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Finire la Tav costerebbe l’1,4% della spesa pubblica totale nel 2019

A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, incrociando i dati del Mit con l’importo delle uscite complessive della PA previste nel 2019, senza contare i contributi europei

mercoledì 6 marzo 2019 - Redazione Build News

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Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il  costo dell’intera tratta della Tav Torino-Lione ammonta a circa 22 miliardi di euro (importo attualizzato al 2018), di cui 9 sarebbero in capo ai francesi e 13 al nostro Paese. Tenendo conto che 2 miliardi sono stati già spesi e non considerando la compartecipazione di spesa dell’Unione europea, per realizzare tutta la tratta bisogna investire ancora 11 miliardi.

Se per assurdo ipotizzassimo di spenderli tutti nel 2019, questa uscita inciderebbe per l’1,4% sulla spesa pubblica totale prevista quest’anno (pari a 803,3 miliardi di euro, al netto degli interessi sul debito pubblico).

Premesso che non siamo degli economisti dei trasporti e,  pertanto, non siamo in grado di valutare l’impatto socio-ambientale di un’opera così importante – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ci siamo  permessi  di realizzare un esercizio teorico, o meglio: una  provocazione. Sebbene sovrastimati, gli 11 miliardi che dovremo spendere per ultimare l’opera sono una cifra estremamente importante. Tuttavia, se rapportati alla spesa totale che lo Stato si farà carico nel 2019, costituiscono poca  cosa. Ora, il progetto può essere ridimensionato e reso meno impattante, ci  mancherebbe, ma sarebbe un grave errore  non realizzarlo perché ritenuto troppo costoso. Rischiamo, se l’infrastruttura verrà definitivamente bloccata, di  aumentare il sovraccosto della bolletta logistica italiana che,  secondo un’analisi condotta qualche anno fa dal ministero  dei  Trasporti, grava sul nostro sistema Paese per 13 miliardi di euro all’anno
Secondo il segretario dell’Ufficio studi Renato Mason, la Tav Torino-Lione andrebbe realizzata in quanto “snodo fondamentale del corridoio europeo Lisbona-Kiev che, se realizzato, proietterà al centro dell’Europa dell’Est tutta l’area produttiva del nord Italia.”



Attorno all’opera è in corso da settimane un braccio di ferro interno alla maggioranza di governo, che anche dopo la pubblicazione dell’Analisi costi-benefici voluta dal Mit – fortemente criticata nel merito e nel metodo da più parti – ha rimandato la decisione definitiva in merito alla sua realizzazione. 

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