Pubblichiamo il testo della lettera aperta ai giornali, scritta dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna, Pier Giorgio Giannelli, in merito all'articolo su il Resto del Carlino di Bologna del 6 maggio 2017 dal titolo “Fiera pronta ai lavori. Ma senza gara”.
Leggo sul Carlino di oggi che il restyling del quartiere fieristico avverrà al di fuori delle regole europee e nazionali dettate dal Codice degli appalti e pertanto le progettazioni e l’affidamento dei lavori saranno affidate con procedure “private” e non di evidenza pubblica.
Questo fatto secondo me è particolarmente grave, al di là della legittimità di questa intenzione tutta da dimostrare, in quanto Bologna Fiere che si avvia ad essere completamente a capitale pubblico, tende a non rispettare le norme, eludendole in base ad un parere legale, per quanto qualificato esso possa essere.
Tradire i principi delle Direttive Comunitarie, tradotte nel Codice degli Appalti D.Lgs 50/2016, tra le quali la Concorrenza, la trasparenza, la non discriminazione e l’accesso al mercato da parte delle piccole e medie imprese, significa abdicare all'etica che ogni Amministratore della Cosa Pubblica dovrebbe avere come stella polare, per utilizzare i fondi di provenienza collettiva a favore delle proprie Comunità.
La del tutto ipotetica “liberazione da lacci e lacciuoli" determinati dalle Norme e dalle procedure, in favore di un risparmio, anche questo del tutto ipotetico, dei tempi non è giustificazione accettabile ed eticamente percorribile da una società moderna, aperta e trasparente. In realtà i lacci e lacciuoli del Codice costituiscono delle garanzie di trasparenza e di efficienza dei procedimenti di aggiudicazione, che sono validi in tutta la Comunità Europa, e che fanno si che i denari pubblici impegnati siano correttamente utilizzati.
La Concorrenza è un fattore indispensabile per far progredire la nostra Comunità: è stimolo di innovazione, di ottimizzazione dei processi per chi compete, e dà un valore aggiunto, in termini di qualità del prodotto, a chi riceve il frutto della competizione, sia che si parli di progetti che di lavori.
La qualità delle opere pubbliche dipende prima di tutto dalla qualità dei procedimenti amministrativi che le determinano; questo dovrebbe essere un principio ben chiaro ai nostri Amministratori ed a cascata fino all’ultimo dipendente pubblico, così non sembrerebbe ed è tutto molto triste.
Aspetteremo l'ANAC, alla quale ci riserviamo di chiede un parere, questo sì, veramente cogente.
Per il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Bologna
il Presidente Pier Giorgio Giannelli