Progetti

Finestre e facciate ad alta efficienza per la nuova funivia del Monte Bianco

Schüco Italia e AZA - Aghito Zambonini hanno firmato le tecnologie costruttive e realizzato i sistemi per l’involucro edilizio, caratterizzato da finestre e facciate in grado di resistere a condizioni climatiche estreme

venerdì 11 settembre 2015 - Erika Seghetti

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Con un design che si ispira ai cristalli di ghiaccio e ai riflessi della neve, la nuova funivia del Monte Bianco permette in soli 19 minuti di viaggio di salire fino a 3.466 metri.
Firmata dall’architetto Carlo Cillara Rossi, la struttura è stata progettata con la collaborazione dello studio torinese di ingegneri funiviari Dimensione Ingegnerie s.r.l, che ha affidato all’ing. Marco Petrella la direzione dei lavori durante i 4 anni impiegati per la realizzazione dell’impianto. Per la parte tecnica, invece, hanno collaborato gli studi di ingegneria e geotecnia SI.ME.TE srl, Corona srl, Proteo srl e il prof. geologo Andrea Cancelli. L’impianto a fune, invece, è opera della Doppelmayr Italia, in affiancamento alla “Cordèe Mont Blanc”, che ha unito in consorzio tutte le aziende che hanno realizzato i lavori.

Impatto ambientale

Durante la progettazione, particolare attenzione è stata data non solo alle difficili condizioni climatiche a cui la struttura è quotidianamente sottoposta, ma anche all’impatto ambientale dell’intero impianto, sia dal punto di vista paesaggistico che di sostenibilità energetica. Sviluppati principalmente in verticale con terrazze a sbalzo, i prospetti, in particolare quelli della stazione di Punta Helbronner, richiamano da un lato le grandi cuspidi rocciose del Monte Bianco e dall’altro i cristalli di quarzo che caratterizzano il percorso geologico e glaciale della montagna, per una perfetta integrazione con l’intorno circostante. Per resistere all’impervio comportamento degli agenti naturali e limitare al minimo le dispersioni termiche e di consumo energetico, sono stati impiegati materiali ad alto isolamento, ampie superfici fotovoltaiche e sistemi di riscaldamento con pompe di calore, al fine di avvicinare l’impianto allo standard di Zero Energy Building, ovvero a quello degli edifici che richiedono pochissima energia, essendo in grado di autoprodurla.


Superfici vetrate isolanti

L’alluminio, l’acciaio e il vetro sono i grandi attori di questa costruzione, realizzata con materiali ad alte prestazioni capaci da un lato di contenere al massimo le dispersioni energetiche e dall’altro di assicurare un involucro dall’elevata trasparenza. La volontà di rendere la montagna protagonista, infatti, ha orientato le scelte progettuali verso un ampio utilizzo di superfici vetrate altamente isolanti, che permettono ai fruitori di sentirsi costantemente parte integrante dell’intorno, anche durante i momenti di sosta.



Installati in tutte e tre le stazioni, i sistemi per finestre e facciate Schüco, customizzati e realizzati grazie al know-how tecnologico di AZA - Aghito Zambonini Spa che si è occupata dell’ingegnerizzazione del progetto, garantiscono un contatto permanente con il panorama esterno in tutta sicurezza, in quanto progettati per resistere a temperature fino a -35 °C e a raffiche di vento in grado di toccare i 170 km/h. Per la posa in opera delle soluzioni, il particolare contesto paesaggistico ha richiesto la necessità di lavorare in quota, in condizioni meteorologiche spesso avverse.

Gli interventi nelle tre stazioni

Il viaggio per intraprendere l’esplorazione della grande montagna inizia a Pontal d’Entrèves, la stazione di valle della funivia.


All’interno della copertura particolarmente aerodinamica, l’architettura ospita alcuni ambienti riservati alla permanenza del personale e numerosi spazi pubblici, a cui si affianca un’ampia area interrata dedicata ai parcheggi. Grazie ai sistemi di facciata Schüco FW 50+ SI, sviluppati da AZA in una variante personalizzata, la vetrata panoramica ad elevato isolamento termico che caratterizza il bar e l’infermeria permette ai visitatori di mantenere un contatto visivo costante con il paesaggio, consentendo al contempo di ottenere valori Ucw pari a 1,0 W/m2K. Al bilancio energetico positivo dell’edificio contribuiscono anche i sistemi per finestre Schüco AWS 65 e i sistemi per porte Schüco ADS 65, utilizzati sia in copertura che nella biglietteria.


Pavillon du Mont Fréty, la stazione intermedia, è caratterizzata da specchiature che compenetrano i volumi, provvisti di spazi appositamente attrezzati per l’accoglienza e il ristoro del pubblico.


Nonostante la complessa disposizione sul terreno, il progetto architettonico si inserisce armoniosamente nell’ambiente e soddisfa i più alti livelli di ospitalità, includendo zone commerciali, una sala di proiezioni, ristoranti e bar. Anche qui, l’utilizzo dei sistemi di facciata personalizzati Schüco FW 50+ SI – che raggiungono dimensioni di 4500x900 mm e valori Ucw pari a 1,0 W/m2K – ha consentito di dare vita ad un edificio ad elevato isolamento termico, le cui prestazioni energetiche sono sostenute anche dai sistemi per finestre Schüco AWS 75 e dai profili per porte Schüco ADS 75.


Il vero cuore tecnologico è però racchiuso a Punta Helbronner, la stazione di monte. La continua variazioni dei profili, sviluppati in verticale, da un lato delinea forme eccentriche  e dall’altro permette l’innalzamento di una terrazza panoramica, reale punto di arrivo per i numerosi turisti.


Il dialogo con la montagna viene garantito nuovamente dai sistemi di facciata Schüco FW 50+ SI personalizzati, che consentono una  vista a 360° del Monte Bianco. I valori Ucw di 0,8 W/m2K delle facciate, infatti, vengono supportati dai profili per finestre Schüco AWS 90, che oltre a favorire il bilancio energetico positivo dell’edificio permettono anche la manutenzione dall’interno, aspetto non trascurabile trattandosi di un ambiente particolarmente ostile.


“Le maggiori difficoltà incontrate nel percorso progettuale ed ingegneristico – commenta Gianluca Bortot, Responsabile Tecnico di AZA - Aghito Zambonini Spa –  sono state l’omogeneizzazione delle geometrie esecutive tra elementi di carpenteria ed involucro e la risoluzione metodica dei molti punti critici analizzati termicamente con rigore, a salvaguardia di un involucro architettonico estremamente prestazionale. Infine, ma non ultimo per importanza, l’installazione da parte di squadre di maestranze altamente qualificate con permanenza in quota in condizioni climatiche davvero impegnative, nonostante la maggior parte dei lavori siano comunque avvenuti tra maggio e settembre, quando il clima è decisamente più favorevole”.



Scheda Progetto
Progetto architettonico: Arch. Carlo Cillara Rossi
Capogruppo: Dimensione Ingegnerie s.r.l
Direzione lavori: Ing. Marco Petrella
Coordinatore Sicurezza: Ing. Sergio Ravet
Geotecnia e Geologia: SI.ME.TE srl; Corona srl; Proteo srl; prof. Andrea Cancelli
Sistemi per l’involucro: Schüco Italia
Ingegnerizzazione involucro: AZA - Aghito Zambonini Spa
Impianti funiviari: Doppelmayr Italia
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