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Filiera del cemento/calcestruzzo, al SAIE il Rapporto Federbeton: luci e ombre

Nonostante i segnali di leggera ripresa, il settore non riesce a invertire il trend complessivamente negativo sul fronte dell’occupazione, del numero delle imprese, delle esportazioni e del fatturato complessivo

mercoledì 17 ottobre 2018 - Redazione Build News

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La congiuntura economica del comparto delle costruzioni, le dinamiche di sviluppo della filiera del cemento, le prospettive di crescita, lo scenario dell’innovazione: sono questi i focus tematici che Federbeton intende sviluppare al SAIE, insieme ad autorevoli esperti del settore. Con 4.000 aziende associate e circa 10 miliardi di euro di fatturato aggregato, Federbeton, nell’ambito di Confindustria, rappresenta i produttori di cemento, calcestruzzo e materiali di base.

La forza del binomio tra calcestruzzo e infrastrutture strategiche è evidente nelle scelte di chi, nel nostro Paese e nel mondo, continua a scegliere questo materiale per le sue caratteristiche ineguagliate di affidabilità, durabilità e sostenibilità. Per questo crediamo che sia necessario ricordare al mercato, alle istituzioni e all’opinione pubblica quali siano le potenzialità del cemento, del calcestruzzo e delle loro applicazioni per lo sviluppo infrastrutturale e il rilancio della competitività del nostro Paese. – sottolinea Roberto Callieri, presidente di Federbeton – La realizzazione di opere pubbliche è, da sempre, elemento trainante dell’economia di un Paese. Il Rapporto che presentiamo al SAIE ci induce a una considerazione che diventa un appello alle istituzioni: ripartire è possibile, se si riusciranno a trasformare le risorse disponibili in investimenti effettivi, nonostante iter procedurali tutt’altro che lineari.

IL RAPPORTO FEDERBETON: LUCI E OMBRE. Al SAIE, Federbeton presenta il proprio rapporto, che restituisce la fotografia aggiornata di un comparto diviso tra uno straordinario dinamismo, in termini di investimenti in innovazione e sostenibilità, e le difficoltà di un mercato stagnante.

In sintesi:

- La filiera del cemento/calcestruzzo rappresenta quasi il 10% del comparto delle costruzioni;

- A fronte di una ripresa dell’1,6% per il settore delle costruzioni in Italia nel primo semestre 2018 (dato Istat), Federbeton stima una crescita fino all’1% dei livelli produttivi nel 2018, con un valore aggiunto di filiera anch’esso in aumento (con un intervallo di crescita stimato tra +1 e +3% sul 2017);

- Malgrado questi segnali di leggera ripresa, il settore non riesce a invertire il trend complessivamente negativo sul fronte dell’occupazione, del numero delle imprese, delle esportazioni e del fatturato complessivo;

- Permane una diffusa difficoltà di spesa della committenza pubblica: i primi 8 mesi del 2018 registrano un -3% nella spesa per investimenti in conto capitale dei comuni:

a) tale contrazione non sembra dipendere da una indisponibilità di risorse finanziarie (aumentate del 23,9% nel 2017 e del 26,2% nel 2018), ma da inefficienti procedure amministrative;

b) per questo, Federbeton identifica nella revisione del ruolo del CIPE, nella revisione del Codice degli Appalti, nella semplificazione degli iter procedurali e nella professionalizzazione della committenza pubblica le leve strategiche, ai fini di una accelerazione nella realizzazione delle opere pubbliche.

PAVIMENTAZIONI IN CALCESTRUZZO PER GALLERIE, RICERCA UNIVERSITÀ LA SAPIENZA/FEDERBETON: RISPARMI FINO AL 26%. L’adozione del calcestruzzo come materiale per la costruzione delle pavimentazioni stradali in galleria è un tema che riguarda da vicino il buon funzionamento, la sicurezza e la sostenibilità economica e ambientale della rete viaria del nostro paese. Con circa 350 gallerie l’Italia è, infatti, il paese che ospita il maggior numero di infrastrutture di questo tipo, con un’incidenza del 50% circa rispetto all’intera rete stradale transeuropea (TERN).

Ragioni normative e storiche hanno, tuttavia, determinato una consuetudine costruttiva che ha finora privilegiato il conglomerato bituminoso (asfalto) come materiale utilizzato nelle pavimentazioni delle gallerie, a dispetto delle migliori performance garantite dal calcestruzzo.

Come ampiamente riconosciuto dalla teoria e dalla prassi costruttiva in numerose nazioni europee, il calcestruzzo è più efficace dell’asfalto nella riduzione dei costi di manutenzione e illuminazione e dei livelli di rischio in galleria – commenta Andrea Bolondi, vice presidente di Federbeton –. Come federazione rappresentativa della filiera italiana del cemento e del calcestruzzo, rinnoviamo il nostro impegno per la sensibilizzazione delle istituzioni rispetto all’adozione diffusa di pavimentazioni cementizie, in particolare nelle gallerie di lunghezza superiore agli 800 metri.

LO STUDIO COMPARATIVO – UNIVERSITÀ LA SAPIENZA. Nella giornata di giovedi 18, al SAIE Federbeton dedica al tema un momento di dibattito, presentando una delle più importanti esperienze italiane, quella di Quadrilatero Marche Umbria Spa, che ha realizzato e gestisce una galleria di 40 km con pavimentazione cementizia.

In occasione del convegno, Federbeton torna ad approfondire i risultati dello studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma (Dipartimento Ingegneria Civile Edile e Ambientale), anche sulla base di dati forniti da Anas.

I dati mettono in luce le caratteristiche di affidabilità e durabilità dei prodotti a base di cemento, in ragione dei quali la filiera produttiva rappresentata da Federbeton è in grado di promuovere una nuova stagione di sviluppo per le infrastrutture viarie italiane, asset strategico per la competitività del paese.

Nello specifico, la ricerca mette a confronto le performance tecnico-economiche delle pavimentazioni cementizie e bituminose (asfalto) in galleria. I risultati, in linea con le più recenti indicazioni del codice degli appalti, tengono conto dell’intero ciclo di vita dell’opera, dalla costruzione alla manutenzione, incluso il costo dell’illuminazione.

Risparmio economico: in base alla lunghezza della galleria e alla vita utile di progetto (20 o 30 anni), una pavimentazione in calcestruzzo consente una riduzione dei costi tra il 20 e il 26%. Nel caso di una galleria lunga 2 km e con un ciclo di vita pari a 30 anni, il costo complessivo è pari a 7,4 milioni di euro con una pavimentazione in conglomerato bituminoso e a 5,7 milioni di euro, con una pavimentazione in calcestruzzo. Il vantaggio economico, in questo caso, è quantificabile quindi in 1,7 milioni di euro a favore del calcestruzzo.

- Il colore chiaro del materiale migliora la luminosità interna della galleria e consente di ridurre i costi di illuminazione (efficienza energetica);

- La durabilità del calcestruzzo permette, rispetto all’asfalto, di ridurre i costi di manutenzione sul manto stradale.

Sicurezza: il calcestruzzo è un materiale incombustibile e atossico. Contribuisce, quindi, ad aumentare la sicurezza in caso di incidenti.

Vantaggi ambientali: oltre a garantire una maggiore efficienza energetica, grazie al proprio colore chiaro, il calcestruzzo consente interessanti prospettive di riciclo per la pavimentazione, al termine del ciclo di vita.

LO SCOGLIO NORMATIVO E LA SITUAZIONE IN EUROPA. Dalla fine degli anni ’90, nei diversi paesi europei ha preso il via una seria riflessione sulla necessità di incrementare la sicurezza in galleria.

Nasce in questo contesto la Direttiva 2004/54 CE, recepita in Italia nel 2006 con l’introduzione di misure infrastrutturali e impiantistiche per ridurre il rischio all’interno delle gallerie. Restano, tuttavia, fuori da questo assetto normativo le caratteristiche di sicurezza di cui dotare anche le pavimentazioni: la mancata diffusione del calcestruzzo, in questo ambito, è figlia di questo vuoto nella legislazione.

Diverso è stato l’approccio in altri paesi europei, che in molti casi hanno reso obbligatorio l’impiego del calcestruzzo nelle pavimentazioni delle gallerie (Slovacchia, Slovenia e Spagna) o hanno introdotto specifici riferimenti all’utilizzo di materiali con elevata resistenza al fuoco (Germania).

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