cemento, calcestruzzo preconfezionato e manufatti in calcestruzzo.

- Oltre 140 milioni di euro investiti in tecnologie innovative per il miglioramento continuo dei livelli di sostenibilità degli impianti e per la protezione dei lavoratori nel triennio 2018-2020.

- 20,9%: tasso di sostituzione calorica con combustibili di recupero. Nonostante un leggero miglioramento (+0,6 punti percentuali rispetto al 2019) siamo ancora lontani dalla media europea che si attesta al 50% di sostituzione calorica. Da un punto di vista tecnologico, gli impianti italiani sono già attrezzati per un livello analogo, ma persistono ostacoli burocratici e culturali che non permettono di esprimere le reali potenzialità.

- 7%: tasso di sostituzione delle materie prime naturali (+0,3 punti percentuali rispetto al 2019). Il dato evidenzia la capacità del comparto di recuperare come risorse produttive una serie di materiali altrimenti destinati alla discarica. Rifiuti non pericolosi, sottoprodotti ed End of Waste vengono recuperati e utilizzati in sostituzione di calcare e altre materie prime naturali, nel processo produttivo.

- L'impegno dell'intero settore nel miglioramento del processo produttivo ha permesso alle aziende di controllare le emissioni:

a) evitando l’emissione di 313.344 tonnellate di CO2 in atmosfera, con un miglioramento dello 0,5% della performance ambientale rispetto al 2019, grazie alla biomassa presente nei combustibili di recupero;

b) riducendo gli ossidi di azoto, le polveri totali e gli ossidi di zolfo, fra i macro-inquinanti monitorati in continuo negli impianti di produzione del cemento.

Lungo la strada della carbon neutrality, il settore delle costruzioni si sta già impegnando per migliorare i propri livelli di sostenibilità introducendo cambiamenti anche radicali nei propri processi produttivi e gestionali – ha aggiunto Antonio Buzzi, Vicepresidente di Federbeton –. È il caso, ad esempio, delle tecnologie innovative per la cattura della CO2, strumento chiave per la decarbonizzazione del settore attualmente oggetto di ricerca anche con impianti pilota. Ci sono poi strumenti per cui l’industria è già pronta, come l’utilizzo dei combustibili alternativi, ma che sono ancora frenati da ostacoli burocratici e da alcuni pregiudizi a livello locale. È necessario favorire una cultura del dialogo con le comunità territoriali per procedere insieme verso il traguardo del 2050.

Le proposte di Federbeton

A fronte dell’impegno dell’industria italiana, bisogna scongiurare il rischio di una perdita di competitività rispetto ai Paesi che non condividono gli obiettivi ambientali europei. L’importazione da questi Paesi si traduce anche in un impatto climatico maggiore a livello globale. Le emissioni di CO2, infatti, non hanno confini.

È necessaria una strategia più ampia da parte dell’interno sistema Paese:

- Fit for 55 e CBAM: introduzione immediata del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) che prevede misure per proteggere la competitività dell’industria nazionale del cemento dalle importazioni da Paesi extra-UE.

- Tecnologie break-through: supporto alle imprese per lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia (in merito a stoccaggio di CO2, utilizzo di idrogeno nel processo di produzione di cemento, etc.).

- Aiuti di Stato per il clima, l’ambiente e l’energia: nella revisione delle Linee Guida europee il settore del cemento deve rimanere fra i settori energivori eleggibili. La sua esclusione precluderebbe, nel prossimo futuro, le agevolazioni sul costo dell’energia elettrica, vettore energetico che, nel processo di decarbonizzazione, verrà utilizzato con ulteriore ed incrementale intensità. Per poter accelerare sul percorso di decarbonizzazione del processo produttivo il settore dovrebbe, infine, beneficiare delle agevolazioni per gli oneri indiretti della CO2 inseriti nel costo dell’energia elettrica.

- Utilizzo dei combustibili alternativi: sostenere l’applicazione delle semplificazioni amministrative introdotte dal DL Semplificazioni/Governance. L’art. 35 (commi 2 e 3), che equipara l’utilizzo del CSS-Combustibile a quello di altri combustibili “tradizionali”, rende più rapido l’iter burocratico mantenendo inalterate le garanzie di controllo e la trasparenza.

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