I fondi europei e nazionali della politica di coesione territoriale costituiscono un tassello fondamentale per l’attuazione di una politica industriale per il settore delle costruzioni in Italia.
Secondo le stime dell’Ance, realizzate sulla base delle decisioni assunte ad oggi, le risorse destinate ad interventi di interesse del settore nell’ambito della programmazione 2014-2020 ammontano complessivamente a circa 44 miliardi di euro, di cui 17 miliardi di euro dei programmi dei fondi strutturali europei e relativi programmi complementari e 27 miliardi di euro derivanti dal Fondo per lo Sviluppo e la coesione (FSC).
Queste risorse costituiscono un tassello importante del Piano da 140 miliardi di euro previsto dal Governo per le infrastrutture per i prossimi 15 anni.
Purtroppo, gli effetti di questi programmi sulla spesa per investimenti infrastrutturali appaiono ancora molto limitati.
Ad inizio settembre, la Commissione europea ha diffuso i dati sull’avanzamento della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, sia in termini di selezione dei progetti che in termini di spesa (cfr. dossier allegato).
A fine giugno 2018, con riferimento ai fondi FESR (Fondi europeo di sviluppo regionale) e FSE (Fondo Sociale Europeo) relativi al periodo 2014-2020,
- l’Italia si colloca al 20° posto su 28 per livello di selezione dei progetti (scelta precisa dei progetti da realizzare), con progetti selezionati per il 58,1% della spesa, contro una media europea del 60,0%;
- l’Italia si colloca al 24° posto su 28 per livello di spesa delle risorse, con una spesa pari al 9,3%, contro una media europea del 14,4%. Complessivamente, in Italia, dopo 4 anni e mezzo (rispetto ai 10 anni disponibili per spendere i fondi europei), sono stati spesi 4,8 dei 51,9 miliardi di euro disponibili.
Rispetto alla situazione di sei mesi fa (dicembre 2017), l’Italia ha recuperato qualche posizione, in particolare con riferimento alla spesa dei fondi (dal 25° al 24° posto per la spesa FESR+FSE; dal 27° al 23° per spesa FESR), ma i livelli di spesa rimangono inferiori alla media Ue.
Per quanto riguarda il FESR, che finanzia la maggior parte delle misure di interesse del settore, dopo 4 anni e mezzo, la spesa risulta pari all’8,1% contro una media europea del 13,1%. Ciò significa che in quattro anni e mezzo, sono stati spesi solo 2,8 miliardi dei 34,2 miliardi di euro disponibili.
Per quanto riguarda il FSE, a giugno 2018, la spesa risulta pari all’11,4% rispetto ad una media europea del 17%.