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Fiper: l'ecobonus del 110% è in contrasto con gli obiettivi del Piano Nazionale Energia e Clima

L’art.119 del Decreto Rilancio, qualora rimanesse invariato nel testo, produrrà come effetto una forte “distorsione” nel mercato tra tecnologie fossili e rinnovabili (a favore del gas) e disparità di trattamento che si riflette anche sulla competitività del servizio di teleriscaldamento efficiente

venerdì 5 giugno 2020 - Redazione Build News

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Appello al Governo dalla Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili-FIPER a rispettare gli impegni assunti dall’Italia nel Piano Nazionale Energia e Clima, che l’Italia ha trasmesso a Bruxelles lo scorso 20 febbraio 2020, in cui il Governo ha dichiarato di voler accelerare la transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.

Esordisce Righini, presidente FIPER: “Ormai è chiaro che a livello europeo la fase di ripartenza post COVID sarà caratterizzata dalla transizione verso la green economy; le ultime dichiarazioni di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea vanno in questa direzione; un piano di investimenti dedicato all’innovazione, all’economia circolare e ad aumentare la sicurezza energetica nel mercato EU attraverso un maggior impiego delle fonti rinnovabili.

In quest’ottica, FIPER ha espresso una forte preoccupazione riguardo l’attuale testo dell’art. 119 (comma 1 lettera b) e c)) del Decreto Rilancio che definisce gli interventi di efficienza energetica che beneficiano della detrazione fiscale del 110%.

Infatti, nel comparto del riscaldamento, si dà una forte spinta verso la sostituzione degli attuali impianti domestici con le caldaie a gas ad alta condensazione, senza tener in conto delle altre tecnologie a fonti rinnovabili presenti sul mercato efficienti ai sensi della Direttiva 2018/2002, tra cui il teleriscaldamento abbinato all’utilizzo delle biomasse legnose. Una misura in netta controtendenza rispetto agli obiettivi previsti dal PNIEC che prevede una quota del 30% di fonti rinnovabili entro il 2030.

L’art.119 del Decreto Rilancio, qualora rimanesse invariato nel testo, produrrà invece come effetto una forte “distorsione” nel mercato tra tecnologie fossili e rinnovabili (a favore del gas) e disparità di trattamento che si riflette anche sulla competitività del servizio di teleriscaldamento efficiente. Infatti, quest’intervento premia la penetrazione del “gas” (fonte fossile) per almeno i prossimi 15-20 anni, imputando i costi della distribuzione a carico dell’intera collettività.

E dire che la Direttiva 2018/2002 promuove il teleriscaldamento efficiente tra le misure prioritarie anche e soprattutto per il recupero di risorse energetiche in ambito locale altrimenti inutilizzabili; indicazione del resto, come già accennato, recepita nel nostro ordinamento attraverso il decreto legislativo n.102/2014.

Conclude Righini: “In questa fase di conversione parlamentare, abbiamo inviato una proposta emendativa affinché il Governo intervenga per favorire fattivamente la transizione energetica verso interventi di efficienza energetica che favoriscano la diffusione delle fonti rinnovabili e metta in atto misure coerenti con gli obiettivi definiti dal PNIEC, tra cui la promozione del teleriscaldamento efficiente”.

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