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Fondo di Garanzia PMI, dal CNI le Linee guida per l’accesso da parte degli ingegneri

Dal 10 marzo 2014 i liberi professionisti possono accedervi al pari delle imprese

martedì 26 maggio 2015 - Redazione Build News

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Dal 10 marzo 2014 i liberi professionisti possono accedere, al pari delle imprese, al Fondo di Garanzia PMI, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Ai sensi del comma 5-bis dell’articolo 1 del Decreto Fare (Decreto Legge 69/2013 convertito nella Legge 98/2013), il fondo permette al libero professionista di ottenere una garanzia diretta presso un istituto bancario o una controgaranzia prestata da un Confidi per un prestito richiesto presso una banca. 

La garanzia prestata dallo Stato, a costo zero per il beneficiario, è stata pensata per coloro i quali non disponendo di consistenti garanzie reali, incontrano difficoltà di accesso al credito. La garanzia pubblica, in sostanza, sostituisce le abituali e costose garanzie richieste dal sistema bancario per l'erogazione di un prestito.

DAL CNI LE LINEE GUIDA. In proposito, il Centro Studi del Consiglio nazionale degli Ingegneri ha elaborato le “Linee guida per l’accesso al Fondo di Garanzia PMI da parte degli ingegneri liberi professionisti” (qui sotto nell'allegato), diramate dal CNI attraverso una circolare, in cui si descrivono i casi in cui si può accedere al Fondo e le modalità di presentazione e inoltro della domanda.

Ai liberi professionisti è riservato fino ad un massimo del 5% dell’ammontare del Fondo.

PROCEDIMENTO SEMPLICE E RAPIDO. Il procedimento di accesso a questa misura di garanzia, secondo quanto indicato dal Mise, è semplice e rapido. Non è il singolo professionista a dover contattare o attivare una pratica presso il gestore del Fondo. Al momento di una richiesta di finanziamento presso una banca il professionista dovrà solo indicare di voler usufruire della garanzia del Fondo PMI, sarà poi la banca stessa a provvedere ad attivare la procedura.

Si tratta di un provvedimento rilevante – ha commentato Armando Zambrano, Presidente del CNI - finalizzato a favorire l’accesso al credito anche da parte di chi non è strutturato e organizzato sotto forma d’impresa, ma opera viceversa nell’ambito del lavoro autonomo. Per gli ingegneri che esercitano la libera professione si tratta di un’importante opportunità.

Questo risultato – ha concluso Zambrano - è il frutto del lavoro congiunto che, come CNI e Rete delle Professioni Tecniche, abbiamo svolto col Sottosegretario allo sviluppo economico Simona Vicari che si è rivelato un interlocutore prezioso.

GARANZIE. Il Fondo permette ai professionisti iscritti agli Ordini di usufruire di apposite garanzie a fronte di finanziamenti richiesti e concessi da istituti bancari, società di leasing o da altre tipologie di intermediari finanziari. Il Fondo, ad esempio, può garantire: operazioni a fronte di un investimento (acquisto di strumenti per l’esercizio della professione); operazioni di liquidità finalizzate al pagamento dei fornitori e del personale; operazioni di consolidamento delle passività a breve termine presso una banca; operazioni di rinegoziazione dei debiti a medio/lungo termine; operazioni di fidejussione connesse alle attività proprie del professionista o del suo studio professionale.

Il Fondo non garantisce il 100% della somma richiesta, ma una cospicua parte di essa, fino ad un massimo di 2,5 milioni di euro per alcune tipologie di operazioni (come l’anticipo crediti PA) e fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro per altre tipologie di operazioni (come il finanziamento per investimenti). La parte eventualmente eccedente non è garantita dal Fondo.

TEMPI RAPIDI. Una volta inoltrata la richiesta direttamente alla banca, in tempi brevi vengono verificati i requisiti di accesso e adottata, da parte dell’ente gestore del Fondo, la delibera con cui si decide l’accoglimento o il respingimento della domanda.

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