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Fondo per demolizione opere in aree a rischio idrogeologico: via libera al decreto

Approvato all'unanimità dalla Conferenza Stato-Città-Autonomie. Il provvedimento fissa le modalità di accesso dei comuni al finanziamento

mercoledì 22 giugno 2016 - Redazione Build News

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La conferenza Stato-Città-Autonomie locali ha dato il via libera all’unanimità allo schema di decreto del ministro dell’Ambiente che determina, attraverso modelli e linee guida, le modalità di accesso dei comuni al finanziamento, previsto da una norma del Collegato Ambientale, degli interventi di rimozione o demolizione di opere ed immobili in aree a rischio idrogeologico.

Agli amministratori che affrontano la piaga dell’abusivismo, spesso purtroppo senza il giusto appoggio delle realtà locali – afferma il ministro Gian Luca Galletti – noi vogliamo fornire un sostegno reale che rappresenta anche un segnale culturale: va chiusa una volta per tutte la stagione dei condoni e delle costruzioni in spregio alle regole e al buonsenso, che mettono a rischio la vita delle persone e la tenuta del territorio. Mi auguro che questo fondo, che vale 10 milioni di euro, possa essere rapidamente esaurito e in quel caso sarò pronto a raddoppiarne l’importo.

CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ DEGLI INTERVENTI. Lo schema di provvedimento fissa i criteri per l’individuazione delle priorità degli interventi di demolizione e rimozione, che riguardano nello specifico opere ed immobili realizzate in aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato, o dei quali sia stata comprovata l’esposizione al rischio, in assenza o totale difformità dal permesso di costruire. Il finanziamento riguarda i costi degli interventi, comprensivi delle spese tecniche ed amministrative, per i quali sia presente un provvedimento definitivo di rimozione o di demolizione non eseguito nei tempi stabiliti: proprio per l’incidenza economica che possono avere alcune tipologie di spese, sono ricomprese in quelle tecniche anche le voci riguardanti il conferimento in discarica dei rifiuti misti, non inquinanti, la raccolta, l’imballo, il trasporto e lo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi, ma anche il ripristino naturalistico dell’area interessata.

Gli elenchi verranno formati su base regionale, per consentire una distribuzione il più possibile omogenea delle risorse sul territorio nazionale, e determinati attraverso l’attribuzione delle priorità con i relativi punteggi: il peso maggiore va al criterio del livello di rischio dell’area interessata, mentre altri criteri sono la riduzione del numero di persone a rischio diretto, il costo dell’intervento, la presenza delle struttura in area demaniale, entro zone di divieto assoluto o di rispetto fluviale, il completamento di un intervento già in parte finanziato. Ogni domanda dovrà essere corredata da progetto, elenco dei costi e delle opere sul territorio per cui sono stati definiti provvedimenti di rimozione o demolizione non eseguiti nei termini stabiliti. Il riparto delle somme disponibili, che verranno attribuite con successivo decreto ministeriale, si effettuerà in base a popolazione residente, superficie, indicatori del rischio idrogeologico.

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