di Franco Metta
Per tenere sotto osservazione e monitorare la capacità contributiva degli italiani, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha resuscitato in veste rinnovata il redditometro, uno strumento di fatto non più utilizzato dal 2018. Il nuovo redditometro, il cui via libera è atteso in un decreto di prossima pubblicazione in Gazzetta, e previa consultazione pubblica per le nuove regole sui controlli, ha dunque le stesse finalità del precedente, ovvero contrastare l’evasione fiscale, ma sarà aggiornato negli elementi che compongono il paniere, ovvero le singole voci di spesa che operano da indicatori.
Per la parte consumi figureranno i generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature. L’abitazione naturalmente, combustibili ed energia, mobili elettrodomestici e servizi per la casa. Il quadro si completa con spese per sanità, trasporti, comunicazioni, istruzione, tempo libero, cultura e giochi. In totale più di 50 voci.
Lato investimenti invece le spie indicatrici saranno gli immobili posseduti, i beni mobili registrati, polizze assicurative, contributi previdenziali volontari, azioni e titoli obbligazionari, oggetti d’arte e d’antiquariato, manutenzione straordinaria degli immobili, donazioni ed erogazioni liberali e altri investimenti.
Un occhio di riguardo anche all’andamento dei risparmi, ovvero all’incremento delle disponibilità monetarie, ovvero la cosiddetta liquidità. Monitorate anche le uscite nel corso dell’anno per imposte, tasse e contributi, oltre all’assegno per la ex moglie. Tutti questi dati raccolti saranno poi elaborati per determinare sinteticamente il reddito complessivo delle persone fisiche. Eventuali accertamenti riguarderanno gli anni di imposta a decorrere dal 2016.