L’Anev e Italia Solare hanno formulato al nuovo collegio dell’Arera considerazioni in merito alla disciplina del dispacciamento dell’energia elettrica e agli impatti determinati sugli impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili (FERNP), ritenendo l’attuale quadro regolatorio penalizzante per l’intero settore delle rinnovabili.
L’auspicio è che l’Autorità intervenga in maniera equa sulla disciplina, in modo tale da non creare trattamenti privilegiati per alcuni produttori a scapito di un settore come quello delle rinnovabili che oggi va sostenuto e promosso in nome della lotta ai cambiamenti climatici e del rispetto delle normative europee.
L’attuale disciplina, a seguito delle modifiche occorse nell’arco degli ultimi anni risulta – secondo le associazioni – particolarmente penalizzante per le FERNP, che vedono applicati ai propri sbilanci oneri che oscillano tra 0,5 e 7€/MWh.
Le due associazioni ritengono, inoltre, che i titolari di impianti FERNP debbano essere messi nelle condizioni di gestire nella maniera più efficace le proprie unità, in modo da minimizzare gli impatti derivanti dagli sbilanci e valorizzare il contributo eventualmente fornito al bilanciamento del sistema elettrico e la normativa deve evolvere in questa direzione.
Questo il commento del Presidente dell’Anev Simone Togni:
L’attuale disciplina del dispacciamento dell’energia elettrica e degli impatti determinati sugli impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili, penalizza notevolmente gli operatori da impianti da fonte eolica e da altre rinnovabili. Al fine di responsabilizzare gli operatori e di favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili nel sistema elettrico, come è necessario che avvenga, la regolazione deve essere aggiornata tenendo conto del nuovo scenario tecnologico e del cambio del mix di produzione sempre più orientato verso le FER. L’eolico infatti oggi è già penalizzato da costi burocratici, lungaggini autorizzative e mancanza di strumenti per poter realizzare nuovi impianti, e un livello di oneri di sbilanciamento schizzati tra 3 e 7 €/MWh non è sostenibile. Un tempestivo adeguamento del quadro normativo/regolatorio deve intervenire consentendo agli operatori di ridurre il costo per il sistema e di penalizzare gli operatori solo per gli sbilanciamenti generati evitabili. Non possono essere chiamati infatti a pagare dei costi gli impianti eolici per prestazioni o servizi che quella tecnologia non può tecnicamente svolgere. L’attuale situazione, non sostenibile, sta comportando una situazione di grave sofferenza per i produttori e uno stallo per un intero comparto industriale, foriero peraltro di benefici in termini economici, occupazionali e ambientali.
Paolo Roco Viscontini, Presidente di Italia Solare:
Il solare fotovoltaico e in generale le fonti rinnovabili non programmabili possono dare un grande contributo al mercato del dispacciamento, ma perché ciò avvenga devono essere messe in condizioni di competere in modo equo con le altre fonti. Oggi ci sono costi, volumi e tecnologia per consentire alle rinnovabili di fare la differenza nel mix energetico nazionale, anche nell’ottica di ridurre le nostre emissioni che è una indiscutibile priorità. Ma se gli operatori stanno facendo la loro parte, anche il regolatore deve fare altrettanto e come ITALIA SOLARE auspichiamo un contributo attivo da parte dell’Autorità nel rispondere in modo concreto e in tempi rapidi a quelle che sono le richieste degli operatori. Come Associazione più volte abbiamo sottolineato, ad esempio, l’importanza della fattiva partecipazione del fotovoltaico e delle altre rinnovabili non programmabili al mercato dei servizi di dispacciamento nel rispetto delle peculiari caratteristiche di queste tecnologie e secondo criteri di mercato. Solo così si potrà avere la piena integrazione delle FERNP nel sistema elettrico. Non possiamo più attendere: è necessario che le risposte arrivino prima possibile.